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Più tasse, meno Sanità. D'Alberto in piazza con gli altri sindaci d'Abruzzo...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

"L'incremento dell'addizionale IRPEF, decisa dal governo regionale per risanare il deficit sanitario, arriverà a incidere fino a duemila euro annui a famiglia. Di fatto siamo di fronte a un auto commissariamento mascherato, che conferma come in questi anni il governo regionale, lungi dal mettere in campo una reale programmazione e investimenti finalizzati al rilancio della sanità abruzzese, abbia al contrario distrutto il sistema sanitario regionale. E così, mentre i sindaci, pur a fronte dei pesanti tagli da parte di questo Governo che sono tornati a colpirli, lavorano per non aumentare tasse e tariffe e garantire allo stesso tempo i servizi, mantenendone alta la qualità, la Regione va in direzione contraria scaricando le proprie inefficienze sulle famiglie".

Così il Sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto, che critica fortemente la decisione del governo regionale di intervenire, aumentandola, sull'addizionale IRPEF, invitandolo a tornare sui propri passi.
 "In una regione con un gravissimo problema di liste d'attesa, che risulta una delle peggiori in tema di mobilità passiva, che in base ai dati 2023 - gli ultimi disponibili - risulta inadempiente sui LEA in due macro aree su tre e dove sempre nel 2023 oltre 120mila persone, secondo i dati Gimbe,  hanno rinunciato alle cure, aumentare l'addizionale IRPEF, dopo i tagli importanti effettuati sulle ASL per rientrare dal debito sanitario e non per migliorare i servizi,  lascia oggettivamente sgomenti".

Un aumento che in provincia di Teramo, secondo il primo cittadino, va di pari passo con i minori investimenti effettuati in questi anni sul territorio teramano rispetto alle altre province e che pone seri dubbi sulla capacità finanziaria della Regione, anche rispetto a eventuali mutui, a procedere con la realizzazione del nuovo ospedale di Teramo.

"Una misura tanto impopolare, a maggior ragione se emanata dal centrodestra - conclude il primo cittadino - palesa la totale mancanza di flessibilità del bilancio regionale, tanto che si procede a un aumento dell'addizionale IRPEF a fronte di un "buco" che, a detta dello stesso Presidente Marsilio, sarebbe di appena l'1,5% (67 milioni di euro) delle entrate regionali (oltre 4.000 milioni di euro). Di fatto, come se una famiglia con un reddito mensile di 3.000 euro non riuscisse a far fronte a una spesa imprevista di 50 euro. Come sindaco non posso che essere estremamente preoccupato dell'impatto di questa misura sulle finanze delle famiglie e per questo, oltre ad auspicare iniziative condivise da parte di tutti i sindaci a difesa delle loro comunità, invito la Regione a tornare sui propri passi e a confrontarsi con gli altri livelli istituzionali

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