Trentasei articoli su piazza Dante.
Sul piano raso che sarebbe dovuto diventare il fiore all'occhiello dei teramani.
Un posto dove poter ammirare palazzo Delfico, il silenzio storico di Regina Margherita e ascoltare buona musica.
Invece?
L'ennesima proroga di una storia che ha dell'assurdo amministrativo.
Tutto sintetizzato dai tanti comunicati stampa dell'ex capogruppo del partito democratico, Giovanni Cavallari e dell'attuale, Gianguido D'Alberto.
Si leggeva, esattamente un anno fa...." L'Amministrazione, con la scellerata Delibera di Giunta n. 204 del 28 maggio 2013, infatti, oltre a sanare una fase pregressa che si reggeva su un illegittimo consenso tacito, ha prolungato, senza una scadenza certa, la gestione dei parcheggi da parte della società privata, della quale continua oggi ad essere totalmente in balìa, visto che la stessa ha addirittura prospettato e chiesto una ulteriore proroga della gestione del parcheggio a raso "almeno" per altri 10 anni, fino al 2025, a fronte di un ipotizzato riequilibrio economico quantificato in circa 930 mila euro, l'incremento delle ore a pagamento (da 9 a 10) e la modifica delle "condizioni di contorno della gestione".
A questo quadro si aggiunge adesso la novità del cambiamento formale della società che gestisce il parcheggio che, come si nota dagli avvisi e dalle comunicazioni fatte agli automobilisti, non è più la Società Parcheggio Piazza Dante s.r.l. ma la SO.CA.BI. S.p.a., che, con lo stesso nome ma non con la medesima natura giuridica, rientrava tra quelle che inizialmente avevano partecipato al progetto di realizzazione complessiva della piazza.
Ebbene, di tale cambiamento, l’Amministrazione comunale, prima della nostra segnalazione agli uffici, non era minimamente a conoscenza! Come è possibile che tutto questo possa avvenire senza un controllo pieno ed efficace del Comune?
E cosa comporta su una gestione, rispetto alla quale il Comune continua a non essere in grado di effettuare una quantificazione del valore economico dell’indeterminato affidamento supplementare?
Il sindaco, l’intera amministrazione, senza una visione strategica del destino della nostra città, sia in termini generali che in termini particolari, deve rispondere una volta per tutte alle nostre domande e spiegare anche le perdite economiche che porta alla collettività.
Qual è l'effettivo vantaggio economico complessivo che questa colpevole situazione di stallo da parte dell'Amministrazione e questa proroga all’infinito della gestione del parcheggio sta determinando per il privato? Qual è l'ammontare del mancato introito del Canone di occupazione del suolo pubblico in danno del bilancio comunale e quindi dei cittadini teramani che ne pagano indirettamente le conseguenze?
Chi paga per tutto questo?
Oggi?
Basta non pagare il parcheggio per dieci minuti e si è multati.
Basta non pagare la contravvenzione e si è precettati da un decreto ingiuntivo.
Quindici euro di debiti possono arrivare anche fino a 278 euro comprensivi di spese legali e di cancelleria.
Tutto a casa nostra.
Senza ledere i diritti di una società di gestione che continua a difendere i proprio interessi ecocnomici.
La Procura dovrebbe porre la propria attenzione in un'altra verità di Teramo dove la proroga, diventa uno strano strumento di Governo della Città.
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