La storia recente è della Tercas.
Il Presente che siamo sicuri sarà diverso, è della Banca Popolare di Bari.
"Per noi, ex Tercas, è un film già visto".
Il viaggio con Luca e le sue azioni Tercas, valore zero, non è stato lungo fino a Bari.
Faticoso è stato ascoltare il ricordo di quell'investimento, della sensazione che la Tercas si poteva salvare, di quel sentore prima del commissariamento, del commissariamento, del post commissariamento, del comunicato dell'ex presidente Nisii a rassicurare tutto e tutti.
Era il 2012, si leggeva " Ritengo opportuno e doveroso segnalare ai clienti e ai risparmiatori -che l'istituto è in assoluta sicurezza. Nulla, quindi, debbono temere. Sottolineo, inoltre, che la gestione commissariale sotto il diretto controllo della Banca d'Italia offre la più ampia garanzia di salvaguardia della grande realtà che Banca Tercas Spa da decenni ha rappresentato nel territorio abruzzese".
Poi, il senatore Tancredi "" È un provvedimento duro che non ci aspettavamo non entro nelle contestazioni dell'organo di vigilanza, ma lo considero un episodio che non avrà ricadute per i correntisti e per l'economia del territorio. Banca Tercas è un istituto solido, non alimentiamo preoccupazioni".
Sappiamo tutti come è andata a finire sia per la Tercas che per la Banca di Teramo.
Oggi a Bari, è andata in scena una protesta forte da parte di alcuni risparmiatori della Popolare.
Ne erano pochi ma si contano in 70 mila virtuali.
Si legge sul sito de La Repubblica " I manifestanti sostengono che la BpB "ha venduto le sue azioni promettendoci che avremmo potuto riavere indietro i soldi, ma da oltre 15 mesi non riusciamo a entrare in possesso dei nostri risparmi. I manifestanti sostengono che le azioni erano state vendute "con la promessa che non avrebbero perso valore", ma "la banca ha di recente deciso una svalutazione del 21 per cento delle azioni". In media, hanno spiegato, "ognuno di noi ha investito 100mila euro, ma c'è chi arriva a 250mila: risparmi di una vita che ora non vogliono più restituirci".I soci che hanno protestato lamentano anche "ostruzionismo" da parte degli impiegati della banca: "Da un lato provano a impedirci di vendere, offrendoci magari prestiti a tassi convenienti", sostengono, e dall'altro "ci dicono che hanno messo in vendita le nostre azioni seguendo l'ordine cronologico del numero progressivo, ma che non è ancora arrivato il nostro momento oppure che nessuno le ha comprate".
Come risponde la Banca Popolare di Bari " Quanto alla liquidità delle azioni la Banca, certa della propria solidità e forza industriale, è impegnata con ogni energia a perseguire risultati che possano ricreare le condizioni perché si ripristini la fluidità del mercato, come sempre avvenuto negli ultimi sessant'anni". E infine "resta ferma l'intenzione della Banca, sicura della correttezza del proprio operato di difendere in ogni sede la propria reputazione, nell'interesse dei soci, dei clienti e degli oltre tremila dipendenti".
Un consiglio.
Minacciare querele è un sistema che non funziona.
Ci vorrebbe, trasparenza, ascolto e attenzione per tutti i risparmiatori.
La storia insegna.
Foto: La Repubblica.
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