La situazione della società In House della Provincia di Teramo è a dir poco spinosa. L’impressione è che né la Giunta né l’amministratore unico Cretarola siano in grado di gestirla in modo adeguato.
Probabilmente questioni giuridicamente elevate avrebbero bisogno di adeguato supporto professionale, purtroppo sembra l’esatto contrario, con errori, reticenze, sottintesi ed una grande zona d’ombra.
Enumeriamo le questioni che, da sole e nel loro complesso, rappresentano altrettanti “punctum dolens”:
1) La società è di diritto privato, ma a totale capitale pubblico, nata allo scopo di fornire servizi strumentali alle funzioni della Provincia; essa pertanto non soggiace ad alcuna normativa o piuttosto soggiace sia alla disciplina civilistica che ai limiti imposti dalle leggi per gli enti pubblici? Sembrerebbe la seconda ipotesi.
2) La genesi della società non sembrerebbe sia stata preceduta da tutte le analisi tecniche sufficienti a supportarne la sostenibilità giuridica nel medio-lungo periodo.
3) L'amministratore unico, Cretarola, viene da fuori regione e sembrerebbe abbia rapporti con l'assessore regionale Paolo Gatti, la qual cosa potrebbe essere in linea con la pubblica opinione che vorrebbe che Gatti ami circondarsi, allo stesso modo dell'ex senatore Salini, di persone non particolarmente qualificate.
4) I contratti stipulati con i 110 dipendenti sono congruenti con le mansioni effettivamente svolte? E le mansioni previste dai contratti sono corrispondenti alla strumentalità ai servizi della Provincia? Sembrerebbe di no. E se qualcuno dei lavoratori si presentasse davanti al Giudice del Lavoro o invocasse i controlli della Direzione Provinciale del Lavoro?
5) Sono applicabili ad una srl, per quanto pubblica, le norme di cui al D.Lgs. n. 368/2001 che prevedono - alla seconda proroga dei contratti a tempo determinato (quale è appunto quella attuale di 15 giorni) - l’automatica trasformazione degli stessi in contratti a tempo indeterminato? Parrebbe di si.
6) I fondi POR, che rappresentano la fonte principale di alimentazione del capitolo dal quale provengono i soldi con cui si pagano gli stipendi dei lavoratori, consentono di poter essere utilizzati per pagare personale a tempo indeterminato (nel caso si verificasse l'ipotesi di cui al punto precedente)?
7) Esiste un piano industriale, una pianta organica, un piano occupazionale?
8) Si applica alle società In House la norma di cui all’art. 18 del D.L. n. 112/2008? Certamente si. Il 2° comma di tale articolo impone a tali società l'adozione di “criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità”. È stata mai rispettata tale disposizione? Non sembrerebbe.
9) Sono state conteggiate le spese che la Provincia sostiene per i 110 dipendenti della Teramo Lavoro nei limiti di spesa per il personale che l’Ente non può oltrepassare? Nello specifico, come definitivamente chiarito con deliberazione n. 98/2011 dalla Corte dei Conti Campania, “sono da considerarsi sostenute direttamente dall’ente locale le spese di personale iscritte nel bilancio della società pubblica in house, tanto nel caso di partecipazione unica totalitaria, quanto nel caso di compartecipazione plurisoggettiva”, in quanto “lo strumento dell’affidamento di servizi ad enti partecipati non può comunque venire utilizzato per eludere le normative pubblicistiche in tema di finanza pubblica o attività contrattuale che disciplinano l’attività della pubblica amministrazione; in particolare, la disciplina vincolistica in materia di personale deve essere intesa come riferibile non soltanto all’ente stesso, ma anche a tutte le forme di cooperazione interlocale oltre che di esternalizzazione in senso stretto”. Se l'Ente dovesse risultare fuori dai parametri, dopo la attuale proroga di 15 giorni la Provincia potrebbe procedere ad ulteriori proroghe in violazione del tetto di spesa?
10) Perché i sindacati si sono opposti unitariamente alla prospettata ipotesi di proroga dei contratti per 15 giorni (escludendosi a priori che non vogliano il bene dei lavoratori stessi)? In assenza del consenso dei sindacati, l'amministratore unico è consapevole di essere il solo responsabile, pur in presenza dell'indirizzo dato dalla Giunta di prorogare i contratti? E l'Amministrazione ritiene di dover navigare a vista fino alle prossime elezioni oppure ha in mente progetti di sviluppo (o di chiusura) che ritiene di non poter rivelare?
La Redazione de “I Due Punti”
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Io so che in cumune lavora una massa di gente SENZA AVER FATTO NESSUN CONCORSO! Conosco nomi e cognomi. Entrano con un semplice stage..poi lecca di qua e lecca di là, si ritrovano dentro. I comuni mortali, anche se bravissimi, SE NON SONO ISCRITTI AL PDL, non passano! E questo è un dato di fatto. Giuliano