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Nereto alla canna del gas di Palazzo Cilli

3 minuti

Giorni di totonomi. Non solo al Quirinale. A Nereto si decidono le sorti della neo-società di gas, sorta dalla fusione di Cosev impianti e Cosev servizi, che dovrà avere un nuovo Presidente ed un nuovo cda. 
Si rincorrono le voci di possibili candidati: i socialisti vorrebbero, si dice, l’ex vice-Sindaco Giampiero Masi mentre per il Pd il nome su cui puntare sarebbe sempre un ex Sdi, il dott. Lucio Lattanzi (già uomo di esperienza grazie alla parentesi in Fondazione Tercas nonché ex Ass. alla Cultura durante l’amm.ne Moroni).
Ma come si dice, chi entra Papa esce cardinale perché pare che stavolta altro sarà il metodo utilizzato: non un incarico “politico” ma di “esperienza”. 
Ci crediamo poco.
In questi anni, sia a destra che a sinistra, i nomi per gli incarichi sono stati dispensati dalla politica per i politici (o loro parenti e affini). 
I neretesi, ma anche i teramani, ricorderanno le ultime nomine alla Fondazone Tercas fatte durante l’Amm.ne di cdx del Sindaco Minora (assessori che si dimettono, mogli di assessori che si eleggono).

Ma la nomina più meritocratica e trasversale in assoluto è quella che vede l’Amm.ne di centrodestra Minora, affidare attraverso il responsabile del servizio ai Lavori Pubblici Geom. Fabrizio Verticelli un incarico, tutt’ora in essere, all’Arch. Flavia Di Flavio (mentre l’Arch. Giuliano Di Flavio, suo fratello ed oggi Sindaco, era capogruppo di opposizione del PD) approvando un definitivo ma senza validarne l’esecutivo.
L’incarico aveva ed ha ad oggetto la “Riqualificazione e Risanamento conservativo di Palazzo Cilli da destinare a Museo della Radio e Telecomunicazioni”.
Tutto ciò accade perchè  in un Comune piccolo come Nereto, siamo tutti, in fondo, parenti.
Giusto?
Un giorno prenderò la residenza e mi scoprirò affine un pò con ogni cittadino.
Una mera questione di tempo e vivere quotidiano. 
Il secondo Palazzo più antico di Nereto venne acquistato, al doppio del suo prezzo, successivamente a passaggi di proprietà tra società private, su decisione della Giunta PD del Sindaco Moroni, grazie ad un mutuo di 167.000.00 euro nonostante già allora non si sapesse come affrontare la voce di spesa relativa alla necessaria ed energica ristrutturazione dell’immobile ottocentesco di Via Gramsci che come da parere avrebbe richiesto 1milione di euro.

La Fondazione Tercas partecipò al progetto destinando risorse pari a 300.000.00 euro.

Ci chiediamo oggi: 

  • -I parenti-professionisti incaricati, benché non abbiano riqualificato nulla, sono stati remunerati?
  • -Il rudere “Palazzo Cilli”, con un tetto a rischio di implosione, come mai non è stato messo in sicurezza pur essendo posto su una strada e apportando così un rischio per veicoli e pedoni?
  • -Qual è l’idea che aveva e che ha oggi il Sindaco Di Flavio in merito a Palazzo Cilli?
    E’ ancora fattibile il progetto della riqualificazione per il Museo della Radio?
  • -I soldi della Fondazione che fine hanno fatto?
  • -Cosa prevede il vincolo della Soprintendenza per i beni Architettonici?

Ma soprattutto quanto costa oggi ai cittadini l’investimento immobiliare del PD?

T. Cantini

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