Scuole chiuse a Teramo nella giornata di Venerdì 11 Gennaio 2019.
Visto il peggioramento delle condizioni meteorologiche con le precipitazioni nevose intense annunciate anche per il corso della notte e le temperature in calo, e soprattutto in considerazione delle comunicazioni della Protezione Civile, il Sindaco di Teramo, sentiti il Prefetto e il presidente della provincia, ha emanato una ordinanza con la quale dispone la sospensione delle attivita didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio del Comune di Teramo, compresi gli asili nido comunali, per domani venerdì 11 gennaio 2019. Il Comune di Teramo, attraverso il COC che è operativo nella sede di Piazzale San Francesco, continua a monitorare costantemente l'evoluzione del fenomeno atmosferico; qualora dovessero essere assunte nuove decisioni per i giorni seguenti, verranno comunicate nella giornata di domani.
articolo in aggiornamento
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Come era prevedibile non ci sono nevicate di rilievo in atto, le strade di Teramo sono come se avesse semplicemente piovuto.
Forse le zone collinari possono avere della neve a terra....... ma caro sindaco, secondo lei, è questa situazione da chiudere le strade ?
Se avesse fatto il sindaco nelle gloriose nevicate anni 80 cosa avremmo fatto ?
Scuole chiuse fino in primavera ?
Un po' di "attributi" sindaco e non lavarsi le mani al primo accenno di fiocchi di neve, chiudiamo così non corro rischi.
Ed inizi a fare con la sua squadra qualcosa di concreto per Teramo.
Lavoro inutile degli scansa neve e trasporti pubblici.
In altri tempi altri sindaci sono stati tritati per due dita di neve.
Allora: neve pressoché inesistente.
Poi qualcuno si ostina capziosamente a dire che la società giovanile (o almeno la parte scellerata di questa) è responsabilità esclusiva delle famiglie.
Io, invece, continuo a sostenere che alle famiglie (anch'esse abbondantemente coree) antepongo la politica, di qualsiasi colore.
Bene: qual è il messaggio che passa ai giovani da una situazione del genere (scuole chiuse per RISCHIO neve)?
Essenzialmente:
1) le responsabilità, se puoi, non assumertele;
2) i problemi non si affrontano, ma si scansano.
E tutti viviamo più sereni, apparentemente.
Provo a spiegarmi, tenendo comunque presente che gli eventi atmosferici non vanno sottovalutati: vero è che il tempo è trascorso e che la società è cambiata, così come che sono mutate le condizioni e la portata degli eventi climatici, ma qualche tempo addietro le scuole venivano chiuse solo quando la neve EFFETTIVAMENTE c’era. Mi ricordo che il “termometro” che noi studenti utilizzavamo per stimare la situazione era il fatto che la mattina, in presenza di neve (ribadisco, IN PRESENZA), arrivassero o meno a scuola i compagni che provenivano da Isola del Gran Sasso! Quello significava che forse, con nostra immensa gioia e per grazia ricevuta, ci avrebbero concess0 qualche giorno di aria aperta. Aspettativa quasi sempre vana.
Ma A SCUOLA SI ANDAVA COMUNQUE, salvo casi assolutamente eccezionali e già verificatisi. NON IPOTETICI (riconosco comunque l’importanza della prevenzione, laddove non esasperata).
E, soprattutto, se qualcuno andando a scuola scivolava e sbatteva il culo per terra (e scusatemi per lo “sbatteva”) i genitori non pensavano ad a correre dall’avvocato per denunciare chi non aveva chiuso le scuole per due o otto dita di neve (che ripeto erano già cadute), ma insegnavano ai ragazzi a come camminare in sicurezza sulla neve.
Oggi, al minimo rischio i ragazzi vengono lasciati a casa, ad annoiarsi direbbe giustamente qualcuno. E questi si vanno ad inventare i modi peggiori per impegnare il loro tempo.
Le strade vanno immediatamente pulite, le scuole non vanno chiuse ed i ragazzi DEVONO andare a scuola. E, casomai, sbattere il culo per terra, per essere dovuti andare a scuola e non per scappare dopo aver distrutto un vetro.
Che sia chiaro: il problema non è solo di Teramo e dell’amministrazione teramana. E quello della neve è solo l’oggetto di questa discussione.
Il problema è ben più complesso: la neve e la scuola sono una minima parte.
Ma anche di questo, a mio avviso, bisogna parlare.