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Banca Popolare di Bari come la Tercas? In Abruzzo tutti zitti. Politica e Media...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Tutti in silenzio.
Corsi e ricorsi storici.
La Tercas stava per essere commissariata seguendo un alto disegno tra Banca D'Italia ed alcuni poteri Forti e la politica nostrana, casareccia, pensava alle vacanze estive.
Il comunicato dell'ex presidente Nisii rassicurava tutti e molti, anzi, alcuni azionisti "d'intuito" vendevano all'ultimo secondo le proprie quote.
Salva condotta.

La Banca popolare di Bari sta vivendo forse il momento più buio della sua gestione finanziaria, nonostante l'alto livello degli impiegati ex Tercas.
La Procura gioca in casa con la paura di perdita di valore del capitale societario.
Scrive Antonello Cassano su La Repubblica La famiglia De Bartolomeo avrebbe venduto oltre 430mila azioni della Banca Popolare di Bari incassando più di 4 milioni di euro nell'ultima data utile in cui il titolo era ancora quotato a 9,53 euro per azione. Lo avrebbe fatto scavalcando l'ordine cronologico in cui sono inseriti gli azionisti che hanno deciso di vendere i loro titoli e da mesi aspettano il loro turno. È questa l'accusa pesantissima avanzata dalla Procura di Bari che coinvolge sia la famiglia di imprenditori edili baresi (uno di loro, Domenico De Bartolomeo, è anche presidente di Confindustria Bari e Bat) sia la stessa banca.
L'accusa è contenuta in un decreto di perquisizione a firma dei pm Federico Perrone Capano e Lidia Giorgio e del procuratore Giuseppe Volpe che il 15 dicembre hanno inviato la finanza a perquisire la sede della Bpb. L'indagine (al momento nessun indagato) ruota attorno all'asta di marzo, pochi giorni prima dell'assemblea che annunciava la trasformazione della popolare in spa. Qualche ora dopo il titolo perse il 21 per cento del suo valore (passando da 9,15 a 7,50 euro per azione). Qualcuno però riuscì a vendere prima. Circa 2 milioni di azioni furono messe sul mercato a prezzo pieno. La finanza ha in mano un elenco di azionisti 'fortunati': si tratta di imprenditori di primo livello della città, in alcuni casi esposti con l'istituto di credito".

Nel frattempo si sono alternate, alle tre date diverse per l'ultima assemblea della trasformazione in spa, molti problemi.
Gestione economica, personale, raccolta fondi mentre per la politica abruzzese e i media locali, va tutto bene.
L'importante è la pubblicità e l'albero in piazza.
Buon Natale. 
 

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Commenti

Avevo già commentato il precedente articolo ma non ho trovato riscontro nella pubblicazione. Se fossero vere le accuse mosse, il management della Pooolare di Bari dovrebbe scappare. Comunque una piccola banca provinciale, guiidata da un padre padrone con l'aiuto di alcuni "giannizzeri" arroganti poco professionali.,veri kamizake al servizio della Trinità. La B.P.B. si è permessa tante acquisizioni solo e grazie ai continui aumenti di capitale e non con la capacità di conseguire adeguati risultati. Le storie di Tercas e/o di Caripe, gia' diverse tra loro, sono molto differenti dalla banca pugliese. In quest'ultima la conferma del " Potere Costituito" avveniva tramite gli uomini vicini allo stesso (direttori di filiali,dirigenti ecc) attivissimi durante le assemblee nel convogliare i voti o deleghe di voti. Le banche abruzzesi, all'origine fondazioni, erano gestite dalla politica ed in occasione delle tornate elettorali si registravano dei cambi al vertice (Nisii è stata una eccezione).
Facciamo finire questa agonia... Fine del giocattolo per la famiglia barese.,.
Caro Giancarlo, ancora una volta............hai fatto TANAAAAAAAA............ CARLO
Padre, figlio e spirito santo. Amen
Garantisti sempre dall'avviso di garanzia fino alle sentenze definitive della Cassazione. Una regola di civiltà che vale per tutti i cittadini italiani. I forcaioli sono squallida feccia rancorosa e invidiosa.