Al Sindaco del Comune di Teramo
Al Sindaco del Comune di Montorio al Vomano
Al Sindaco del Comune di Campli
Al Sindaco del Comune di Crognaleto
OGGETTO: RICHIESTA INTITOLAZIONE STRADA O PIAZZA
Vi è un terribile vuoto da colmare. Spenti i fari della propaganda e sopiti i rancori di quella che è stata un'orrenda guerra civile tra italiani, con la partecipazione di soldati stranieri, è ormai tempo di metabolizzare la storia. In ogni guerra, quando l'impunità rende un territorio spesso preda di violenza sommaria, sono sempre i più deboli e indifesi a rimetterci la pelle. Quelli che magari, data la loro missione, cercano di essere caritatevoli con tutti e nonostante tutto. Quelli che magari, hanno dovuto subire non solo la violenza omicida, ma anche l'oblìo per non rovinare la retorica dei vincitori.
Nella Provincia di Teramo il partigiano yugoslavo Mirko Jovanovic uccise nel maggio del 1944 due sacerdoti:
don Vincenzo d’Ovidio, (nato il 26 marzo 1878 a Roiano di Campli e morto il 22 maggio 1944), parroco di Poggio Umbricchio figlio di Francesco e Palmarosa Costantini
e don Gregorio Ferretti di Collevecchio , (nato il 20 gennaio 1875 a Montorio al Vomano e morto il 24 maggio 1944) fratello dell'architetto Pio Ferretti che fece costruire la chiesetta di Sant'Emidio .
Il Vicario Foraneo di Montorio, Domenico Valerii così trascrisse il primo episodio: "....cinque o sei uomini armati - così detti partigiani - si presentarono nella canonica di Poggio Umbricchio e costrinsero con la forza il Parroco D. Vincenzo D'Ovidio a seguirli verso la località "Santa Croce" - Qualche giorno dopo alcuni pastorelli ritrovarono per caso, presso un fosso sotto San Giorgio, il cadavere del povero sacerdote con ferite di arma da fuoco al petto e alla fronte. Il pretesto del delitto sembra si debba ricercare in certe inmprudenze commesse da Don Vincenzo nel parlare. Il 29 maggio io mi recai a Poggio Umbricchio, celebrai la S. Messa e feci le esequie - Vi partecipò tutto il popolo, che, in corteo, scese poi dal paese fino alla strada nazionale...".
Don Gregorio Ferretti, uomo di cultura e di grande bontà d'animo, non sapeva negare gli aiuti che gli venivano richiesti, senza fare distinzione di partiti o ideologìe. Nonostante fosse stato invitato a nascondersi avendo mostrato simpatìa per il tramontato regime, non lo fece in quanto non aveva in coscienza nulla da rimproverarsi fino al punto da ospitare a casa sua dei partigiani che gli avevano chiesto qualcosa da mangiare. Quando fu ora di andarsene, lo fecero uscire di casa e gli spararono.
Perché mai furono uccisi quei due sacerdoti, se non per l’odio viscerale di certi comunisti verso la Chiesa cattolica, accusata di vendere "oppio ai popoli"? Di essere maestra di oscurantismo reazionario contro le "magnifiche sorti e progressive"?
Di rappresentare per costoro il principale ostacolo per l'istaurazione della rivoluzione comunista? Non per rinfocolare odio ma per mettere la storie al servizio della verità. Non per riscrivere la storia ma solo per farla conoscere tutta, davvero, senza nascondere il martirio silenzioso. La toponomastica e la storiografia devono fare giustizia del sangue versato dagli innocenti.
Fonti:
Roberto Beretta "Storia dei preti uccisi dai partigiani" (Piemme, Casale Monferrato 2005 pag.319);
Giulio Di Nicola, "Paesi d'Abruzzo", Bologna (Arnaldo Forni Editore 1981);
Don Giovanni Saverioni:
www.ilquotidiano.it/.../parla-don-giovanni-saverioni-quel-16-giugno-1944-la -liberazione-di-teramo -
Nicola Facciolini: www.improntalaquila.org/2010/06/13/articolo6556 -
Vincenzo Merlo: http://arius.ilcannocchiale.it/post/1203247.html
Altri Siti internet:
www.mariadinazareth.it/.../martiri%20in%20italia.htm
www.storia900.altervista.org/sacerdoti.htm
www.ecclesiacatholica.it/index.php?...
www.rolandorivi.com/
Nel ringraziarLa per l'attenzione Le porgo cordiali saluti
Pietro Ferrari

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Io posso essere anche un membro dell'ANPI (aspettiamo la tessera da mesi) ma questo non significa non dare la massima libertà a Pietro Ferrari di esprimere una sua lettura della storia. Il Sangue dei vinti...un bel libro... di un comunista.