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Cirsu: L'Inutile reclamo dei Sindaci Soci e le loro responsabilità

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Il Cirsu è fallito.
Due anni di articoli e di foto.
Due anni di comunicati stampa dei comuni soci a tranquillizzare l'opinione pubblica.
Due anni tra fuoriuscita di percolato, incendi, mancato rispetto delle sentenze del Consiglio Di Stato, di entrate e uscite di rifiuti, continue violazioni dello statuto del CDA ( parità di genere) e  degli accordi sindacali con gli operai di Sogesa, soli, abbandonati a gridare alla luna.
Attendiamo con ansia gli interventi del Partito Democratico di Mosciano che aveva esaltato la gestione ambientale e amministrativa di Cirsu.
Lo stesso Partito potrà renderci edotti di quanti soldi sono stati spesi per le famigerate consulenze legali.
Le Stesse domande sono rivolte a tutti i partiti di maggioranza, a tutti i Comuni, a tutti i sindaci soci di Cirsu.
Basta leggere, basta saper leggere le oltre venti pagine di motivazione del Giudice Delegato del Tribunale di Teramo, sezione Fallimentare, Giovanni Cirillo, per comprendere una storia di evidenti negligenze.
Il controllo analogo.
" ...è fondamentale che l'ente o gli enti soci esercito un controllo preventivo ed effettivo sulla gestione della società, così come avviene per i servizi interni, del o degli enti pubblici interessati".
" ...appare chiaro che questo requisito difetta completamente".
Questa è una condanna a tutto il sistema pubblico teramano e i Sindaci dovrebbero dimettersi immediatamente, invece di stabilire un incontro con la magistratura o spendere altri soldi pubblici con un inutile reclamo.
I sindaci soci hanno effettuato un serio controllo del bilancio?
Si legge nella sentenza " Il Patrimonio netto passa da meno 7.545.771,00 del 2013 a più 578.991,00 esclusivamente per una super valutazione dei beni immobiliari.
Passati da 4.064.298,00 euro nel 2013 a oltre 10 milioni di euro nel 2015.
Vi rendete conto?
Vi rendete conto che nonostante questi conti, i nobili sindaci di Cirsu ripropongono un ricorso?
Un appello che è passato mesi fa nelle maglie della Corte de L'Aquila con esiti negativi.
Perchè riproporlo?
Per perdere tempo?
La Regione Abruzzo, per Legge, dovrebbe immediatamente vietare l'ingresso dei rifiuti a Grasciano.

Chi risponde a queste domande?
Se per essere titolari di un'autorizzazione integrata ambientale sono necessari inderogabili requisiti soggettivi, tra i quali quello di non trovarsi in stato di fallimento e se, quindi, le autorizzazioni del Polo Tecnologico del Cirsu, sono decadute, essendo Cirsu fallita, con quali autorizzazioni è gestito oggi il Polo e sono trattati i rifiuti al suo interno?
L'ulteriore ingresso di rifiuti, presso il Polo Tecnologico del Cirsu, con il loro accumulo al suo interno, non va a depauperare il valore dei beni di Cirsu che dovranno essere messi all'asta per soddisfare la massa di creditori?
Se si vogliono tutelare i diritti dei creditori e l'ambiente dei cittadini,  non sarebbe necessario imporre all'attuale gestore lo svuotamento dell'impianto dai rifiuti accumulati, senza possibilità di farne entrare altri?
A chi giova oggi la continuità dell'esercizio del Polo se non al privato che lo sta gestendo?
Il pubblico può favorire il privato?

...e non finisce qui...

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Commenti

Ma scusami il Commissario Liquidatore della Provincia che dice ? Credo che Lui in qualche modo ha cogestito tale azienda. Ovviamente ometto di citare precedenti Amministratori per non esagerare.
Caro Giancarlo, queste domande scusa se mi permetto li dovresti chiedere al grande Presidente e al suo vice.