Questa mattina ero al funerale di una mamma.
La mamma di un amico.
La solita storia di un ricovero, di un mancato ricovero in ospedale.
Nessun posto.
Come se fosse un concerto di Gigione o la prima al Cinema di Checco Zalone.
Il livelllo è comparato ai valori della sanità teramana.
Gran folla al Pronto soccorso e stanze piene in attesa di un posto letto.
Siamo in Estate.
Nel frattempo il pensiero fisso dell'asl unica.
Il silenzio sui 50 milioni di euro di debiti dell'asl di Chieti.
Tutto a carico nostro.
L'asl unica.
Paolucci Docet.
Tutti bravi con le tabelline, il compituccio, il salto orografico, tutti bravi, informati con i tecnicismi che non hanno sensibilità, visione, prospettiva del quotidiano.
La gente di montagna.
Anziana, stanca, depauperata.
Tagli e frattaglie.
Mariani, Pepe e Monticelli.
Scrivono " La delibera con cui la Asl di Teramo ha predisposto la chiusura delle sedi di continuità assistenziale sul territorio della provincia di Teramo è un atto talmente formale e burocratico che non ha avuto alcuna condivisione politica.
Siamo assolutamente consapevoli dell’importante processo di riorganizzazione funzionale della medicina territoriale e ben conosciamo gli atti di indirizzo contenuti all’interno del piano sanitario appena approvato.
Proprio per questo motivo è necessario che i cambiamenti avvengano gradualmente per garantire ai cittadini il mantenimento, prima ancora del potenziamento, dei servizi esistenti
I servizi garantiti dalle guardie mediche sul territorio rappresentano un presidio di sicurezza per le cure primarie inserito nel sistema della rete delle emergenze il cui valore è assoluto e deve essere salvaguardato nella sua funzione di filtro nell’assistenza ai cittadini.
Riteniamo che non esista motivazione cogente che possa determinare nel giro di pochi mesi chiusure di questi servizi di base così vicini alla popolazione.
Pertanto abbiamo immediatamente avviato l’interlocuzione con i competenti uffici regionali affinché si arrivi a scongiurare la chiusura di queste sedi, nelle more di un processo di ampia concertazione territoriale che deve vedere coinvolti i sindaci quali primi tutori della salute dei cittadini.
Ciò che possiamo e dobbiamo fare nel programmare nuovi servizi per le cure primarie attraverso le aggregazioni funzionali territoriali nonché gli innovativi sistemi di telemedicina e teleassistenza non possono prescindere dal mantenimento di un servizio concreto e funzionante quale quello della continuità assistenziale".
LA Politica regionale non sa cosa fanno gli uffici regionali.
La maggioranza che appare come l'opposizione di se stessa.
Bene.
L'Asl di Teramo riscrive sotto lo stimolo politico ( le note arrivate quasi in simultanea. Due supercazzole. Un pò di fantasia non guasterebbe) " 9. Il competente Ufficio Regionale ci ha richiesto le ragioni di tale situazione e la nostra risposta si è fondata sul fatto che proprio in virtù dei ricorsi al TAR non avevamo proceduto ancora alla riorganizzazione (con conseguente taglio del numero di medici) e che, comunque, in attesa delledeterminazioni del TAR non potevamo assegnare incarichi a tempo indeterminato. Con lettera del 18.7.2015 il competente Ufficio Regionale ha esplicitato che “l’esistenza di contenziosi davanti al TAR non è un dato dirimente e non attribuisce all’Amministrazione la facoltà di soprassedere dal dare esecuzione ad un decreto commissariale (il 61 del 2013) autoritativo, perfetto ed efficace”.
10. In tale situazione la ASL di Teramo non poteva che dar corso alla riorganizzazione delle sedi di continuità assistenziale e, pertanto, ha adottato un atto (la Deliberazione del 9.8.2016) di graduale riduzione del numero delle sedi che si concluderà nell’arco di sei mesi.
11. Si tenga conto che la continuità assistenziale non è un servizio di emergenza (tanto è vero che da molti anni non si chiama più “Guardia Medica”) bensì un servizio che prevede la continuità, nelle ore notturne e festive, con il servizio del medico di famiglia per quelle patologie che non possono attendere l’indomani ovvero il giorno post festivo. Tra l’altro con l’istituzione del numero unico della continuità assistenziale (operante già da due anni) viene inviato a domicilio del paziente il medico disponibile più vicino indipendentemente anche dalla sede specifica. 12. Rispondere alle emergenze (quelle che richiedono un tempo di intervento al di sotto dei 60 minuti) non è un compito della Continuità Assistenziale bensì del Servizio 118, tra l’altro la centrale della Continuità Assistenziale è attigua alla centrale 118 proprio per ben discriminare la richiesta ed allertare subito uno o l’altro servizio. Com’è noto, inoltre, la ASL di Teramo a seguito delle nuove determinazioni regionali sta operando un potenziamento del 118 con l’istituzione di ulteriori sedi, l’acquisto di nuovi mezzi, l’assunzione di ulteriore personale. La ASL di Teramo, comunque, non esclude la possibilità di rivedere le decisioni, qualora si manifestassero reali esigenze assistenziali".
Cari Mariani, Pepe, Fagnano, Di Giosia, Mattucci e Monticelli, vista la disorganizzazione degli ospedali teramani, vista la mancanza di personale, vista l'incapacità di rispondere alle esigenze degli utenti, visto il delirante accorpamento che si ripete come le sante feste, anzi festini, se dovessero essere chiuse le Guardie Mediche ( che non si chiamano in questo modo), la protesta si sposterà sotto gli uffici dell'Asl.
Dopo lo Sloggia Varassi si potrebbe organizzare il Torna Varrassi perchè al peggio non c'è mai fine.
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Semplicemente perchè la gente crede alle promesse elettorali.
Ha bisogno di crederci. Poi arriva il conto.