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2012: Kenneth Darth e il grosso, grasso bond greco

di Marco Moschetta
14 minuti

36° all’ombra e umidità oltre l’80% ad Atene quel 11 giugno 2011. Mathias Kournellis era rientrato in ufficio al Ministero dopo una mattinata di incontri con i capi delle principali banche e fondi pensione del Paese. Era soddisfatto: aveva rinegoziato il taglio del 75% di una serie di emissioni obbligazionarie decennali che sarebbero scadute in meno di un anno. Gli investitori, tra cui c’era anche qualche banca tedesca e inglese, avevano acconsentito a vedersi rimborsati solo 3,5 miliardi di euro dei circa 15 che avevano prestato allo Stato dieci anni prima, con una perdita di oltre 11 miliardi di euro.

Quella mattina il Ministero aveva affittato la sala conference dell’Hotel Intercontinental per riunire tutti i rappresentanti e gli analisti delle banche e dei fondi. Dopo alcuni interventi tecnici, in cui i suoi uomini avevano mostrato la valenza strategica dell’accordo volontario di ristrutturazione del debito greco anche nel quadro delle pressioni sull’Euro, lui aveva preso la parola e, compresso nella giacca di sartoria in cui era ultimamente un po’ meno comodo, aveva detto che:

“E’ strategico non solo per la Grecia, ma per tutta l’Europa, e se vogliamo per il mondo occidentale, che questi accordi siano volontari tra il Ministero e voi investitori. Il fatto che siano giuridicamente concordati ci consente di non essere tecnicamente in default e, per questa via, di non buttare all’aria 10 anni di integrazione monetaria europea. Senza citare il fatto che, dopo di noi, sono pronte a crollare anche l’Italia, il Portogallo e la Spagna. A quel punto staremmo tutti peggio”

Adesso però era stanco. Dopo interminabili chiacchiere intorno al buffet che era stato preparato all’uscita della conferenza dei creditori obbligazionari, si era buttato sul divano del suo ufficio e giocava al brick breaker sul Blackberry. Quasi il 70% degli obbligazionisti aveva – obtorto collo – dichiarato di acconsentire al taglio del 75% del credito vantato, rinunciando anche alla maturazione di interessi per l’anno residuo. Quelli che non avevano già acconsentito stavano semplicemente aspettando l’OK dei loro organi deliberanti.

Non aveva del tutto capito, però, le preoccupazioni dei legali di Clifford Chance. Secondo loro, visto che gli accordi non prevedevano una clausola collettiva maggioritaria di ristrutturazione, il ministero avrebbe dovuto rimborsare per intero quel 30% di obbligazionisti che non si erano presentati alla conferenza.

I bond erano liberamente trasferibili sul mercato, quindi, allo stato attuale, nessuno sapeva nelle mani di chi si trovassero. Si fossero presentati, alla data di scadenza, dei creditori fuori dall’accordo, il ministero avrebbe dovuto pagarli per la somma originaria. Pena il default.

Il buzz dell’interfono lo aveva fatto sobbalzare e aveva perso la pallina al sesto quadro. Era Calliope, la sua segretaria: le portava la cedrata ghiacciata corretta all’ouzo che aveva chiesto e le diceva che un tal Avvocato Rick Rastall gli chiedeva un appuntamento telefonico.

“non conosco nessuno con questo nome” – aveva detto Kournellis.

“mi ha detto solo che chiama dalle Isole Cayman” – si era stretta nelle spalle, Calliope – “e non ha assolutamente voluto aggiungere altro. Anche da una ricerca su Google viene fuori davvero poco. E’ un avvocato americano”

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Era rientrato a casa la sera tutto eccitato.

“Ophelia si parte per le Cayman” – “Invitati da un grande investitore internazionale, 4-5 giorni al mare lontano da tutto e tutti e galà privato per noi su uno yacht di 70 metri”.

Si rileggeva il FAX che si era fatto mandare da Rastall:

“Seven Miles, Gran Cayman, 11 giugno 2011

Stimato Avvocato Kournellis,

lo scrivente rappresenta uno dei principali fondi di investimento “hedge” privati del mondo.

Siamo consapevoli della situazione di crisi in cui si dibatte lo Stato Greco.

A tale proposito, siamo disponibili a cooperare con il Suo Ministero per l’individuazione di soluzioni di reciproco beneficio nel quadro del rispetto degli equilibri di finanza pubblica della Repubblica Greca.

La invitiamo a tale scopo presso i nostri uffici per una sessione di lavoro sull’argomento.

Luogo:

Dart Management Limited

C/O Camana Bay, Suite 3211

George Town, GR CAYMAN

il prossimo 17 giugno 2011 alle ore 11:00 a.m. (GMT – 5:00)

Cordialmente

Richard J. Rastall”

Chiamò suo figlio Anastasis

“Stas si parte per le Cayman. Mi raccomando porta anche Kyra. Staremo via una settimana. Voliamo con il Gulfstream senza livrea della Olympic, abbiamo un invito ufficiale, voleremo per ragioni di ufficio”

 

“Ah dimenticavo: portati un tight. Dì a tua moglie di portarsi un abito da sera e qualche gioiello. Hanno organizzato per noi un galà su uno yacht di 70 metri”

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Kyra non aveva nessuna intenzione di farsi trascinare in un fuori programma di una settimana. Da sei mesi ormai aveva trovato entusiasmo e motivazione nella collaborazione con una non profit che aiutava le madri e i bambini ridotti letteralmente alla fame dalla crisi economica, e quel venerdì aveva in programma un concerto di beneficienza. Era riuscita ad ottenere grazie a suo suocero un flusso di contributi di qualche  migliaia di euro al mese, ed aveva scoperto, con meraviglia, quello che poteva fare per delle persone meno fortunate di lei anche con pochi soldi. I sorrisi e la gratitudine delle persone semplici la facevano sentire realizzata, e questo la stava estraniando sempre più dal vortice di politica denaro e politica in cui Stas stava cercando di acquisire posizioni autonome.

Alla fine aveva acconsentito, Stas gliel’aveva venduta come un’operazione benefica per l’intero Paese. Lei aveva mangiato un’insalata allo yogurt ed ora si era accovacciata nell’ultima fila a poppa della piccola cabina del Gulfstream maledicendo suo marito e suo suocero che continuavano a confabulare sul salottino più avanti. Prima di decidersi ad abbassarsi la mascherina sugli occhi aveva gettato uno sguardo fuori dal finestrino, aveva riconosciuto il profilo di Gibilterra mentre il piccolo jet si lanciava sull’Atlantico inseguendo il sole arancione spento che si tuffava nel blu metallico. Ad occhi chiusi e con i sensi occupati solo dal ronzio dei motori si era sentita come catapultata in una nuova fase della sua vita. Aveva tirato fuori l’iPhone ed aveva lasciato andare la musica http://mp3.shmidt.net/song/1137/Reamonn_-_Tonight_Jam_El_Mar_Remix.html

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Mathias faceva i conti della serva sul tavolinetto di radica:

 

“allora Stas. Un gruppo di banche con cui ho rapporti personali non ha ancora aderito all’accordo di ristrutturazione. Avevano comprato obbligazioni per oltre 450 milioni di euro di valore facciale. Dopo la ristrutturazione della settimana scorsa, queste obbligazioni valgono meno di 90 milioni.

 

Ho parlato con tutti loro. Invece di partecipare all’Accordo, venderanno i titoli alla Dart Management, il fondo hedge delle Cayman, che li pagherà cash. Dart non parteciperà all’accordo di ristrutturazione e verrà rimborsato interamente a scadenza, il prossimo 15 maggio 2012.

 

Per Dart il profitto sarà di oltre 350 milioni di euro. Per questa dritta, l’Avvocato Rastall ci accrediterà immediatamente 5 milioni di euro. Al rimborso, a maggio dell’anno prossimo, sono pronti per noi altri 10 milioni. Mi hanno detto i miei amici in banca che vogliono qualcosa anche loro. Secondo l’Avvocato non c’è problema”.

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A 55 anni Kenneth Dart apparve alla delegazione greca come un principe ottocentesco. Seguì personalmente le manovre d’attracco del tender al suo yacht ormeggiato in baia davanti al British Golf Club. Sfiorò al viso la mano di Ophelia e poi di Kyra in un inchino perfettamente calibrato, le introdusse a sua moglie Janice con un abbraccio distante.

Il Claire con i suoi 70 metri di lunghezza aveva un profilo da nave da guerra e i radar costantemente in funzione. Buttafuori in occhiali scuri e walkie-talkye percorrevano le murate sorvegliando lo specchio d’acqua circostante. All’interno vetro, legni tenui e colori pastello, linee tese e minimali e opere d’arte contemporanea alle pareti. Un’orchestra da camera austriaca accompagnava il tintinnio di argenti e cristalli a cena. Ad un grande corallo rosso poggiato sullo Steinway a mezza coda il compito di spezzare le geometrie asettiche e quasi ossessive.

Kyra si era rintanata in un atteggiamento di silenziosa auto osservazione. Suo marito mandava giù un bicchiere di champagne dopo l’altro ed imitava grossolanamente lo charme naturale del padrone di casa. Ora Stas le dava l’impressione di stare perdendo la misura della sua pur generosissima condizione materiale.

Al dessert servito sul ponte esterno Kyra seguiva Stas che seguiva Dart perché proprio non sapeva dove andare e cosa fare di quella serata che non voleva finire mai. Aveva un paio di volte beccato Dart che fingendo attenzione per Stas scansionava la schiena nuda del suo abito Valentino da sera estiva.

“Qual è il focus di investimento tipico del vostro hedge fund, dr. Dart?”

Aveva chiesto Stas  scimmiottando una puerile padronanza della materia.

Dart conosceva i suoi polli:

“Vede, Mr. Kournellis, se i fondi hedge normali investono nel poco probabile, noi di Dart Management investiamo nell’altamente improbabile”

 

“E’ ovvio che nel fare questo prendiamo le nostre precauzioni”

Iniziò a contare sulla mano destra, partendo dal mignolo

“Primo: studiamo molto ogni opportunità, e ci facciamo tutte le domande possibili”

“Secondo: cerchiamo di bilanciare le nostre prese di rischio investendo in opportunità che presentano probabilità opposte di verificarsi. Ad esempio, investiamo in titoli del comparto energia, molto legati alla domanda globale e alla crescita economica, e vendiamo allo scoperto dei futures sui principali indici mondiali. Così se si blocca la crescita, gli indici borsistici calano, e noi ci rifacciamo del calo dei titoli energetici ricomprando a prezzi vantaggiosi i titoli che avevamo preso in prestito e venduto a prezzi più alti”

 

“Terzo, ed è il punto più importante di tutti. Viviamo in quest’isoletta sperduta in mezzo ai Caraibi, siamo pertanto outsiders in tutte le economie mondiali. Coltiviamo le nostre relazioni, e cerchiamo di diventare degli insiders. Ci posizioniamo su delle asimmetrie informative. Ci facciamo dare delle dritte, insomma. ”

= = =

Kyra aveva dormito malissimo quella notte. Suo marito non l’aveva raggiunta al letto, aveva seguito Dart che insieme a suo padre aveva proposto un giro nei locali dell’isola. Poi, finalmente, aveva preso sonno. Aveva sognato con l’intensità di una visione cose piccole e serene: di avere un bambino, da un papà dolce e forte, quieto e sicuro. Normale e modesto. Una casa arredata d’amore piccole cose e un po’ di confusione, mobili dell’Ikea e vasi di fiori sul balcone. Pesciolini rossi che ti nascono a cui dare un nome.

Si era ritrovata sveglia e turbata alle cinque e mezza, Stas non era ancora rientrato. Aveva raccattato tutto nel suo piccolo trolley da viaggio. Si era fatta accompagnare sull’isola da uno dei bodyguard. Aveva preso l’aerotaxi per Miami.

Solo quando era riuscita a prendere posto sul volo per Atene via Londra della British Airways si era sentita sicura. Per arrivare al posto centrale 36B aveva costretto un tale a spostare la sua 24 ore, il suo portatile già aperto sul tavolinetto, varie carte, calcolatrice penne e matite.

“It’s OK” – aveva rimuginato a lei che si scusava e chiedeva permesso – concentrato, seccato e senza nemmeno alzare lo sguardo mentre raccoglieva una penna sotto il sedile.

Per le successive nove ore sarebbe stata scomoda e stretta in classe economica e si sarebbe servita di un bagno occupato, sporco e maleodorante. Avrebbe dovuto chiedere permesso al vicino orso che dorme. Gambe anchilosate e pianto disperato di bimbi in piena notte.

Si sentiva una giovane donna con una nuovissima, eccitante sensazione di libertà.

Il suo posto era vicino ad una signora inglese di 70 anni che aveva subito attaccato bottone.

“mi piacciono o jeans che portate voi ragazze oggi” – le disse sorridente e amichevole – “ai miei tempi non c’erano e adesso non sta bene che me li metta … siete fortunate voi di questa generazione !!!”

POST SCRIPTUM

Kenneth Dart, sua moglie Janice, e l’avvocato Rastall esistono davvero, ed hanno davvero guadagnato centinaia di milioni di euro nel maggio 2012 per il rimborso integrale dei loro crediti verso la Grecia.

Papà Kournellis è inventato, così come suo figlio.

Kyra invece è vera. Si è stufata delle Ferrari, ed il suo è un nome d’arte utilizzato a tutela della sua privacy quando recita per noi.

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Li ho raccolti quasi tutti. Piccola domanda " Terzo, ed è il punto più importante di tutti. Viviamo in quest’isoletta sperduta in mezzo ai Caraibi, siamo pertanto outsiders in tutte le economie mondiali. Coltiviamo le nostre relazioni, e cerchiamo di diventare degli insiders. Ci posizioniamo su delle asimmetrie informative. Ci facciamo dare delle dritte, insomma. ” Sembra che lei voglia andar via dalla nostra Italia. Una mia impressiona da lettore o la verità?
Ancora una volta un piccolo capolavoro con qualche tecnicismo che possiamo digerire. Stiamo salendo di livello. Noi suoi studenti. Grazie ancora.
Dove invetsire? Che cosa comprare? Che dobbiamo fare noi con due risparmi? Il materasso? Che lei che pensa?
Caro Anonimo per mantenere il lavoro il fatto che in Italia ci siano persone che per commentare in un blog devo presentarsi come fa lei credo sia un motivo sufficiente per volersene andare. Lei dà una implicita dichiarazione del fatto che da noi vige un sistema MAFIOSO. Sono appena rientrato da un viaggio di due giorni a Vilnius, capitale della Lituania, ed ho potuto osservare lì quanto segue: 1. da oltre un anno tutti i parlamentari si sono ridotti della metà gli stipendi - prendono ora 3500 euro/mese, tutto incluso 2. davanti al parlamento c'era una sola auto blu. una dignitosissima Ford Mondeo. Mi hanno detto che la presidente era in visita al parlamento 3. il debito pubblico è al 40%, le tasse sono a circa il 43% 4. tutti si fermano alle strisce pedonali, nessuno getta una carta per terra, i proprietari di cani non lasciano deiezioni dappertutto 5. i dipendenti pubblici si propongono per straordinari volontari non retribuiti, dato che temono di perdere il lavoro e vogliono tirarsi su le maniche per mantenere il Paese in piedi Ovviamente non immagino di andarmene in Lituania, Paese in cui si parla - oltre all'inglese - una lingua prossima al sanscrito. Certo che con un peso fiscale, calcolato sul recente modello unico, di oltre il 68% (io sono un partita iva gestione separata inps che paga oltre il 27% per una pensione che non vedrà) la voglia di andarmene c'è Non per diventare ricco, come Dart. Ma semplicemente per godere dei frutti del mio lavoro in un Paese che non ti tira tranelli ad ogni piè sospinto. Come la tassa da 80 euro (a cui si aggiungono i 50 euro di intervento tecnico obbligatorio) che la provincia mi ha appena somministrato per essermi dimenticato il controllo stagionale della caldaia a gas. Infine, voglio andarmene da un Paese che non riconosce che siamo al disastro generato da 20 anni di gestione dissennata delle finanze pubbliche. Imputabile sopratutto ai governi Berlusconi. Mentre il dibattito politico 1. mette la colpa di tutto all'euro e 2. discute di elezioni anticipate SENZA tagliare in alcun modo la SPESA PUBBLICA o PRIVATIZZARE o FARE LE LIBERALIZZAZIONI o ELIMINARE PRIVILEGI PROFESSIONALI E POLITICI o CEDERE IL PATRIMONIO PUBBLICO. Tutte misure presenti nel programma di quel poveraccio di Monti ma che ahimé sono state impedite da una politica stracciona ladra spendacciona e ignorante. (si vide all'inizio con Gasparri che sosteneva i taxi e Al Fano che invece paraculava i notai - e in seguito tutto è rimasto com'era) Ora temo arrivi la PATRIMONIALE per tutti i possessori di casa dato che quest'estate partirà l'attacco al debito italiano e nulla potrà la Bce del pur ottimo Draghi. Legga bene cosa questo significa: "noi POLITICI facciamo i debiti per SPENDERE i VOSTRI soldi poi VOI SUDDITI coprite il buco con il vostro patrimonio che siete miracolosamente riusciti a mettere da parte nonostante un sistema fiscale MOSTRUOSO. Nel frattempo noi POLITICI continuiamo a divertirci a Roma (o a Milano, Cagliari, Palemmo, ... Teramo) con le nostre autoblù, appartamenti, vacanze, pennichelle e passeggiatine al caffè greco". (quando non si deve andare all'UBS di Lugano a fare qualche deposito o correre al collegio a sparare quattro cagate a favore di qualche galoppino o in prossimità di elezioni...) Cordialmente mm
Per Giuliana Di Candido, lei mi lusinga. grazie davvero, confermo il mio impegno cercando di leggere quello che avviene e riportarlo in format di vita vissuta. critiche benvenute, of course, m
Per Luciano, non mi chieda dove investire. non è il mio mestiere e la domanda non può prescindere da un'analisi seria della sua situazione finanziaria e dalla sua propensione al rischio. Per quanto mi riguarda in un momento come questo "sto liquido" - mi sobbarco l'inflazione e mi tengo i soldi in banca. al massimo qualche strumento di liquidità differita per spuntare qualche mezzo punto lordo in più (strumenti tipo "super save" etc) non dimentichi mai l'equivalenza r-r rendimento uguale rischio in bocca al lupo e che le sue scelte finanziarie siano guidate dalle sue scelte di vita (non faccia l'errore di fare scelte finanziarie per cercare di mutare stile di vita) cordialmente m