"Proondo (*)! Oh Mari'?! Ma tu ci ggia' shtate arpij' la penzion' ?"
"Ciao Giuvi' t'vulev' chiama' sci, ci so shtate, ma m'ha date shti cos', li "eurolire". Dapu' so jite affa la spes' la' a li 'ddo fratill e m'ha ditt che se ting'angor li "euro" m fa' paga' la'mmeta'"
"Ooohddi' Giuvi' ahe' nu uaje, shti quatrin' nov' nni' vo' nisciune: la parrucchijr' mand'ma' m'ha ditt' 30 nghi li eur', e 50 ngh' 'ssi' "eurolire".
"Sciccis' Mari' che 'ccia' success' annoij!"
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E' il pomeriggio di sabato 14 dicembre 2013. A Teramo è una di quelle belle giornate fredde e cristalline, in cui il Gran Sasso già ammorbidito di neve proietta a valle dei bei bagliori di blu e l'aria profuma di terra e foglie bruciate.
Nonostante non siano ancora nemmeno le quattro, per le strade c’è una grande agitazione, davanti ai supermercati c’è la ressa e tutti escono con i carrelli pieni di generi alimentari e articoli di prima necessità. Il Lidl è stato preso d'assalto in mattinata, mentre nei giorni scorsi lunghe code rimanevano ferme fuori gli sportelli bancari della città in attesa di poter ritirare la quota massima consentita di 500 €.
A primavera c’erano state le elezioni che hanno fatto del “Movimento 5 Stelle “ il primo “partito” d’Italia con il 24% dei consensi, e Beppe Grillo aveva formato un Governo di solidarietà nazionale con l’appoggio di quel che è rimasto del PD, del PDL e dell’alleanza di centro. All’economia era andato Bruno Tinti, ex-magistrato e teorico del recupero dell’evasione fiscale, con lo slogan “pagare meno, pagare tutti”.
Per qualche mese il Governo aveva funzionato, fino alla caduta, a settembre, sulla “Legge di riforma della politica” che avrebbe previsto, tra le altre cose, il dimezzamento dei parlamentari, una soglia di validità delle elezioni politiche al 50% degli aventi diritto al voto, la perdita dell’eleggibilità in caso di condanne in giudicato e la sospensione per due anni del diritto a candidarsi per i capolista in caso di non raggiungimento della soglia minima dei votanti.
L’asta di metà settembre sui BTP era andata praticamente deserta, con un tasso di sottoscrizione del 20% nonostante un rendimento del 7%. Da quel momento in poi, il governo si è trovato in condizioni di illiquidità, con lo spread schizzato a oltre 1300 punti.
Una delle misure prese, per tutelare le scarse riserve di euro, era stata quella di lanciare, con la collaborazione della Banca d’Italia, una emissione definita “provvisoria” di c.d. “Eurolire”, al cambio di 1:1 con l’Euro, e garantite dalle riserve della Banca d’Italia stessa. Secondo gli accordi tra governo, Banca d’Italia e Bce, questa nuova emissione avrebbe dovuto permettere al governo italiano di far fronte ai pagamenti interni più urgenti (stipendi e pensioni di stato) e avrebbe potuto essere riconvertita in Euro una volta tornata la normalità delle condizioni di approvvigionamento sui mercati internazionali.
Parte dell’accordo con la Bce prevedeva, inoltre, il divieto di utilizzare le “Eurolire” all’estero.
Di forma e dimensioni del tutto identiche alle corrispondenti valute in Euro, per poter essere agevolmente trattate dai bancomat, le nuove Eurolire sono state disegnate su carta che riproduce il tricolore nazionale e riportano testi esclusivamente in lingua italiana.
Il 25 novembre 2013, con una procedura del tutto irrituale, il presidente della Repubblica, Prof. Mario Monti, si era presentato in TV a reti unificate per annunciare la novità del progetto “Eurolira”. Nei suoi toni pacati e rassicuranti aveva detto che si trattava di una misura transitoria richiesta per assicurare un funzionamento normale all’economia, e che vi sarebbero stati attivi controlli per il mantenimento dei prezzi dei generi alimentari e di prima necessità a livelli pari a quelli vigenti in Euro.
La disposizione che non garantiva validità alle Eurolire al di fuori dell’Italia aveva permesso che si evitasse una quotazione di questa nuova divisa sui mercati regolamentati, ma un articolo sul Wall Street Journal, poi ripreso dalla stampa quotidiana, aveva indicato delle quotazioni non ufficiali di 2 Eurolire per un Euro già al 27 novembre.
Il “Piano Eurolira” prevedeva anche un programma di finanziamenti agevolati al sistema bancario, che si era reso necessario dopo che il crescente flusso di prelievi e di chiusure dei conti aveva costretto il Ministero di disporre agli inizi di dicembre la chiusura per quattro giorni di tutte le banche “per procedure di adeguamento alla nuova divisa”.
Sulla base di tale Piano, alcune aziende private avevano comunicato ai propri dipendenti che avrebbero iniziato a pagare stipendi e fornitori italiani in Eurolire a partire dalle scadenze di dicembre.
Le tradizionali feste di Piazza di fine anno si stavano trasformando in chiamate alla rivolta da parte di decine di gruppi politici c.d. “civici” sorti prima delle elezioni di primavera. Il Ministero degli Interni aveva preallarmato l’esercito per il controllo dei centri cittadini nelle principali città italiane. Lo stesso presidente del Consiglio, Beppe Grillo, si era lasciato andare ad affermazioni intemperate con la stampa e la TV “Fanno bene gli italiani a scendere in piazza, bisogna cantargliele a quelli là, gli speculatori e i banchieri. Anzi, io sarò con loro, a Montecitorio già mi sono rotto le p., non si risolve mai un c.”.
A Roma, nella giornata di mercoledì 11 dicembre, il Senatore Guido Anselmo Tromba del neonato “Gruppo Responsabili PDDL” era stato gambizzato dal Rag. Mario Rossi, un mite “partita Iva” colto da un raptus di follia e disperazione e che si è poi suicidato prima che gli agenti della scorta potessero intervenire per fermarlo. Già nel pomeriggio si erano diffuse scritte, in vernice spray nera e rossa che recitavano, rispettivamente, “Tromba Boia speriamo tu muoia” e “10, 100, 1000 Tromba”.
Una divisione di Black Bloc “Mario Rossi” aveva, nella giornata di venerdì, distrutto e saccheggiato il Supermercato Esselunga di Via Emilia Ponente a Bologna. L’Avvocato Simone Di Nicola, nipote della Signora Giovina, era stato ferito all’arco sopraccigliare da un attivista in casco e tuta neri, proprio mentre stava facendo spesa prima di rientrare in ufficio per un turno straordinario di notte.
A 33 anni e dopo la laurea in diritto commerciale alla Luiss, Simone era stato assunto nel 2012 alla Ducati Motor dopo un colloquio in lingua tedesca con il dr. Rupert Stadler, presidente dell’Audi, mentre questi era in visita a Bologna durante le trattative per l’acquisizione della Società da parte della casa automobilistica tedesca. Simone amava raccontare agli amici che l’episodio che gli era valso il posto c’era stata dopo il vero e proprio colloquio di ammissione, quando lui prima del dr. Stadler si espresso in accordo sulle tesi dello storico Helmut Bohme, il quale vede nell’Unione Doganale tedesca del 1834 (Zollverein) il vero fattore di unificazione politica della Germania, in antitesi a tutti gli storici che attribuiscono questo risultato sempre e solo a Bismarck e alle sue guerre.
In quelle giornate convulse a Simone toccava un compito pesante e triste: inviare e spiegare a tutta la rete di concessionari italiani una lettera in cui si diceva che qualora il governo italiano avesse reso obbligatori i pagamenti in Eurolire nel territorio nazionale, Ducati si riservava il diritto di considerare risolti per “mutate condizioni generali” tutti i contratti di fornitura di beni e servizi.
Ascoltiamo Simone al telefono, dall’Ospedale Maggiore di Bologna, con la nonna, Signora Giovina:
“Proondo (**), Simo’, lu fij’mi’, so’ saput’ che t’ha successe nu uaije”
“Oh no’, nin’d pruccupà, n’n m’ so fatt’ nind”
“Oh Simo’, sind’ ammé, pecché n’n ve n’arjite tu e Carolina sù a la Germania?”
“Oh no’, te lu so dett’ cend vodd’, mojim si chiame Katerina, e je ngì vuij arij’ su a Dresd’. Armanèm’ ecch, si ce ne jàm tutt quind’ qua c’armane sol ssi pellegrin’ de la pulitic’, dapù a voj chi ci penz?”
= = =
Per gli amici che dovessero onorarci di visite da fuori regione, allego la traduzione dei colloqui in lingua locale:
(*) Pronto? Maria! Ci sei già stata a ritirare la pensione?
Ciao Giovina! Ti volevo chiamare io. Si, ci sono stata, e mi hanno dato queste “Eurolire”. Dopo sono andata a fare spese ai “due fratelli” e mi hanno detto che se avevo ancora gli Euro mi fanno pagare la metà.
Oh, Dio, Giovina, è un guaio, questi soldi nuovi non li vuole nessuno! La parrucchiera mi ha detto stamattina che mi avrebbe chiesto 30 in euro e 50 con queste “Eurolire”.
“+§@/##*£” Maria, che ci è successo a noi !
= = =
(**) Pronto? Simone, figlio mio, ho saputo che ti è successo un guaio !
Nonna, non preoccuparti, non mi sono fatto nulla.
Simone, ascoltami: perché tu e Carolina non ve ne tornate in Germania?
Nonna, te l’ho detto cento volte, mia moglie si chiama Caterina. Ed io non ci voglio tornare su a Dresda. Rimaniamo qui in Italia: se ce ne andiamo tutti quanti qui ci rimangono solo questi pellegrini dei politici, e dopo, a voi, chi ci pensa?
Marco Moschetta
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