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Liberolio. Un progetto che sa di libertà...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Lavoro, gusto, libertà. Riscoprire il lavoro per riscoprirsi cittadini. Riscoprire il gusto per riscoprire competenze. Riscoprire la formazione per riscoprire poi la libertà.  

La realtà del carcere di Castrogno racconta tanto, ogni giorno. Ma tra le pagine di cronaca, tra i gridi di allarme, sa raccontare anche di speranza. All'interno del carcere ci sono gli studenti della scuola carceraria alberghiera e agraria, che quella speranza non la vogliono abbandonare. Il progetto presentato oggi grazie alla sinergia tra gli istituti Di Poppa - Rozzi, rappresentati dalla Dirigente scolastica Caterina Provvisiero, e la casa circondariale di Castrogno, rappresenteata dalla Direttrice Maria Lucia Avvantaggiato e dal Comandante Igor De Amicis, ha proprio il sapore di quella speranza. Liberolio è l'olio realizzato dai detenuti studenti, insieme all'ideazione dell'etichetta e del messaggio "quando il gusto è liberatorio". Una libertà consapevole che si realizza attraverso il reinserimento lavorativo perché i detenuti sono anche uomini e donne, studenti, persone con delle competenze da riscoprire.  

«L'olio è liberatorio perché dietro c'è un progetto di formazione che ha permesso ai detenuti e nostri studenti della scuola carceraria di acquisire competenze attraverso cui potranno essere reinseriti nel mondo del lavoro», ha spiegato la preside Provvisiero. «È un ampliamento dell'offerta formativa degli istituti alberghiero e agrario, grazie al quale i detenuti hanno raccolto le olive, hanno imparato a potare, realizzando anche un progetto per le etichette. Dietro tutto ciò, c'è soprattutto la speranza».  

«Libertà nel vero senso della parola, che si realizza attraverso il reinserimento nel lavoro: potenziare la produzione di olio significa dare ai detenuti delle competenze da poter impiegare in un lavoro onesto. Il lavoro è risorsa di reinserimento sociale», ha detto la direttrice Avvantaggiato.

«Con progetti come questo si elimina uno dei mali peggiori della detenzione: l'ozio. Quando si dà ai detenuti la possibilità di dare un senso alla loro esistenza, allora lì riscoprono il loro essere cittadini», ha commentato il comandante De Amicis.

Ascoltate https://youtu.be/plnnMdcpDlA?si=7YJemGnzm-Fskc9d

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