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Unite: Leali canta ci vorrebbe un D'Amico

di Christian Francia
3 minuti

Teramo è un posto fantastico. Qui accadono cose mai viste.
Il Senato Accademico, quasi all’unanimità, ha sfiduciato nella seduta di mercoledì scorso il Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Rita Tranquilli Leali (10 voti contro 2, fra i quali sembra doversi annoverare anche il voto dello stesso Rettore, il quale elegantemente avrebbe votato a favore di se stessa).
Da quello che risulta, il motivo della sfiducia sarebbe di natura politica, attinente alla gestione strategica dell’Ateneo che richiederebbe, secondo il Senato, una nuova visione e un nuovo progetto da legittimarsi elettoralmente, al fine di garantire all’Università un idoneo percorso di sviluppo e di crescita.
La notizia sarebbe ottima, alla luce dello sfacelo targato Tranquilli Leali, se non fosse che, inspiegabilmente, il Rettore non ha rimesso il mandato né avrebbe intenzione di rimetterlo.
Contestualmente alla votazione sulla sfiducia, il Senato Accademico ha votato una mozione per la indizione delle elezioni, le quali sarebbero comunque necessarie poiché – in assenza di provvedimenti legislativi dell’ultima ora – lo stesso Rettore, dovendo essere collocato in pensione il prossimo 31 ottobre per raggiungimento dei 70 anni, cesserebbe dal servizio e di conseguenza non potrebbe restare oltre in carica.
Ci domandiamo, sebbene a termini del vigente statuto una deliberazione di sfiducia non obblighi il Rettore a lasciare la poltrona, come sia possibile proseguire oltre nel proprio mandato in presenza di un Senato accademico oramai schierato quasi totalmente contro.
Siamo tecnicamente alla paralisi delle scelte, in una situazione che non ha precedenti nella storia delle Università abruzzesi.
Ci domandiamo come mai il Senato non si sia svegliato prima, se fino ad oggi ha accettato supinamente ogni decisione imposta, ma è pur sempre meglio tardi che mai.
Per uscire dall’impasse l’unica via dei senatori parrebbe quella delle dimissioni collettive, mossa che consentirebbe la caducazione dell’intero organo.
Che figura meschina non rimettere immediatamente il mandato nelle mani dei congiurati, che onta per un Rettore che dovrebbe assumere comportamenti specchiati quella di un gesto pavido ed inelegante, che suffraga a valle ogni considerazione e critica mossa alla gestione dell’Ateneo in questi tre anni bui.
A questo punto non è nemmeno da escludersi un ricorso al TAR da parte della Tranquilli Leali avverso la deliberazione di sfiducia, ma c’è da sperare che ove volesse strenuamente difendere la propria poltrona il Rettore lo faccia nelle aule dei tribunali a proprie spese, senza far gravare le squallide beghe da basso impero sulle tasche dei cittadini.
Se questa vicenda suscita pena e disdoro sul buon nome dell’Ateneo teramano, prendiamo almeno atto del commendevole sussulto d’orgoglio del Senato accademico, il quale ha dimostrato di credere nella rivoluzione e di voler tentare altre e migliori strade per il rilancio.
L’era di Luciano D'Amico è alle porte, sappiamo che non potrà fare peggio dell’attuale Rettore, ma saranno necessari muscoli e coraggio nella battaglia per la sopravvivenza dell’Università a Teramo, città orfana di una squadra di basket di serie A, orfana della Provincia, prossimamente orfana di altre importanti istituzioni.
Città dove il futuro è tutto da inventare, dove una vocazione precisa è tutta da immaginare prima che da realizzare.


 

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Commenti

Titolo MERAVIGLIOSO.
e se si dimette come fa ad andare in pensione con la retribuzione da Rettore? andrebbe in pensione con la retribuzione da ordinario ............non sia maaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiii eh che scherziamo? se dovesse morì de fame!!!!!!!!!!!! l'orgoglio? il buon senso? la dignità? ma doveeeeee .......ma quando maiiiiii di fronte alla moneta non se ne vede traccia.........mah!!!!!!!!!!!
sarebbe interessante sapere i voti.
non sarebbe meglio UNITE: D'AMICO IN BALLO...LEALI NON BALLO!! non da orgoglio procedere mediocremente a vista. piccolo cabotaggio di ambizioni tra le occasioni anguste del potere gregario; promettendo, ammiccando,sgomitando. quanta boria trapela.nessuno si occupa e preoccupa degli studenti che sono la materia prima ,la linfa vitale dell'unite. gli studenti disillusi e consapevoli che una lolta laureati si muteranno in disoccupati senza futuro. per questo motivo gli studenti si allontanano senpre di più dall'ateneo occupato da troppi docenti senza cuore e troppo appetito. e poi non è vergognoso e inaudito- in questo momeno di drammatica autentica depressione economica -lamentarsi che il teramo baschet non gioca più in serie A e che ci stanno togliendo la provincia, quando tutti ma proprio tutti ,da anni ,desidetiamo l' abolizione unitamente all'inutile e costosa prefettura. come è triste venezia.
il rettore, come è accaduto all'università di verona, intenderà restare comunque in carica giovandosi della proroga per l'anno acc. 2012-2013 concessa da un furbesco comma inserito nella spendig review ( comma 42ter); da mesi il Comitato "no.proroga.rettori" che unisce docenti di 15 atenei italiani con rettori decaduti al 31 ottobre 2011, prorogati ai sensi della Legge Gelmini per il 2011-12 e "graziati" cioè bis prorogati dal comma 42ter ( sul quale pesano gravi dubbi di incostituzionalità) stanno mandando avanti una campagna di sensibilizzazione sul problema dei rettori a vita, campagna rafforzata da interrogazioni parlamentari " bi-partisan" cui Governo e Ministro hanno dato risposte insoddisfacenti. Lo stesso "no.proroga.rettori" sta facendo nei confronti di rettori in PENSIONE da anni e in carica da decenni. Ora il SA di Teramo ha preso coscienza del fenomeno grave dei rettori attak che impediscono o rallentano ricambi e innovazioni indispensabili, necessarie a favorite da nuove elezioni: ma non è muovendosi individualmente, cioè sul fronte del singolo ateneo, che il problema può risolversi: se le comunità accademiche interessate dal fenomeno dei rettori super prorogati non si uniscono, nulla potrà cambiare. E la Rettora resterà fino al 31 ottobre 2013. per info: no.proroga.rettori@gmail. com
Ma la Città (giornale) che non ne parla?! Ne vogliamo parlare? Saranno distratti?
Cari Signori, pensavo che la politica fosse la pagina più brutta della nostra società. Lo pensavo, perchè un politico, dopo aver occupato una poltrona, a costo della propria vità, non la molla, lasciando, a tutti noi, quell'immagine sgradevole che giornalmente subiamo. Allora avevo pensato che l'era dei Rettori dei Presiedenti delle Università (prof. Monti) servisse a restituire alla collettività un garbo istituzionale, una dignità, un rispetto che negli ultimi anni è venuto a mancare non solo verso i cittadini ma anche verso le Istituzioni. Oggi, qui a Teramo, alla luce della sfiducia manifetsta dal senato accademico e successivamente dal prof. Mattioli già Rettore di questa Università noto, purtroppo, i medesimi comportamenti da parte dell'attuale Rettore Rita Tranquilli Leali dei peggiori politici che, mai penserebbero a lasciare LA POLTRONA. Questo mondo ha bisogno di esempi diversi, di persone che mettano al primo posto l'interesse della comunità mentre invece ci dobbiamo rassegnare che l'interesse personale prevale su quello generale.
Premesso che la prof.ssa Tranquilli Leali, ha dimostrato clamorosamente, senza dubbio, di essere inidonea a ricoprire il delicato ruolo di Magnifico Rettore dell'Università di Teramo. Premesso altresì che le sue mancate dimissioni dopo la sfiducia da parte del Senato Accademico, sono clamorose. Tanto premesso, il fatto di voler far ricadere solo su di lei tutte le respondabilità del declino dell'Ateneo della nostra città, è altrettanto clamoroso. Clamorosamente ipocrita. Clamorosomante strumentale. D'altronde, la circostanza di un Senato Accademico "svegliatosi" solo adesso riportata in questo articolo del dott. Francia (apprezzabile nel contenuto, alla faccia di chi afferma che io sarei in polemica personale con lo stesso dott. Francia), la dice tutta. E' stato mitico Travaglio quando ha definito "il palo", l'opposizione nel consiglio regionale laziale presieduto dalla Polverini. Bene, oggi tutti si destano improvvisamente è rilevano quanto sia drammatica la realtà che sta vivendo il nostro Ateneo. Purtroppo, però, quei "tutti" corrispondono, spesso, a coloro che per anni sono stati i "pali" e che, oggi pervasi da vigliaccheria immensa, si tirano indietro giacchè il "colpo grosso" è sfumato. O, peggio ancora, finchè qualche "colpo" - grosso o meno grosso - andava in porto (o vi erano i presupposti affinchè ci andasse) gli è andato bene fare il "palo", ma ora che "colpi" non se ne possono fare più, scappano abbandonano il comandante. Io, fossi al posto della Rettora, accetterei di dimettermi a patto che tutti (CdA, Senato Accademico e via dicendo) facessero altrettanto, pretendendo inoltre la garanzia che poi gli stessi dimissionari non si riciclino come equipaggio della prossima nave in partenza. Perchè chi ha la propensione ad ammutinare la nave, D'Amico o non D'amico, se gli conviene farlo, lo rifarà.
chiedete ai nostri politici di centro destra dove sono stati in questi tre anni di Leali i soldi per finire la casa dello studente la richiesta di restituzione della Molinari e il famoso tavolo tecnico per cercare le soluzioni la vogliono salvare questa università? ho il tutto andrà a finire come la provincia?

I commenti e il post su Giorgio D'Ignazio sono stati cancellati perchè non erano di Giorgio D'Ignazio. Il bontempone che si è firmato come  l'assessore del comune di Teramo verrà denunciato alle autorità competenti. Qui non si censura nulla, ma non si può dare spazio a chi millanta.

Grazie.

Allora faccio ammenda e chiedo scusa all'assessore.