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A chi mi chiede chi fosse mio padre...

di I due Punti
4 minuti

Una lettera, un richiamo del cuore, un senso della vita. Ciò che lega un padre e un figlio. Moreno Fieni è mio amico. Scrive in memoria del padre...scrive per le mancanze di tutti noi...Un dolore  e un abbraccio per la voce dell'anima.

..a chi mi chiede chi fosse mio padre, vorrei rispondere col silenzio della sua assenza, o col frastuono di quel lungo applauso commosso che lo ha salutato. Vorrei ricordare la forza che aveva negli occhi, la determinazione che aveva nelle mani, l’emozione che celava nel cuore, il bene che trasudava dall’anima. Era un uomo degno, un uomo cresciuto nuotando nella sofferenza, galleggiando nel dolore, perdendo pezzi di corpo e di anima senza mai mollare il colpo, sempre pronto a mordere la vita più di quanto essa non mordesse lui. Era un ribelle, un rivoluzionario, un anarchico, un futurista, senza però perdere la concretezza, con i piedi ben saldati a terra, ma la testa irrimediabilmente persa tra le nuvole, a scovare nuovi orizzonti per lo più ignoti agli altri. Era un uomo freddo, talora cinico nell’accettazione del destino, ma capace di emozionarsi al punto di abbandonare la capacità razionale e perdersi completamente per godere della gioia di un attimo. Mi raccontano che dopo la mia nascita non sapesse come prendermi in braccio perché in una mano aveva le sigarette e nell’altra le chiavi della macchina, o forse perché l’emozione di avere un figlio superava qualunque forma di ragionamento. Ricordo le sue poche parole, dirette, che mi hanno cresciuto durante l’infanzia, mi ricordo le poche risposte alle mie mille domande, mi ricordo i libri di ogni genere con cui mi spronava da solo a cercare ciò che volevo sapere. A poco a poco, crescendo, ho capito la validità dei suoi insegnamenti, ho capito che non voleva imporsi come padre, che non è mai salito su un pulpito per fare la lezione, che voleva diventassi grande con una mia coscienza, con una mia autonomia, che potessi io spiegare a lui. Quante chiacchierate, quante liti, quanti punti di vista diversi, quante volte ho odiato la sua determinazione e quante volte mi sono meravigliato che ascoltasse e seguisse i miei consigli. Quante volte è stato amico, compagno di sbornie, di risate, di avventure, mantenendo sempre quell’aura di autorevolezza nello sguardo, quante volte mi ha insegnato cosa significa la dignità, di non lamentarsi, di non imprecare contro il dolore e la sofferenza, cosa significa l’accettazione dell’ineluttabile e cosa significa poter modificare la parte malleabile di ognuno di noi. A chi mi chiede in cosa credesse mio padre, potrei rispondere all’amore tra le persone, all’amicizia, al significato del dare senza pretendere di ricevere, al sacrificio, al rispetto. Era un uomo corretto, giusto, seppur con l’adeguata dose di furbizia che ogni tanto si poteva scovare come una scintilla dietro quegli occhi tondi e gentili che in un attimo potevano infiammarsi ed illuminare il contorno di un momento. Era un uomo che mi ha insegnato tutto quello che so della vita, anche quello che non sapeva direttamente, perché era come se fosse in grado di trasmetterlo per osmosi, perché empatico alla vita, perché endemico alla complessità della società in cui ha vissuto. A chi mi chiede chi fosse mio padre, posso solo dire peccato se non ha avuto modo di conoscerlo, perché a suo modo avrebbe insegnato, avrebbe colpito, avrebbe meravigliato. È per questo che mi manca e mi mancherà per sempre, perché i suoi valori continueranno a viaggiare dentro di me, sperando possa esserne un minimo soddisfatto, perché sarebbe la più grossa ricompensa cui posso anelare nella mia esistenza. Forse non gli ho mai detto che gli volevo bene, forse non me l’ha detto nemmeno lui, ma non è importante, perché lo sapevamo entrambi, quello che davvero avrei voluto dirgli è che spero di essere un giorno come lui..

Moreno Fieni

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Commenti

Grazie della lettera. Mi ha fatto pensare immediatamente al rapporto che ho con mio padre e mi ha sinceramente commosso.
Moreno... avrei voluto saper scrivere la stessa lettera a mio padre...

posso solo dire che ho perso mio padre e leggendo questa lettera,mi ritrovo in parecchie riflessioni.

ho perso mio padre una settimana fa,e molte delle tue riflessioni mi fanno ripensare a cose che anch'io avrei detto di lui!!!
Uomini d'altri tempi...
ho perso anch'io mio padre... l'unica persona che mi avesse mai amato.. ho appreso tutto da lui. solo da lui. Questa lettera è toccante.. neanche io gli ho mai detto" ti voglio bene" se non in punto di morte, quando ormai forse non mi ha nemmeno sentita...
Caro Cugino non sai il dolore che provo per te per la perdita del mio zione e il dolore che ci ha unito nello stesso destino! Però anch'io avrei voluto scrivere queste parole a mio padre, almeno mi consola ormai che loro i due fratelli inseparabili si sono ritrovati l'assù e pregano e ci proteggono. Un Abbraccio Tuo cuginetto Ivan