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Bullismo, omofobia, droga nelle scuole...nasce il comitato "Passami il sale"...

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Perchè passami il sale?
Ecco la storia.
 

"Quando ci arrivano le lettere e sono tante nell'ultimo periodo, di ragazzi o ragazze che si confidano sulle loro confusioni e dubbi sessuali, sul loro essere omosessuale, sulla difficoltà e la paura di parlare con i genitori, con gli amici, con i compagni della squadra di calcio, basket, pallavolo, ci limitiamo a rispondere in maniera generale e relazionata, aiutandoli con precise indicazioni di professionisti del settore a disposizione in maniera gratuita.
Amici d'ascolto.
Questa volta è diverso.
Leggete queste righe...

" Nonna sono gay".
" Passami il sale. Quello rosa che mi hanno detto che fa bene".

Caro Giancarlo, mi chiamo Marco, grazie per quello che hai fatto in questi anni con il tuo splendido gruppo di amici.
Noi non ci conosciamo ma in quegli anni che hai occupato l'ospedale di Teramo, mia madre era ricoverata in Oncologia.
Tu scioperavi di fame e io piccolo con nonna, papà ci ha lasciati per un'altra donna che ero piccolino, in fasce, andavamo a trovare mamma.
Mi piaceva vedere  la vostra energia e i tanti sorrisi. Tanti che vi facevate insieme. Nonna diceva che eravate benedetti.
Poi, nella mia marginità di ragazzino, dopo aver perso mamma, sono cresciuto con i nonni e tante altre storie.
Oggi a 16 anni, sicuro di essere gay, ho fatto l'unica cosa che il mio istinto mi ha detto di fare.
Detto a nonna. Mia doppia mamma.
Sono fortunato perchè vivo in un contesto di persone calde, civili, affettuose.
Quel passami il sale è la cosa più bella che mi si potesse dire, fino all'abbraccio e alle tante risate.
Lei sapeva tutto, da tempo. 
Mi sono sentito scaricato e mi auguro che un giorno mi potrai aiutare a fondare un'associazione per aiutare gli adolescenti gay a non soffrire.
Molti miei coetanei a Teramo, pensano anche al suicidio. 
Grazie e continuate in questo modo...."

Poi, ti arriva un invito a cena nonostante tutto, la febbre, il mal di gola, la spossatezza di una giornata lunga e infinita. Ci vai perchè è giusto.
Il primo vero incontro di un comitato speciale, dopo sei lunghe pre riunioni per stilare lo Statuto che darà forma all'associazione.
Sei ragazzi.
I loro genitori tranne due padri, in vero e profondo imbarazzo sociale per l'omosessualità dei propri figli.
Capiranno con il tempo.
Nessuna condanna.
I ragazzi parlano, discutono, si raccontano.
Le due psicologhe sono brave nei loro silenzi commentati che accompagnano l'apertura.
Atti di bullismo per la loro evidente diversità, testimonianza di piccoli e grandi spacci intorno alle scuole, ( ottima l'attività delle Istituzioni in questi giorni) e quella sensazione di eterna solitudine e di essere sbagliati.
"Frocio" era il termine più elegante e meno ricattatorio.
"Vai nel bagno delle donne che è libero" l'unico ritornello ogni volta che si chiedeva di poter uscire un attimo. 
Tutti chiusi in un silenzio di omertà che fa ancora più male. 
Passami il sale e molte risate.
Quelle risate che diventano sorrisi di complicità.
Teramo riparte anche da qui...si chiama ascolto...e non fa male. 






 

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