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L'Ordine o la Casta degli Ingegneri?

di Christian Francia
3 minuti

Ci sono cose difficili da capire o che comunque, per quanto ne è dato sapere, appaiono anomale e incongruenti.
L’Ordine degli Ingegneri di Teramo, per bocca del suo Presidente Alfonso Marcozzi, ha inteso esprimere opinioni e valutazioni circa il bando emesso dalla Provincia di Teramo per l’assunzione a tempo determinato di un Dirigente tecnico.
Con riferimento al riordino o alla probabile eliminazione delle Province, l’Ordine afferma che “La nomina di un nuovo dirigente doveva essere oggetto di una riflessione più attenta”.
Strano. Se una considerazione del genere è ammissibile e comprensibile in quanto proveniente dai cittadini, perché l’Ordine sembrerebbe preferire la totale assenza di Dirigenti tecnici alla presenza di almeno un tecnico?

L’Ordine rema contro la carriera e la professionalizzazione dei suoi iscritti?
Marcozzi sostiene apoditticamente che “le competenze richieste, secondo le norme di settore, appartengono solo alla figura professionale dell’ingegnere e non certamente ad altre figure professionali”.

Poiché il bando richiede esclusivamente il possesso della Laurea in Ingegneria o in Architettura, appare chiaro che gli ingegneri chiedano l’esclusione degli architetti.
E come mai? A quali norme di settore si riferisce Marcozzi? Perché non le cita? Semplice: perché non ci sono.
Nessuna legge, infatti, prescrive che a capo di un ufficio tecnico debba sedere un tecnico, tanto è vero che dal luglio dello scorso anno alla guida del Settore viabilità della Provincia c’è un dirigente amministrativo.
Se le cose stanno in questo modo, chi potrebbe vietare alla Provincia di assumere un Dirigente architetto? Nessuno.
Invece l’Ingegner Marcozzi chiede esplicitamente la rettifica del bando al fine di “limitare la partecipazione alla sola categoria professionale degli ingegneri”, minacciando addirittura – nel caso la Provincia non accolga il consiglio – la proposizione di apposito ricorso alla Giustizia amministrativa.

Ma l’Ordine degli Architetti non si inalbera almeno un pochino?
E, soprattutto, gli ingegneri chi credono di spaventare?
E chi li consiglia giuridicamente, Topolino?
Più che sollecitare la Provincia ad “una riflessione più attenta”, io solleciterei l’Ordine degli ingegneri a riflessioni più accorte e molto più circostanziate, citando leggi, articoli e commi violati, altrimenti si fanno brutte figure che ricadono su tutti gli iscritti alla spettabile categoria (senza contare gli incidenti diplomatici con distinti ordini professionali che a buon diritto potrebbero sentirsi offesi).

Infine, se la coerenza è ancora una virtù (ed è chiaro che non lo è più da decenni per la categoria dei politici), potrebbe spiegarci l’Ordine degli ingegneri come mai non si è mai lamentato, ad esempio, del fatto che al Comune di Teramo i tre Dirigenti tecnici siano tutti Architetti?
E perché mai, dato che uno di essi è in aspettativa per altro incarico (Arch. Di Timoteo) e un altro è in via di pensionamento se non già pensionato (Arch. Mattei), l’Ordine degli ingegneri non pretende un concorso per ingegneri, considerato che il terzo Architetto (Mariotti) è rimasto l’unico dirigente tecnico del Comune, peraltro a tempo determinato da nove anni?
Come mai quel concorso per il Settore guidato da Mariotti fu bandito e successivamente revocato nel silenzio dell’Ordine degli Ingegneri?
Forse al Comune gli architetti sono graditi e in Provincia meno?




 

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Francia SINDACO, dopo Falconi.
L'ORDINE DEGLI INGEGNERI SAREBBE UNA CASTA?...MA MI FACCIA IL PIACERE! le vere caste sono quelle dei banchieri,dei giudici, dei politici e ci metto pure la casta dei prefetti e l'intoccabilità prefettizia , mai rimossi, sempre promossi. la casta dei banchieri fa più male della casta dei politici colpevoli di non essersi dati un limite allo sbrago più che allo spreco. l'agenzia delle entrate ha contestato alle grandi banche nostrane 2 si 2 miliardi di euri per imposte non pagate, sanzioni e interessi altro che le evasioni dell'idraulico, dell'insegnante, del commerciante ; il prof. monti - amico degli intoccabili- lo sa bene. poi c'è la casta dei giudici,che vuole un potere incontrollabile. sono i più forti di tutti, con poteri e privilegi immutati nel tempo, 51 giorni di ferie l'anno, carriere automatiche e grande propensione allo spreco, ma questo è un discorso lungo.in vista di quanto precede,come si può qualificare casta un ordine professionale che da anni viene massacrato dai decreti legislativi che come granate sistematicamente diroccano un po tutti gli ordini professionali . ma poi la nostra bella teramo non è ormai targata AQ.? e allora che senso ha assumere un ing.od un arch. a via milli?allonsanfant
In relazione alle affermazioni fatte, a mezzo stampa, dal presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Prov. di Teramo, Alfonso Marcozzi, in merito all'AVVISO DI SELEZIONE PUBBLICA, PER VALUTAZIONE CURRICULARE E COLLOQUIO, PER LA STIPULAZIONE DI UN CONTRATTO DI DIRITTO PUBBLICO A TEMPO DETERMINATO, AI SENSI DEL COMMA 2, DELL’ART. 110 DEL D.L.GVO n. 267/2000, PER L’ASSUNZIONE DI UN DIRIGENTE TECNICO PER LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI STRAORDINARI E STRATEGICI DI PREVENZIONE DEI DANNI E DEI RISCHI DA EVENTI CALAMITOSI - POTENZIAMENTO FATTORI DI SISTEMA ASSE VIABILITÀ, INFRASTRUTTURE, URBANISTICA, PREVENZIONE DEI RISCHI DA CALAMITA’ NATURALI emanato dalla Provincia di Teramo, questo Ordine professionale deve precisare quanto segue: - i compiti delle figure dirigenziali negli enti locali sono stabiliti dall'art. 107 del D.Lgs. 267/2000; - in particolare, ai sensi della citata norma, spetta ai dirigenti la direzione degli uffici e dei servizi secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai regolamenti compresa la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo: - spettano, inoltre, ai dirigenti tutti i compiti, compresa l'adozione degli atti e provvedimenti amministrativi che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, non ricompresi espressamente dalla legge o dallo statuto dell'Ente tra le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo degli organi di governo dell'ente o non rientranti tra le funzioni del segretario o del direttore generale; - sono altresì attribuiti ai dirigenti tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati dai medesimi organi organi, tra i quali in particolare, secondo le modalità stabilite dallo statuto o dai regolamenti dell'ente: a) la presidenza delle commissioni di gara e di concorso; b) la responsabilità delle procedure d'appalto e di concorso; c) la stipulazione dei contratti; d) gli atti di gestione finanziaria, ivi compresa l'assunzione di impegni di spesa; e) gli atti di amministrazione e gestione del personale; f) i provvedimenti di autorizzazione, concessione o analoghi, il cui rilascio presupponga accertamenti e valutazioni, anche di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeterminati dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indirizzo, ivi comprese le autorizzazioni e le concessioni edilizie; g) tutti i provvedimenti di sospensione dei lavori, abbattimento e riduzione in pristino di competenza comunale, nonché i poteri di vigilanza edilizia e di irrogazione delle sanzioni amministrative previsti dalla vigente legislazione statale e regionale in materia di prevenzione e repressione dell'abusivismo edilizio e paesaggistico-ambientale; h) le attestazioni, certificazioni, comunicazioni, diffide, verbali, autenticazioni, legalizzazioni ed ogni altro atto costituente manifestazione di giudizio e di conoscenza; i) gli atti ad essi attribuiti dallo statuto e dai regolamenti o, in base a questi, delegati dal sindaco (dal presidente della Provincia); - come si evince dalla norma sopra citata, a seguito delle numerose riforme della pubblica amministrazione, la figura dirigenziale ha assunto sempre più un ruolo di gestione e, seppure è necessario ed auspicabile che si scelga, per la guida dei diversi settori personale con lauree attinenti i compiti istituzionali assegnati, non sono rari i casi in cui le amministrazioni pongono alla guida di specifici settori tecnici laureati in discipline non attinenti le materie di competenza del settore stesso. Tale fattispecie, seppure non espressamente vietata da norme vigenti, si presta a diverse criticità, non ultima quella della mancata o non sufficiente conoscenza, da parte del dirigente, delle attività tecniche che dovrebbe coordinare; - nel caso in esame, la Provincia di Teramo ha, per diversi mesi, sopperito alla carenza in organico di dirigenti tecnici (dovuta al pensionamento di tre ingegneri e un architetto che, rispettivamente, dirigevano i settori ambiente, edilizia, viabilità e urbanistica dell'Ente) con la copertura dei relativi ruoli da parte di personale amministrativo con lauree in discipline giuridiche (giurisprudenza e scienze politiche), fattispecie questa che ha certamente creato un disservizio nella macchina amministrativa, pure essendo la Provincia stessa dotata di personale tecnico competente (funzionari e istruttori) capace di sopperire alle eventuali carenze della dirigenza nello svolgimento dei compiti assegnati. Va sottolineato che la struttura organizzativa provinciale prevede, a supporto delle attività dei vari servizi, posizioni organizzative tecniche rivestite da laureati in ingegneria, architettura, geologia, scienze agrarie e forestali, ecc., responsabili dei relativi compiti a supporto della dirigenza; - l'attuale normativa prevede l’equipollenza tra “ingegneria edile” e “architettura” per l'accesso ai concorsi pubblici derivandone la piena corrispondenza sotto il profilo legale, come anche ribadito da numerose sentenze del giudice amministrativo, ma anche tecnico, vista la corrispondenza delle materie di studio dei corsi di laurea; - pertanto l'affermazione secondo la quale, a parere del presidente dell'Ordine degli Ingegneri, l'unica figura idonea a ricoprire il posto messo a concorso dalla Provincia di Teramo, non possa che essere un laureato in ingegneria, non appare condivisibile, posto anche il fatto che la laurea in ingegneria, tra l'altro, prevede una molteplicità di settori tra i quali quelli dell'ingegneria Biomedica, Chimica, Civile e Ambientale, dell'Ambiente, delle Telecomunicazioni, Edile - Architettura, Elettrica, Elettronica, Gestionale, Informatica, Meccanica, Nautica, Navale, Bioingegneria, dei trasporti e della Logistica, dell'Ambiente - gestione dei rischi naturali e industriali, delle Acque e della Difesa del suolo, ecc., per cui non si può parlare indistintamente della figura di "INGEGNERE" in quanto tanti e diversificati sono i campi disciplinari della laurea in ingegneria, alcuni dei quali non attinenti gli specifici settori tecnici a cui si riferisce il bando della Provincia. Sottolineato e ribadito quanto sopra, sperando di aver chiarito l'idoneità a ricoprire i compiti di cui al bando provinciale da parte di laureati in architettura, viste le competenze professionali previste dal titolo di studio e dall'abilitazione alla libera professione, giova evidenziare che il nuovo dirigente tecnico, seppure a tempo determinato, dovrà portare avanti una serie di azioni anche nel campo dell'urbanistica e pianificazione territoriale, settore strategico dell'Ente che da tempo soffre di carenza di personale tecnico laureato (nella fattispecie architetti), a differenza di altri servizi provinciali, e quindi proprio la figura dell'architetto sembra la più adatta a coordinare servizi che vedono la presenza contemporanea di diverse figure professionali quali ingegneri, architetti, geologi, agronomi, geologi, chimici, periti industriali, geometri, ecc. Il Presidente dell'ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della prov. di Teramo Arch. Giustino Vallese
@aznavour, COMMENTO PERFETTO.
Francia ma tu lavori in provincia? Vedi i numeri che devono fare i giovani ingegneri per avere un corrispettivo pari al tuo fisso!!!!! Poi parliamo di caste e di meriti e demeriti!!!!! ciao, io sto ancora lavorando e ne avrò per tutta la sera, tu... vai a ballare con i tuoi colleghi???
Egregio sig. Francia mi meraviglio per la sua totale disconoscenza delle norme in materia, rilevato che è anche avvocato. Se avesse letto con piu’ attenzione la lettera che le è stata inviata avrebbe ritrovato le norme in materia che sanciscono la sola competenza degli Ingegneri per i requisiti previsti nel bando. Siccome non ha avuto la bontà di leggere il contenuto della lettera mi permetto di riportare alla sua attenzione le norme in materia. E’ vigente tuttora la ripartizione di competenze professionali tra ingegneri ed architetti sancita dagli art. 5 1 e 52. r.d. 23 ottobre 1925 n. 2537, come confermato dall'art. 1 comma 2 d.lgs, 27 gennaio 1992 n. 129 di attuazione, tra l’altro, della direttiva 851384/Cee. Tali norme, emanate in sede di approvazione del regolamento per le professioni d'ingegnere e di architetto, in particolare riservano alla competenza comune di architetti ed ingegneri le sole opere di edilizia civile, mentre attribuiscono alla sola competenza generale degli ingegneri, quelle concernenti: le costruzioni stradali, le opere igienico sanitarie (depuratoti, acquedotti, fognatura e simili), gli impianti elettrici, le opere idrauliche, le operazioni di estimo, l'estrazione di materiali, le opere industriali; ferme rimanendo per i soli architetti, la competenza in ordine alla progettazione delle opere civili che presentino rilevanti caratteri artistici e monumentali (art. 52, 2° comma, cit. che conserva però alla concorrente competenza dagli ingegneri, secondo la regola generale, la parte tecnica degli interventi costruttivi de quibus). Da ciò discende la regola, frutto dell'interpretazione sistematica e teleologica degli art. 51, 52 e 54 del r.d. 23 ottobre 1925. N. 2537 e pacificamente accolta nella giurisprudenza di seconde cure, secondo cui la progettazione delle opere viarie idrauliche ed igieniche, che non siano strettamente connesse con i singoli fabbricati sia di pertinenza dagli ingegneri. Come vede non ci consiglia giuridicamente Topolino ma ci guida la conoscenza delle norme in materia. La invitiamo prima di porre in essere affermazioni fuori luogo a documentarsi nel merito onde evitare di fare figuracce. Se poi lei non fa riferimento alle norme dello Stato Italiano molto probabilmente le sue affermazioni sono corrette. Egregio sig. Francia da bravo e stimato blogghista è pregato di riportare in maniera integrale le frasi virgolettate e non solo la parte che le fa più comodo. L’affermazione è stata la seguente “ In ogni caso la nomina di un nuovo dirigente in questo momento di revisione delle funzioni delle province e/o della loro scomparsa doveva essere oggetto di una riflessione più attenta” e non quella da lei riportata “La nomina di un nuovo dirigente doveva essere oggetto di una riflessione più attenta”. Come vede il significato è abbastanza diverso; come Ordine abbiamo solo cercato di porre in essere qualche riflessione nel merito, svolgendo il nostro ruolo politico nel senso piu’ nobile del significato della parola politica. Nel merito della nostra coerenza, forse le sfugge che quando fu nominato un' Architetto nell’area tecnica dei lavori pubblici del Comune di Teramo segnalammo l’anomalia all’allora amministrazione, come segnalammo all’Amministrazione Provinciale di Teramo l’accorpamento del Genio Civile di Teramo in capo ad una dirigenza con laurea in Architettura. E’ pur vero comunque che allora i social network non erano presenti o lo erano meno pertanto questo confronto civile era assente. In ogni caso, e concludo, riteniamo importante il ruolo che svolge quotidianamente perché stimola il confronto e la crescita della società civile. Il Presidente Ordine Ingegneri Teramo Ing. Alfonso Marcozzi
Gentile Presidente Marcozzi, La ringrazio per l'interlocuzione, che spesso non si riscontra nei politici teramani che pure ne avrebbero l'obbligo. Pur tuttavia, Lei conferma che non via sia nessuna noma che vieti di nominare Dirigente di un settore tecnico chicchessia, ivi compreso un laureato in scienza delle puttanate. Che vi siano norme che definiscono le competenze di architetti e ingegneri lo so bene, nessuna norma invece esiste che obblighi ad assumere un ingegnere in luogo di un architetto. Per cui eviti di mistificare ed ammetta l'errore di avere chiesto l'estromissione degli architetti dal bando provinciale. Tanto più che il dirigente non deve necessariamente essere quello che firma i progetti, per quelli sono più che sufficienti i funzionari ingegneri e architetti che in Provincia ci sono in abbondanza. Prendo atto solo ora (con soddisfazione) che foste coerenti anche con il Comune segnalando quella che Lei definisce una anomalia, ma che ribadisco non lo è. Quanto alla frase che ho riportato fra virgolette è esattamente quella riportata dal quotidiano La Città, visto che la Vs. lettera non era in mio possesso, per cui se la prenda - ove fosse inesatta - con lo spettabile quotidiano. Sul riferimento a Topolino, ammetto che forse non era del tutto appropriato, infatti data la difesa degli interessi di categoria che conducete in contrapposizione alle norme (offendendo di fatto la categoria degli architetti), forse avrei fatto meglio a riferirmi a Paperon de Paperoni.
E' incredibile il livello di arretratezza culturale presente nella nostra provincia e nella nostra regione. Agli ingegneri è opportuno semplicemete far presente, proprio in merito alla Prevenzione dei danni e dei Rischi Naturali citati nel bando, ciò che è accaduto con il crollo della recente costruzione della Facoltà di Ingegneria dell'Aquila a seguito del terremoto del 6 aprile 2009....se ci fossero stati gli studenti eh?? Quanti morti ci sarebbero stati sotto l'edificio che doveva essere a rigor di logica il più sicuro di tutti? Come giustamente riportato dal comunicato dell'Ordine degli Architetti il ruolo dirigenziale è opportuno che sia tecnico ma non è scritto da nessuna parte che per tali materie sia ad esclusivo appannaggio della figura professionale dell' ingegnere che tra l'altro va da quello informatico a quello chimico o meccanico. Infatti nel campo dei rischi naturali (se si vuole dare veramente importanza a questo aspetto) i fatti dimostrano che l'approccio tecnicistico ed ingegneristico a tali problematiche spesso non abbia fatto altro che trasformare normali eventi naturali in calamità. Basta vedere come sono stati ridotti i corsi d'acqua della provincia di Teramo con i pesanti interventi strutturali progettati esclusivamente in chiave ingegneristica idraulica (cementificazioni, briglie, disalveamenti ecc.) come se un corso d'acqua naturale fosse un canale artificiale e non rispondesse a dinamiche naturali più complesse...se non ricordo male c'è stato un importante convegno su questo aspetto organizzato dall'Ordine dei Geologi e degli Architetti patrocinato dalla Provincia di Teramo. Mentre in altre regioni, province e comuni dell'Italia più sensibile ed evoluta a tali aspetti di prevenzione, sono previsti servi geologici regionali e provinciali e la figura del geologo negli Enti è presente a livello dirigenziale in molteplici settori che vanno dall'ambiente, alla protezione civile e alla difesa del suolo, in Abruzzo malgrado le belle parole che si spendono e che i politici amano spendere in materia di prevenzione dei rischi naturali, negli Enti Territoriali, tale figura è praticamente assente e soprattutto se è presente non ricopre ruoli dirigenziali in talli settori. Parliamo dell'Abruzzo che negli ultimi tre secoli ha contato 40.000 morti per terremoti ed è una delle regioni a maggior rischio idrogeologico d'Italia. Complimenti continuiamo così e sicuramente le cose non potranno che andare di male in peggio... Sull'inopportunità in questo momento della Provincia di Teramo di bandire un concorso per dirigente non c'è alcun dubbio.
Bene, ora, giustamente, anche i geologi mettono i puntini sulle i, chiarendo che le competenze tecniche sul territorio sono patrimonio anche di questa categoria. Il problema, purtroppo, è un altro: da decenni, in Regione, Province, Comuni, enti vari, non vengono spesso scelti i migliori, ma i più raccomandati, e quindi ci ritroviamo con ruoli dirigenziali pessimi (con le dovute eccezioni) che si tratti di ingegneri, architetti, geologi, avvocati, economisti o altro. E allora gli ingegneri dovrebbero preoccuparsi dei comportamenti di molti loro colleghi, che nel pubblico e nel privato, come molti altri professionisti o dipendenti, infangano quotidianamente le regole deontologiche e le norme di legge. L'Italia è stata deturpata, violentata, derubata, rovinata, negli ultimi anni, da geometri, ingegneri, architetti, periti, sia nel ruolo di professionisti che di amministratori. Il ns patrimonio storico è massacrato, la nuova edificazione pessima, i fiumi e le colline distrutte e a rischio disastro... E ancora qualcuno si erge a difesa di un titolo di studio invece che appellarsi alla professionalità, all'onestà, alla competenza.... in che mondo viviamo!!!
Mi associo alle preoccupazioni del "cittadino preoccupato".
Marcozzi e Francia... mi state facendo venire un dubbio, poichè nessuno di voi due è scemo e/o incompetente, non sarà che sto posto sta "già parlato" per un architetto?
Dopo questa lettera la discussione che si dilunga, mi è sempre più chiaro il pensiero che sia meglio abolire gli ordini professionali, inoltre licenziare ed abolire le province, ridimensionare i Dipendenti degli enti locali in generale.
Un attimo, un attimo non è solo questione di raccomandazioni ma anche di professionalità altrimenti per i concorsi per medici agli ospedali apriamo la possibilità di parteciparvi anche ai laureati in economia e commercio. E' giusto ribadire attraverso il proprio Ordine Professionale la competenza appunto di una professione, ma gli ingegneri spesso esagerano, è nella loro costituzione professionale e vorrebbero occupare tutti gli spazi dei ruoli tecnici, lo hanno sempre fatto e lo faranno sempre. Sul fatto che gran parte dei dirigenti nelle Pubbliche Amministrazioni hanno ricoperto o contemporaneamente ricoprono ruoli politici è una vergogna. Sia di destra che di sinistra, sindaci ex sindaci, deputati, in ruoli vitali per la sicurezza dei cittadini, il dirigente alla protezione civile alla regione (presente alla riunione della commissione grandi rischi prima del terremoto) un ex sindaco, il dirigente al servizio gestione rifiuti alla regione ex sindaco ed ex deputato e.....aiutatemi.....tantissimi altri...queste persone non ci credo che possano esclusivamente rispondere a quanto la loro competenza tecnica (ammesso che ce l'abbiano) suggerisce e allora poi accade ciò che accade e la prevenzione che poco si concilia con la politica visti i tempi lunghi con cui si raccolgono i frutti si va a far fottere. E' risaputo, le dinamiche naturali hanno tempi di ritorno che mal si conciliano con i tempi dei mandati elettorali, per cui pagherà sempre la politica delle pezze e delle emergenze, che tra l'altro da molta più visibilità. L'importante, in questo momento particolare per l'Italia e in questo momento particolare per l'Abruzzo quando ancora non si esce da un terremoto e si continua a fare i conti con i costi dei dissesti idrogeologici, è quello di non esagerare come si sta facendo e questo concorso, probabilmente voluto per accontentare una persona è uno schiaffo ai cittadini a quelli onesti che pretenderebbero un po' di più attenzione da parte dei politici alla loro sicurezza.