"...il sistema carcerario è qualcosa di inumano e le cose che accadono qui dentro sono aberranti. Non mi riferisco all’oramai tristemente noto sovraffollamento, per il quale anche il presidente Napolitano si é ricordato di parlare, ma di tutti quegli abusi che avvengono quotidianamente e restano taciuti, insabbiatati e impuniti. L’obiettivo che la nostra Costituzione, nell’art.27, si propone è di rieducare il detenuto ma l’unico risultato che si riesce a raggiungere è l’umiliazione e l’annientamento fisico e psicologico delle persone, con lo spreco di miliardi di soldi pubblici.
La vita per noi detenuti si svolge in cella di 7-8 metri quadrati, senza però calcolare lo spazio occupato da tavoli e sgabelli, quel che resta è comunque da dividere per due persone. Siamo costretti a restare in cella per 21 ore al giorno e le attività per impiegare il proprio tempo sono nulle o riservate a pochi eletti.
I detenuti che ad esempio hanno la fortuna di distribuire il rancio o di fare le pulizie ricevono la miseria di 50 euro mensili per il loro impiego. E devono stare pure zitti se gli chiedono di fare straordinari. Gli stessi prodotti venduti all’interno del carcere sono molto più cari che all’esterno. Gli spazi dove incontrare i familiari sono freddi e impediscono un colloquio umano, per non parlare del fatto che il sistema vigente impedisce ad una coppia di avere qualsiasi intimità. Le strutture cadono a pezzi, l’igiene è precaria. I detenuti affetti da malattie infettive sono messi nelle stesse celle con detenuti sani. Il razzismo dilaga tra il personale penitenziario, ne sono testimone, e ad ogni rivendicazione di qualsiasi diritto si viene picchiati e sbattuti in isolamento. Per far sentire la propria voce, molti compiono gesti di autolesionismo e nemmeno vengo assistiti.
La depressione qui è dilagante ma l’unico rimedio è imbottirsi di farmaci e ridurti a degli zombi. Per avere un semplice colloquio con uno psicologo o uno psichiatra devi aspettare mesi. Le finestre, oltre ad avere delle sbarre, sono munite di una fitta rete che impedisce di guardare all’esterno. Le docce sono in comune, spesso allagate e piene di muffa. Ci vengono consegnati due soli rotoli di carta igienica per un mese e chi non ha soldi ha davvero parecchi disagi.
Ma questo non è niente rispetto a chi è sottoposto al regime di 41 bis, dove si viene trattati peggio dei cani, con isolamenti che durano sei mesi, chiusi in 7 metri quadri e con la censura della posta. Praticamente si vive in una tomba. Il 22 Maggio scorso ho fatto uno sciopero della fame, per denunciare queste insostenibili condizioni carcerarie ma da solo posso fare poco o nulla.
Qui ci saranno pure i criminali ma anche loro hanno diritto ad un minimo di dignità per poter riscattare i propri errori. Quel che voglio chiedervi è di parlare semplicemente di più delle carceri, di indagare, di essere la nostra voce fuori di qui".
Per scrivere a Davide Rosci
C\o casa circondariale
Mammagialla di Viterbo
Strada San Salvatore
01100 VITERBO
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