Sono rimasto veramente di stucco nel leggere le dichiarazioni attribuite (spero che non le abbia davvero rilasciate) all’assessore ombra della sanità regionale e abruzzese Lanfranco Venturoni, perché non ho mai dovuto constatare tanta grossolana superficialità nell’affrontare temi che hanno a che fare con uno dei settori più delicati e specifici della medicina, quale quello dell’oncologia, per di più con l’aggravante di esserne autore un medico, sia pure da anni sempre più politico che medico.
E che lui stesso si consideri più che un medico un politico, lo dimostra un’analisi anche superficiale delle sue dichiarazioni, tutte sul filo di considerazioni politiche e polemiche nei confronti di avversari (politici) accusati di aver fatto della soppressione (dico soppressione, speriamo temporanea) dell’oncologia teramana un argomento strumentale, un falso problema.
Tutte le sue considerazioni, invece di centrare l’argomento, sono una rifrittura di accuse ai politici (di centro-sinistra) che lo hanno preceduto, le cui colpe non vanno occultate, ma delle quali non si può fare l’uso che fa di una foglia di fico chi vuole nascondere le proprie vergogne.
Negando l’evidenza dell’alto numero di primariati e quasi primariati generosamente concessi a medici che si nutrono di politica, l’assessore ombra Venturoni, (al quale si potrebbero ricordare anche gli strani casi di primari chirurghi che però non fanno i chirurghi e non adoperano né bisturi né laser), ragiona sempre al negativo: è una vita che si accorpa, succede così da anni, succede così altrove, nemmeno all’Aquila hanno una degenza oncologica, anche altrove l’oncologia non ha un suo specifico dipartimento.
Si potrebbe proporre all’attenzione dell’assessore ombra Venturoni un elenco lunghissimo di strutture ospedaliere pubbliche, tutte d’eccellenza, dove esiste un dipartimento di oncologia, con servizi di assistenza in day-hospital, hospices, servizi territoriali e supporto psiconcologico per i pazienti e le loro famiglie.
Ma forse l’assessore ombra più politico che medico non avrebbe tempo a leggerlo tutto, indaffarato com’è a fare l’assessore senza essere più assessore e a trovare argomenti difensivi, solo politici, per la sua parte politica, sommersa dalle critiche, ma che lui non sa difendere meglio che dicendo di essere “incazzatissimo” e che è vergognoso usare la pelle dei malati per scopi politici, quando è proprio di questo che la sua parte politica viene sempre più spesso rimproverata.
Si potrebbe anche sbattere in faccia all’assessore che fa l’assessore senza esserlo la realtà numerica del numero degli hospices abruzzesi, solo uno, quando nelle regioni che praticano la sanità d’eccellenza ce ne sono poco meno di dieci e anche più di dieci. Ma anche questi dati, forse, l’ex assessore Venturoni non avrebbe il tempo di leggerli, essendo impegnato a contare più che il numero degli hospices e dei dipartimenti di oncologia, quello dei primari e dei quasi primari.
Simon Soel
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