Scrive la ricercatrice Annacarla Valeriano sulla sua pagina di facebook " A Teramo stanno organizzando un "festival della follia". La sezione dedicata alla storia, infarcita di imprecisioni, si apre con la lettera di Paolina T. ricoverata nel manicomio di Teramo nel 1914 con la diagnosi di "pazzia morale". Peccato che non si faccia menzione della fonte da cui è tratto il brano citato (il mio Ammalò di testa). Pare quasi che la povera Paolina - 20 anni appena quando fu rinchiusa - a distanza di un secolo si sia consegnata spontaneamente tra le braccia di un festival pur di scampare al manicomio".
Ho letto Ammalò di testa e ricordo il passaggio.
Immagino le ore di studio e di attenzione e quando poco tempo ci voglia per copiare, copiare in maniera così poco furba, copiare da manierismo in un posticcio maniero.
La follia è sotto di noi, la calpestiamo per non sentirla, per non farci raggiungere.
Un gioco tra sogni e realtà.
Ombre che non ci lasciano in attesa di una luce più forte.
''Siate sempre intellettualmente liberi, spontanei, creativi, non fatevi ingabbiare dalle paure, dalla scuola, da ogni cosa che minacci la vostra liberta' di pensiero'': si era rivolto così ai giovani che stipavano l'aula del Seminario vescovile di Bergamo Alta, Oliver Sacks, durante una sua visita in Italia nel 2005.
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2015/08/30/oliver-sacks-giovani-non-fatevi-ingabbiare_219919e7-717d-4a57-b41e-83b44d1b66c4.html
Ma per essere creativi bisogna per forza essere ribelli? Si puo', per questo, anche essere considerati malati, folli? ''La malattia - rispose Sacks - e', in senso fisico, deviazione dalla normalita'. Ma tutto cio' che e' nuovo, rivoluzionario, puo' essere visto all'inizio come folle. E per dire o fare qualcosa di rivoluzionario, ci vuole uno che non abbia inibizioni sociali. Detto questo, la creativita' non e' certo una forma di pazzia. Anzi, e' salute piena''. E poi, dopo una breve riflessione, quasi a voler correggere il proprio pensiero, aveva aggiunto: ''Non si deve essere ne' normali ne' matti. Bisogna semplicemente cercare di essere delle persone, e non c'e' un modo unico di esserlo".
Copiare non è creativo.
Copiare è banale.
Copiare è da maleducati.
Forse, le scuse, sarebbero da folli.
Forse, ma sicuramente ricordate come un gesto da persone educate.
Rivoluzionario fu il saluto.
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