Nel 1970 Ettore Paratore presentava la Guida del Touring su Abruzzo e Molise, esaltandone storia, tradizione e bellezza. In quello stesso anno iniziava nella nostra regione l’era degli sventramenti dei centri storici, della costruzione dei mega edifici, tra ferite orrende inferte al patrimonio culturale da un’ edilizia sfrenata e troppo spesso abusiva. Le esigenze di sviluppo toccarono inevitabilmente anche la costa, quella parte di paesaggio che fino ad allora era rimasto incontaminato. I villini in stile liberty situati tra terre coltivate che lambivano le acque del mare, furono spazzati via dai grattacieli. Nei trascorsi cinquant’anni la costa abruzzese ha visto scomparire un paesaggio invidiabile e attraente per le sue interminabili spiagge, adattato alle esigenze di un turismo di massa che per volontà di una classe politica incolta e dominante, e soprattutto incapace di guardare al futuro, ha favorito investimenti massicci, sostenuti da finanziamenti a pioggia e agevolazioni di ogni genere.
I nodi sono venuti inevitabilmente al pettine. La perdita sulla costa di presenze turistiche, soprattutto straniere, è il risultato della assenza di una strategia addebitabile alla politica e a servizi non più competitivi e alle infrastrutture vetuste, fattori rilevanti che il mercato non tollera e sanziona. Ma il tema centrale è che in Abruzzo manca l’offerta turistica.
Nelle pieghe del territorio si registra apatia e disinteresse da parte degli imprenditori, rassegnati alla crisi perdurante che li ha investiti e che sta soffocando l’economia locale, tradita dalle false promesse di investimenti e sviluppo. Mancanza di formazione e di figure professionali in grado di parlare le lingue straniere, soprattutto nell’entroterra, penalizzano le attività turistiche, ridotte ad una prevalente clientela di prossimità. Il turismo d’arte e culturale è stato finora percepito come una pertinenza del soggiorno balneare o montano, piuttosto che come scelta autonoma. D’altronde è assai raro che i pochi eventi culturali di un qualche rilievo, riescano a superare i confini regionali. E non entro per ora nel merito della fallimentare partecipazione dell’Abruzzo all’EXPO di Milano, per evitare di mettere troppa carne al fuoco. Ne parleremo.
Manieri, chiese rupestri, santuari, abbazie, borghi, e aree archeologiche, straordinari fattori di eccellenza di un patrimonio culturale inimitabile, sopravvivono per volontà divina in condizioni di sconfortante degrado. Questo bendidio sembra essere lasciato al caso, all’approssimazione e al disordine, presentandosi come un enorme puzzle i cui pezzi sono disseminati ovunque, in attesa che qualcuno li ricomponga nel rispetto dell’affascinante insieme che ne potrebbe venire fuori. Questo è il vero problema. La politica non sembra avere gli strumenti per ricomporre da subito questo straordinario mosaico perché le manca il disegno.
Cari signori politici, abbiamo tutti ascoltato il tintinnio del campanello di allarme. Siamo tra le ultime tre regioni del Paese. E non solo nel settore turistico. Sarà dura risalire la china. E’ giunto il tempo di abbandonare la demagogia, le convention e gli annunci. Ora bisognerà fare sul serio iniziando, per esempio dal dare concretezza al messaggio che l’attuale premier Renzi dette ai suoi da candidato alla segreteria del suo partito: “ i politici dovranno circondarsi non di professionisti bravi, ma di professionisti di cui hanno ammirazione”. Un messaggio a dir poco rivoluzionario. Dovremmo chiedere a certi politici di vertice, che governano l’Abruzzo, se per dovere di trasparenza fossero disposti a renderci partecipi del grado di ammirazione che essi hanno per i presidenti, i dirigenti i consulenti, gli esperti, i membri dei consigli di amministrazione, che sono stati da essi stessi nominati o fatti nominare nei dipartimenti, nelle direzioni, nelle società pubbliche, ecc. ecc.. I turisti arriveranno, ce lo auguriamo, anche più numerosi, se saremo capaci di cambiare rotta. Ma occorre una grande svolta culturale che favorisca la messa in campo delle migliori professionalità per una sterzata brusca e decisiva che punti alla riscoperta e alla esaltazione delle nostre identità, e dei punti di forza, a cominciare dal Gran Sasso d’Italia, la montagna più alta dell’Italia peninsulare.Una svolta che metta assieme – abbandonando la logica degli spot – le forze e le capacità di tanti abruzzesi, imprenditori, professionisti, uomini di cultura, finora deliberatamente ignorati dalla politica. Penso tra gli altri, agli agricoltori, ai viticoltori, ai pastai di successo, che hanno fatto conoscere ed esaltato il nome dell’Abruzzo ovunque nel mondo. Occorre un progetto globale, costruito attentamente da esperti autentici e che sappia coniugare le esigenze di tutela diquesta magnifica terra che è l’Abruzzo, con quelle dello sviluppo economico.
E restituirle finalmente il ruolo che merita nel panorama nazionale e internazionale.
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E tutti parlano di turismo ed agricoltura. Dottor Mazzitti si ricorda? mi chiamo Claudio Ventura e da anni lavoro nel settore del turismo naturalistico e produzione agricole con successo. Oggi abbiamo un matrimoni0 da fuori regione, scelgono di stare in un bellissimo posto d'Abruzzo e di mangiare VERAMENTE prodotti dell' azienda, ad ottobre un altro con invitati tedeschi ed il prossimo anno con invitati inglesi per lo più di Londra. Certo qualcuno ci conosceva e conosce il nostro lavoro, quest'estate abbiamo avuto le camere sempre occupate con presenze anche austriache, belghe, francesi, tedeschi e statunitensi (documentate dal registro) alcuni partiti per un tour in Abruzzo hanno interrotto il giro per tornare da noi altri purtroppo con le stesse intenzioni non hanno trovato posto. Certo alcuni di noi parlano inglese, abbiamo una vasta conoscenza del territorio dell'Abruzzo e del centro Italia ( i turisti fanno anche 300/400 Km in un giorno per visitare luoghi che spesso molti di noi non conoscono), cerchiamo di tenere al massimo i servizi e di dare l'opportunità di usufruire sia al mare che in montagna di strutture convenzionate (pur stando a Campli ed avendo la piscina offriamo posto al mare a Giulianova) le nostre produzioni agricole ed allevamenti all'aperto sono ben visibili e fotografate. Il discorso è ancora molto lungo, avvocato si ricorda quanto è durata la sua esperienza da ristoratore? Ancora non volete mettervi in testa che non avere la linea Internet veloce è penalizzante quanto trovare impianti e musei chiusi o spendere soldi (milioni) in promozioni che non hanno alcun ritorno ne economico ne di presenze (vedi Expo e casa Brera finanziamenti del GAL a tutte le sagre e chi più ne ha più ne metta). lLa nostra attività non ha ricevuto nessun finanziamento pubblico ed in passato la gloriosa cooperativa ARE così ostacolata da piccoli politici locali pur occupando circa 15 dipendenti nel settore di cui sopra ha chiesto e ricevuto meno finanziamenti di qualsiasi associazione o pro loco di paese. Per questo SONO SICURO CHE ABBIAMO UN TERRITORIO VINCENTE. Forza Mazzitti ce la faremo ognuno però con le proprie capacità senza scambio di ruoli. Scusate vado al lavoro felicità e gioia a tutti.