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Quando si distruggono le croci....

di Giancarlo Falconi
1 minuto

La segnalazione è di un teramano attento.
La segnalazione è di un teramano sensibile.
La segnalazione è di un cittadino che ci regala una speranza.

Quando si prova imbarazzo per un probabile atto vandalico; quando si prova vergogna per una plausibile azione da vigliacchi, si nutre attesa per il futuro di una società civile.
Una via di Teramo.
Il messaggio era chiaro " Non ho potuto fotografare ma in Viale Cavour, qualcuno si è divertito a rompere la croce di marmo posizionata su un cippo vicino alla piazzetta. Mi sembra fosse intitolata a tale Bonvicini. Non ricordo se era un corridore ai tempi del Circuito del Castello".
Non ci sono tracce di incidente contro la base in pietra.
Non ci sono tracce di frenata.
Sembrerebbe semplicemente un calcio o più calci contro la croce in pietra.
Quel posto è sacro per i familiari, per i fedeli che passeggiano, per chi desidera un attimo di raccoglimento.
Non siamo tutti uguali ma la vera fede nasce e si ama di credo in credo, nella capacità di rispettare la dottrina e il karma di persone diverse.
Distruggere i simboli religiosi, una croce cristiana, una stella di David, un cosmogramma, una mezzaluna e via pregando o di altre attenzioni etiche e morali, è un pò come togliere alla vita a noi stessi.
Un suicidio assistito dall'ignoranza.
 

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Abbiamo perso ogni dignità umana. Non solo si sono dimenticati i valori di etica sociale, ma anche quelle che sono le norme di comportamento civile.