Con quel nome da “colosso”, Ercole, era destinato a fare solo grandi cose. Così è stato nella sua vita professionale e nel mondo della sua grande passione: il calcio. Ercole De Berardis, ma per tutti non era nè il presidente e neppure altro era solo Ercolino, quasi a voler conciliare quel nome ridondante con la sua struttura fisica. Non si è mai capito se nell’estate del 1980 lui “voleva” prendersi il Teramo, fresco di retrocessione in C2 con un ultimo posto umiliante, oppure no. Ma in quel tempo è giusto ricordare come andavano le cose. A dettare le regole in città era la politica della DC e la Cassa di Risparmio a guida Lino Nisii. La sua solida posizione di imprenditore edile convinse tutti che sarebbe stato la persona giusta al posto giusto e la storia ha dato loro ragione.
Entrò in società con il famoso “pentagono” formato insieme a: Piero Chiodi (imprenditore e padre di Gianni Chiodi), Claudio De Berardis, Nicola Di GIuseppe e Quintino Stanchieri (uomo DC, imprenditore e futuro assessore comunale). Ercolino capiva di calcio ma la sua forza è stata sempre quella di saper scegliere il meglio con cui circondarsi. Sin dalla prima ora.
Capire che chi è bravo è sempre meglio averlo con sè piuttosto che contro. Il suo primo allenatore è stato Paolo Ferrario. Quel Teramo aveva un marchio che sarebbe diventato quello di fabbrica Deberardisiana: forte spirito teramano. E’ vero, lasciano due totem nostrani come Giuliano De Berardinis e Francesco “Ciccillo” Esposito, ma ci sono i giovani: Gigi Pierleoni, Sabatino Cipolletti, Bruno Piccioni, Gabriele Lanci, Massimo Falconi e Massimo Valà.
Quel Teramo chiuderà il campionato di C2 al quinto posto. Nella stagione successiva De Berardis comincia a porre le basi per un ritorno in C1. Allenatore è Dino Panzanato, Bruno Piccioni si ritira e gli acquisti sono mirati. I risultati però non rispecchiano le aspettative e De Berardis fù costretto all’esonero di Panzanato e dare un ulteriore tocco di teramanità, affidando la panchina a Carlo Florimbi prima della fine del girone di andata. Anche nella stagione 81/82 è quinto posto. Serve una svolta e De Berardis, tenendo fede alle due stelle guida della gestione: scegliere i migliori e meglio se teramani, chiama Carmine Rodomonti, il migliore manager in circolazione, teramano che torna in biancorosso. L’allenatore è GIanni Balugani.
La prima parte della stagione, nonostante l’organico, non dà soddisfazioni e nel mercato di novembre i rinforzi sono di tutto rispetto: Massimo Cerri e il ritorno di Francesco Stanzione. A fine stagione, però, la classifica dice ottavo posto che non può soddisfare Ercolino. E’ il punto più basso ma che prelude all’epopea dell’oro. Per il campionato 83/84 viene chiamato dalla coppia De Berardis-Rodominti, come allenatore, Giorgio Rumignani. Con lui il Teramo tornerà a essere una grande della C.
Gli acquisti clamorosi sono quelli di Alfredo Canzanese e Bruno Del Pelo. Il primo, idolo della tifoseria del Giulianova, firma per il Teramo solo poche ore prima del derby di Coppa Italia. Il 21 agosto il derby è fortemente condizionato da questa storia e come può finire se non con il risultato di 1-0 per i biancorossi con gol di Canzanese al 90°?
E’ un segnale forte per la stagione che va a iniziare. In quell’anno il derby per antonomasia si gioca anche in campionato e cade alla nona giornata. Il primo derby di campionato della sua presidenza, De Berardis lo gioca al Fadini e lo perde 1-0.
Quello di ritorno, al Comunale, passerà alla storia per due motivi: il tutto esaurito con i biglietti terminati già dal martedì (quasi settemila persone stipate al Comunale) e lo 0-0 finale che lo relegherà come uno dei più brutti della storia. La stagione del Teramo è comunque molto positiva. Per la prima volta De Berardis sfiora la C1 con un terzo posto finale a due punti dal promosso Monopoli e a tre dalla capolista Jesi. La mancata C1 porta però ai primi problemi societari. Ercole De Berardis manifesta la volontà di mollare e questo porta ai saluti di Carmine Rodomonti e Giorgio Rumignani che vanno a Francavilla.
A Teramo arriva come allenatore Gianni Corelli, mai amato dalla piazza, perchè ex tecnico del Giulianova. Nonostante le difficoltà, e senza aiuti in società, Ercolino si carica la stagione sulle spalle e pone le basi per il successo dell’anno successivo con l’ingaggio di: Luciano Barboni, Francesco Schiraldi, Gennaro Del Prete e due giovani di belle speranze nostrani: Roberto Cappellacci, Fabio BUcciarelli e Fortunato Collevecchio.
Nonostante questo Teramo non ama e non stima Corelli e la bomba esplode il 4 novembre alla settima giornata. C’è il derby al Fadini, il Teramo lo perde 1-0 e Corelli ferma il pullman della squadra per scendere a salutare i tifosi giallorossi.
Oltre al danno la beffa e De Berardis lo esonera seduta stante senza farlo risalire sul pullman. Alla guida del Teramo arriva la “bandiera” Bruno Piccioni. Il derby di ritorno sarà tutta un’altra storia, al Comunale finisce 2-1 e il Presidente De Berardis può festeggiare la prima vittoria nella partita più attesa in campionato. La marcia nel torneo è esaltante, secondo posto finale, che varrebbe la C1, se non ci fossero a pari punti Fano e Civitanovese. Si va agli spareggi a Terni.
L’inizio di una maledizione che non ha mai abbandonato il Teramo. 2500 tifosi biancorossi seguono la squadra il 19 giugno pieni di speranze per la partita contro il Fano. Finisce 1-0 per i marchigiani. E’ la fine di un sogno tanto che il TEramo perderà anche la seconda partita, a San Benedetto del Tronto, con la Civitanovese per 1-0.
La forza di De Berardis, però, si vede proprio in questo momento difficile. Che cosa ti inventa il numero uno biancorosso? Il ritorno di Giorgio Rumignani. La campagna acquisti è di quelle importanti. Arrivano: Paolo Da Re, Moreno Solfrini, Claudio Simoni, GIno Cossaro e torna Angelo Pierleoni. IL campionato del Teramo è importante da subito.
Alla quinta il derby con il Giulianova al Comunale finisce 2-1. Verrà ricordato come quello dell’infortunio a Tiziano De Patre, già venduto alla Juventus, ma con la carriera che sembrerebbe finire lì. Così non sarà per fortuna. Il Teramo va in testa alla nona e lì resterà fino alla fine, nonostante il Martina. Ironia della sorte il Teramo vince il campionato con una sconfitta.
A cinque giornate dalla fine i biancorossi perdono a Macerata per 1-0 (e perderà tutte le restanti tranne che la penultima con il Martina) ma con la C1 in tasca. Per Ercole De Berardis è il coronamento di un sogno, il desiderio di una vita, il traguardo sognato.
E’ festa grande, Ercolino sogna ma Rumignani, per la seconda volta, saluta e se ne va. A chi dare la squadra per il primo campionato di C1? Qui viene fuori la teramanità di De Berardis. Il Teramo va a un teramano di belle speranze: Antonio Luzii. La piazza mugugna, lo scetticismo impera, ma la storia dirà che quel Teramo farà la storia. Il 14 dicembre al Comunale arriva il Foggia di Zeman. Uno squadrone.
Stadio pieno e al 6 della ripresa Solfrini segna il gol che fa sognare una città. Finisce 1-0 e il Teramo è per la prima volta nella sua storia primo in classifica, da solo, in C1. Il calcio di Luzii è spumeggiante, 4-3-3 e zona totale. Il sogno dura poco però, alla quindicesima la vetta passa a Barletta e Cosenza e i biancorossi chiuderanno all’ottavo posto.
La stagione 87/88 sarà un calvario e anche l’ultima di Ercole De Berardis presidente. Luzii va via e arriva come allenatore Maurizio Bruno, per lui un ritorno. L’organico si smembra. In pezzi pregiati vengono ceduti. Gestire la situazione non è facile. Si comincia con una sconfitta in casa con l’Ischia (0-1) e questo fa capire che tipo di campionato ci si aspetta.
La prima contestazione dei tifosi arriva all’ottava giornata dopo la sconfitta con il Frosinone in casa e alla dodicesima viene esonerato Maurizio Bruno. La squadra è affidata a Beniamino DI Giacomo, ex attaccante della grande Inter che vince la prima partita contro il Campania ma è un fuoco di paglia. La classifica è pericolosissima. Il 30 gennaio 1988 Ercole De Berardis lascia la presidenza del Teramo.
Lo fa con l’amaro in bocca. In società entra Marino Costantini, una meteora. Il Teramo a fine stagione retrocederà in C2 ma da qui in avanti è un’altra storia.
Quella di Ercolino De Berardis resterà scritta a caratteri d’oro nella storia biancorossa.
A gennaio 1988 è “morto” Ercolino presidente, a gennaio 2025 ci ha lasciato un grande uomo.
Alfredo Giovannozzi
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