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TURISMO. “QUI SI FA L’ABRUZZO O SI MUORE..”

di Walter Mazzitti
5 minuti

Nel 1970 Ettore Paratore presentava la Guida del Touring su Abruzzo e Molise, esaltandone storia, tradizione e bellezza. In quello stesso anno iniziava nella nostra regione l’era degli sventramenti dei centri storici, della costruzione dei mega edifici, tra ferite orrende inferte al patrimonio culturale da un’ edilizia sfrenata e troppo spesso abusiva. Le esigenze di sviluppo toccarono inevitabilmente anche la costa, quella parte di paesaggio che fino ad allora era rimasto incontaminato. I villini in stile liberty situati tra terre coltivate che lambivano le acque del mare, furono spazzati via dai grattacieli. Nei trascorsi cinquant’anni la costa abruzzese ha visto scomparire un paesaggio invidiabile e attraente per le sue interminabili spiagge, adattato alle esigenze di un turismo di massa che per volontà di una classe politica incolta e dominante, e soprattutto incapace di guardare al futuro, ha favorito investimenti massicci, sostenuti da finanziamenti a pioggia e agevolazioni di ogni genere.
I nodi sono venuti inevitabilmente al pettine. La perdita sulla costa di presenze turistiche, soprattutto straniere, è il risultato della assenza di una strategia addebitabile alla politica e a servizi non più competitivi e alle infrastrutture vetuste, fattori rilevanti che il mercato non tollera e sanziona. Ma il tema centrale è che in Abruzzo manca l’offerta turistica.

Abruzzo Regione verde d’Europa. Il suo territorio è per circa il 30 per cento destinato a parchi e riserve naturali. Ne fecero uno slogan e un marchio che avrebbero dovuto sostenere a livello internazionale un’ avveniristica strategia per il turismo verde. Un fallimento. Le aree protette sono pressoché ignorate. I virtuosi modelli gestionali sperimentati da alcuni Parchi che in passato hanno dato un sensibile impulso al turismo interno, sono stati dimenticati e cancellati per effetto di una politica che soffre la professionalità e il merito.
Nelle pieghe del territorio si registra apatia e disinteresse da parte degli imprenditori, rassegnati alla crisi perdurante che li ha investiti e che sta soffocando l’economia locale, tradita dalle false promesse di investimenti e sviluppo. Mancanza di formazione e di figure professionali in grado di parlare le lingue straniere, soprattutto nell’entroterra, penalizzano le attività turistiche, ridotte ad una prevalente clientela di prossimità. Il turismo d’arte e culturale è stato finora percepito come una pertinenza del soggiorno balneare o montano, piuttosto che come scelta autonoma. D’altronde è assai raro che i pochi eventi culturali di un qualche rilievo, riescano a superare i confini regionali. E non entro per ora nel merito della fallimentare partecipazione dell’Abruzzo all’EXPO di Milano, per evitare di mettere troppa carne al fuoco. Ne parleremo.

Manieri, chiese rupestri, santuari, abbazie, borghi, e aree archeologiche, straordinari fattori di eccellenza di un patrimonio culturale inimitabile, sopravvivono per volontà divina in condizioni di sconfortante degrado. Questo bendidio sembra essere lasciato al caso, all’approssimazione e al disordine, presentandosi come un enorme puzzle i cui pezzi sono disseminati ovunque, in attesa che qualcuno li ricomponga nel rispetto dell’affascinante insieme che ne potrebbe venire fuori. Questo è il vero problema. La politica non sembra avere gli strumenti per ricomporre da subito questo straordinario mosaico perché le manca il disegno.
Cari signori politici, abbiamo tutti ascoltato il tintinnio del campanello di allarme. Siamo tra le ultime tre regioni del Paese. E non solo nel settore turistico. Sarà dura risalire la china. E’ giunto il tempo di abbandonare la demagogia, le convention e gli annunci. Ora bisognerà fare sul serio iniziando, per esempio dal dare concretezza al messaggio che l’attuale premier Renzi dette ai suoi da candidato alla segreteria del suo partito: “ i politici dovranno circondarsi non di professionisti bravi, ma di professionisti di cui hanno ammirazione”. Un messaggio a dir poco rivoluzionario. Dovremmo chiedere a certi politici di vertice, che governano l’Abruzzo, se per dovere di trasparenza fossero disposti a renderci partecipi del grado di ammirazione che essi hanno per i presidenti, i dirigenti i consulenti, gli esperti, i membri dei consigli di amministrazione, che sono stati da essi stessi nominati o fatti nominare nei dipartimenti, nelle direzioni, nelle società pubbliche, ecc. ecc.. I turisti arriveranno, ce lo auguriamo, anche più numerosi, se saremo capaci di cambiare rotta. Ma occorre una grande svolta culturale che favorisca la messa in campo delle migliori professionalità per una sterzata brusca e decisiva che punti alla riscoperta e alla esaltazione delle nostre identità, e dei punti di forza, a cominciare dal Gran Sasso d’Italia, la montagna più alta dell’Italia peninsulare.Una svolta che metta assieme – abbandonando la logica degli spot – le forze e le capacità di tanti abruzzesi, imprenditori, professionisti, uomini di cultura, finora deliberatamente ignorati dalla politica. Penso tra gli altri, agli agricoltori, ai viticoltori, ai pastai di successo, che hanno fatto conoscere ed esaltato il nome dell’Abruzzo ovunque nel mondo. Occorre un progetto globale, costruito attentamente da esperti autentici e che sappia coniugare le esigenze di tutela diquesta magnifica terra che è l’Abruzzo, con quelle dello sviluppo economico.
E restituirle finalmente il ruolo che merita nel panorama nazionale e internazionale.  

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Commenti

Si si si si si concordo pienamente riprendiamocela sta' meravigliosa regione!
Oh ragazzi, non erano e non sono marziani...ma nostri conterranei che fanno il bello è brutto tempo...e questi ci meritiamo..... bonanotte popolo..
Abbiamo l'onore di vivere in una meravigliosa terra che occupa 50 km tra mare e montagna e in tutti questi anni NESSUNO è stato capace di valorizzarne la bellezza e il turismo. Solo Di Dalmazio ha messo il Wi-Fi sulla costa..... il resto? Si sono mangiati strade, mattoni, chiese, popolarità e orgoglio! E ora? Fate vobis!!
Tutti bravi,poi al momento di votare...tutti tengono famiglia...la classe politica abruzzese rispecchia la mentalità di un popolo chiuso e testardo!
Buongiorno a tutti. Condivido pienamente l'articolo e vorrei segnalarne un altro, un fondo apparso sulla "città" o "il cittadino" , (cioè il mensile che viene distribuito a Teramo ) , nel mese di giugno o luglio, scritto da Misson (?) insomma perdonatemi ma non vi so dare altri rifermenti. Era un' ottima disamina della situazione turismo teramano, mi piacerebbe rileggerlo, se qualcuno dei lettori del blog puo' darmene le coordinate ne sarei felice... grazie!
La trasferta del Teramo mi ha portato a Sant'Arcangelo...che dire 21000 abitanti ma una vena turistica da paura, non hanno nulla ma te lo sanno vendere in una maniera allucinante. Una cura del particolare un accoglienza allucinante. Amministratori uscite per imparare!!!
occorre semplicemente essere in concorrenza con i prezzi......i sindaci/amministratori mica fanno i listini di hotel, ristoranti ecc. ecc..
Quando la Regione Abruzzo impiega un anno ogiù di lì per assegnare contributi ad aziende turistiche, di cosa stiamo a parlare?? A parte che qui da noisi fanno i carrozzoni (DMC) ma si investe poco e male sia nella pubblicità e sia nella formazione degli imprenditori e del personale, oltre chenelle infrastrutture, come ad esempio ai Prati di Tivo con attività tali e quali dal giorno dell'aprtura (in molti casisiamo intorno agli anni 60/70). E poi deve finire il modo di pensare che il turista (locale e non) sia unaspugna da spremere.

E tutti parlano di turismo ed agricoltura. Dottor Mazzitti si ricorda? mi chiamo Claudio Ventura e da anni lavoro nel settore del turismo naturalistico e produzione agricole con successo. Oggi abbiamo un matrimoni0 da fuori regione, scelgono di stare in un bellissimo posto d'Abruzzo e di mangiare VERAMENTE prodotti dell' azienda, ad ottobre un altro con invitati tedeschi ed il prossimo anno con invitati inglesi per lo più di Londra. Certo qualcuno ci conosceva e conosce il nostro lavoro, quest'estate abbiamo avuto le camere sempre occupate con presenze anche austriache, belghe, francesi, tedeschi e statunitensi (documentate dal registro) alcuni partiti per un tour in Abruzzo hanno interrotto il giro per tornare da noi altri purtroppo con le stesse intenzioni non hanno trovato posto. Certo alcuni di noi parlano inglese, abbiamo una vasta conoscenza del territorio dell'Abruzzo e del centro Italia ( i turisti fanno anche 300/400 Km in un giorno per visitare luoghi che spesso molti di noi non conoscono), cerchiamo di tenere al massimo i servizi e di dare l'opportunità di usufruire sia al mare che in montagna di strutture convenzionate (pur stando a Campli ed avendo la piscina offriamo posto al mare a Giulianova) le nostre produzioni agricole ed allevamenti all'aperto sono ben visibili e fotografate. Il discorso è ancora molto lungo, avvocato si ricorda quanto è durata la sua esperienza da ristoratore? Ancora non volete mettervi in testa che non avere la linea Internet veloce è penalizzante quanto trovare impianti e musei chiusi o spendere soldi (milioni) in promozioni che non hanno alcun ritorno ne economico ne di presenze (vedi Expo e casa Brera finanziamenti del GAL a tutte le sagre e chi più ne ha più ne metta). lLa nostra attività non ha ricevuto nessun finanziamento pubblico ed in passato la gloriosa cooperativa ARE così ostacolata da piccoli politici locali pur occupando circa 15 dipendenti nel settore di cui sopra ha chiesto e ricevuto meno finanziamenti di qualsiasi associazione o pro loco di paese. Per questo SONO SICURO CHE ABBIAMO UN TERRITORIO VINCENTE. Forza Mazzitti ce la faremo ognuno però con le proprie capacità senza scambio di ruoli. Scusate vado al lavoro felicità e gioia a tutti.

Claudio Ventura, ricordi la Cooperativa Kylix velocemente cestinata dalla nuova presidenza del Parco agli inizi del 2000. Avevamo avviato anche noi un discorso di valorizzazione dell'area parco basato sulla funzionalizzazione dei Centri Servizi luoghi di erogazione di servizi per i residenti (che scontano molti disservizi) e per i turisti. Fornivamo lavoro a 5 persone. Ma poi esperti megagalattici di turismo sono intervenuti ed hanno arrestato il progetto. I soci si sono ricollocati sul mercato del lavoro essendo gente abituata a faticare e qualcuno ha ottenuto grandi successi. Comunque concordo con tutto il tuo intervento ed ammiro ciò che tu e Giorgio riuscite a fare nonostante l'assenza di governo delle istituzioni. Buona vita