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Novembre 2007: Ralph Kubelski promosso managing director

12 minuti

Ancora gli faceva male la testa tanto aveva bevuto la sera prima. E male, aveva bevuto. Champagne, poi cocktails, poi Montepulciano, poi vodka ghiacciata, poi gin tonic. E aveva finito con un molto aggressivo cocktail a base di saké profumato al wasabi.

Ma era il suo compleanno. E doveva festeggiare la promozione a managing director della Lehman, una delle banche d’affari più prestigiose e ricche di wall street.

Greta, la sua ragazza, aveva insistito per organizzare un party la sera prima. Il tipico party newyorchese post-ufficio del venerdì. Erano stati al Forty-eight, un lounge-bar sulla sesta frequentato da gente che lavora nelle PR e nella pubblicità, non proprio il tipico posto da investment banker. Ma tant’era, non aveva tempo, e si era dovuto adattare a quello che diceva Greta.

E non aveva mangiato niente. Solo qualche pezzo di sushi che, a ripensarci, era mezzo secco.

 E rientrando a Jersey city alle tre del mattino, mentre il taxi percorreva il tunnel, gli era venuto da rimettere. Appena salito, aveva chiesto al tassista indiano di spegnere la candelina d’incenso, ma lui aveva risposto a mitragliatrice “impossibile-nostra-festa-Diwali-oggi-sir”. E si doveva anche tenere il finestrino chiuso, che Greta portava un tubino nero e uno sciallone di lana che comunque le lasciava le gambe e le braccia scoperte. E faceva freddo, molto freddo, quella notte.

All’uscita del tunnel aveva fatto cenno picchiando contro la spalla del tassista ed era sceso. Aveva rimesso pure l’anima, un flusso liquido a pressione che aveva lasciato una bella pozzanghera sul selciato.

Maledetto tassista. Va bene il rispetto delle minoranze, ma girare con un taxi appestato di una densa nebbia d’incenso gli sembrava un tentato omicidio.

Avevano passato il sabato tra la tele, il computer e il letto.

Ora lui se ne stava lì a riflettere su una frase di un libro che gli avevano regalato, “The Art of Diplomacy” di Kissinger, in cui si parlava dei modi bruschi, aggressivi e prepotenti di Hitler e del suo istinto ad intimidire che si fermava solo davanti ad altre belve come lui. Un profilo che somiglia a quello di Dick Fuld, pensò, il capo di Lehman. Predatore senza anima, senza rimorsi. “mangerò il loro cuore, prima che muoiano” aveva detto Fuld durante un dinner party riferendosi a chiunque avesse minacciato la solidità della Lehman.

Si era già accorto da tempo che i lati del suo carattere che lo avevano portato dentro la banca, 10 anni prima, nonostante l’Università di stato dell’Illinois, e 6 anni di apprendistato come addetto mutui in banca a Chicago, erano gli stessi che adesso gli precludevano di raggiungerne le vette. Ralph era un venditore, un ottimo conoscitore dei prodotti e delle persone, ed era uno che piaceva alla gente. Aveva avuto successo perché l’economia di banche prestigiose come Lehman ormai da tempo girava intorno ai mutui-casa, e perché il modo in cui queste banche acquistavano, assicuravano, impacchettavano e rivendevano migliaia di crediti derivanti dai mutui casa era diventato così intricato e complesso che molti dei suoi colleghi che pur venivano da Harvard o da Princeton avevano perso la voglia di ricostruirne i meccanismi e di comprenderli e di tentare di spiegarli bene ai clienti.

Ad un certo punto suonano alla porta. Si alza dal divano urlando a Greta “hai chiamato le pizze?” ma lei non risponde. Poi apre, e non trova nessuno dietro il vetro smerigliato. Solo una busta bianca, sotto allo stipite. Aveva già capito. Ora toccava a lui. Scende di corsa i quattro gradini, arriva sul marciapiede e si guarda intorno, ma intravede solo una Toyota giù all’incrocio che sta svoltando per reimmettersi sulla direttrice principale di traffico verso Newark.

Apre la busta:
Esq. Ralph M. Kubelski,
sarà mio grande piacere averla ospite per pranzo il prossimo martedi, 13 novembre.
H. 1:15, al Plaza Food Hall, Tavolo n. 7.
JFK - Avvocato
RSVP voice mail 917 374 4666

= = =

Lunedi mattina, prima di salire in ufficio, aveva lasciato un messaggio alla segreteria dell’Avvocato JFK dicendo che confermava l’appuntamento. E aveva passato la giornata a trasferirsi nel suo nuovo ufficio privato con vista d’angolo verso nord sempre al 32^ piano.

Ad un certo punto, prima delle nove, il telefono aveva squillato. Era una tal Jane, che si era presentata come sua nuova assistente, e le aveva detto che presto si sarebbero incontrati di persona. Nel frattempo, era invitato a recarsi alla sala riunioni sotto al 20^ piano perché il grande capo avrebbe parlato a tutto il senior staff.

Entrando in sala aveva percepito il brusio delle circa 50 persone in camicia e cravatta o in tailleur grigio che si era immediatamente acquietato. Tutti avevano guardato lui, poi dietro di lui. E si era fatto il silenzio.

Cravatta e abito nero, camicia bianca, fisico da mastino e sguardo impossibile da sostenere: Jack Fuld era entrato proprio dietro a lui. Gli aveva dato una gran pacca sulle spalle come per dirgli “sveglia” e poi gli aveva teso la mano per un attimo “Hey, come va?”.

Aveva trovato posto proprio alla sua sinistra mentre lui esordiva

Buon giorno a tutti. E sono certo che sarà un buon giorno, per noi tutti. Le opzioni indicano che tra qualche minuto, quando suonerà la campana, Lehman salirà a razzo di almeno il 5%. Ma noi dobbiamo lavorare duro per non tradire la fiducia del mercato.

Giovedi scorso sono stati nominati 20 nuovi managing directors per la divisione finanza strutturata. Significa che c’è un enorme lavoro da fare. Da stamattina usciremo sul mercato a collocare due nuove operazioni: “SunRise VI” e “Surfer III”: si tratta di due pacchetti di crediti da mutui immobiliari che valgono, rispettivamente, 850 milioni e 1.200 milioni. Abbiamo dovuto lottare duro stavolta per ottenere la tripla A e ci è anche costato una ventina di milioni. Ma mi raccomando: si tratta di posizioni della massima qualità, ben strutturate, assicurate e controgarantite per le porzioni apparentemente meno solide. Se vi chiedono di scendere sotto al 95% del valore nominale, dite di no. Proponete che in cambio acquisterete un ammontare pari di titoli di stato del cliente, come contropartita. Ma non sbracate. Almeno fino a quando non avremo collocato il 70% di queste due emissioni, cosa che spero avverrà prima della chiusura delle contrattazioni, stasera.

Ci sono domande?
Buon lavoro a tutti!”

Lo show di Fuld era durato meno di 4 minuti in tutto, ma aveva lasciato un’atmosfera elettrica e un brusio basso mentre tutti uscivano dalla sala e si canalizzavano verso gli ascensori. Ralph pensò che avrebbe dovuto ripetere quello show con i suoi ex colleghi che da quella mattina sarebbero diventati “i suoi ragazzi”. Avrebbe fatto un po’ come Fuld, su al 32^ piano.


= = =

Martedi aveva varcato le porte girevoli all’una precisa e si era avviato sulla settima a piedi. Avrebbe camminato, la cosa lo avrebbe preparato meglio a quell’incontro misterioso.

Il tavolo 7 era uno dei tavoli bassi con poltrone forse più adatti ad un tè che ad un lunch di lavoro. L’avvocato JFK lo aspettava già lì, seduto con le spalle al muro e si era alzato appena lo aveva visto come se lo conoscesse già. Circa 55 anni, carnagione scura e ampia stempiatura, vestiva in jeans imbottiti e giaccone sportivo. La prima cosa che gli aveva detto era che aveva passato la mattina a Central Park con la figlia di 5 anni, a girare in calesse e a fare foto alla prima neve.

Fa freddo, ti consiglio la zuppa del giorno” – gli aveva detto lanciando uno sguardo alla cameriera che si era immediatamente avvicinata – e per secondo in questo periodo hanno un ottimo tacchino farcito.

Ralph glissò sul tacchino farcito e chiese delle bistecche di tonno, notando che il suo commensale faceva di tutto per sottolineare, con la complicità della cameriera di colore, che lui era un habitué e uno del quartiere.

Veniamo a noi” gli aveva detto poi avvicinandosi agli sutzzichini che erano appena stati serviti. “Il mio cliente è un primario fondo “hedge” con sede fuori dagli USA, che si ritrova un portafoglio di investimenti di cui non è proprio contentissimo. Si tratta di pacchetti di mutui residenziali di piccola taglia unitaria, roba da classe media-inferiore, per intenderci, acquistati da banche e casse di risparmio un po’ in tutto il mondo”. “Oggi mi ha chiesto di aiutarlo ad infilare queste posizioni , che valgono poco, al nominale circa 100-150 milioni di dollari, dentro le operazioni primarie che girano oggi a Wall Street”.

Arrivò la zuppa vegetale servita dentro delle coppe fumanti, insieme al bicchiere di Chianti di JFK – Ralph notò che nessuno, nella sala, era stato servito con la loro sollecitudine

mentre JFK proseguiva, dopo aver assaporato un paio di sorsi di vino

“ … ecco diciamo che il mio cliente non vuole esporsi con voi in abito grigio delle banche più prestigiose, e mi ha chiesto di intermediare questi collocamenti. Si tratta di posizioni che, vendute singolarmente, non avrebbero più la tripla A, ma che, affondate dentro i vostri mega-deal, nemmeno si vedrebbero

ne abbiamo per oltre due miliardi” – si lasciò scappare JFK, evidenziando una certa consorteria con il suo “cliente” – “e ne puoi piazzare quante ritieni opportuno. Se la cosa ti interessa, naturalmente ti farò avere anche i riferimenti dei soggetti disposti ad assicurare queste posizioni, così che, diciamo, non vi macchiate la cravatta…”

Puoi utilizzare il numero di telefono che hai già, se la cosa ti interessa, Ralph. Ti richiamerò io. Ma fammelo sapere entro venerdi”.

Ah, a proposito. Per te c’è un premio del 1% sul valore intermediato. Pagabili su qualsiasi conto in qualsiasi parte del mondo, a tua discrezione. Good deal, non è vero Ralph?”.

= = =

Ralph lasciò l’avvocato JFK al bancone del Plaza che scherzava con le cameriere e il maître. In strada, l’aria si era fatta davvero gelida. Radi ma solidi fiocchi di neve di tanto in tanto gli colpivano il viso e gli occhi. Alzò lo sguardo verso l’alto. La torre della Lehman si perdeva lassù nella foschia. Leggera e solida allo stesso tempo. Tirò fuori 5 dollari per un Babbo Natale che suonava “Stille Nacht” con la cornamusa. Tirò fuori il blackberry, digitò JFK, riguardò quel monogramma che appariva ridicolo, attribuito al soggetto con cui era stato fino ad un minuto prima. Premette canc.

Marco Moschetta
 

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Povero Ralph, non deve passarsela molto bene, se per festeggiare compleanno e promozione ha bisogno di ingurgitare di tutto, fino a star male. Che brutti ambienti... Meglio mangiare pane, acqua e zucchero, che diventare paranoici e stronzi per inseguire i soldi fregando il prossimo. W il socialismo!... Abbasso i mercanti di pecunia e i faccendieri.
Il racconto, quasi un apologo, si conclude con Ralph che cancella dal telefonino il numero di JFK, rifiutando il potenziale guadagno di 20 milioni di dollari. Che significa? Fedeltà a Dick il mastino, a un anno dal settembre 2008, data ufficiale del fallimento della LB? Ralph non vuol dare una mano agli aggressori di LB? O ci sta anche bene il pensiero di nullatenente?
Per nullatenente: la sbornia come momento catartico, rito di passaggio, festeggiamento, prova virile è presente in tutte le culture. Dalla Russia sovietica ai pub inglesi alle contrade teramane fino ai club più esclusivi della New York dell'alta finanza. Come ci spiegano i due punti proprio in questi giorni, la sbornia diventa un problema quando è ripetuta fuga da una realtà in cui non ci si riconosce, a cui non ci si può adattare o in cui non si vuole "combattere". La sbornia di Ralph, tipico rito di passaggio e sublimazione di uno stress positivo, ben venga! Ci si riprende in fretta quando si è ancora giovani, sani, dotati di buon intelletto e avendo a disposizione Central Park per il jogging serale. "Abbasso i mercanti di pecunia" - sono (parzialmente) d'accordo con te: come tutte le cose umane (come anche gli alcolici) anche le banche e la finanza hanno una collocazione positiva nell'economia (intermediazione tra soggetti risparmiatori e investitori) ma possono diventarne un cancro, o la dannazione, come avvenuto negli USA nel periodo 2000-2008. Pensa, caro nullatenente, che uno dei massimi esponenti del capitalismo, Warren Buffett, è d'accordo con la tua affermazione. "Privi di talento, presuntuosi, ignoranti, pericolosi snob arrivisti in completo grigio" - così Buffett definisce i finanzieri d'assalto, quelli della bolla speculativa dei mutui subprime e delle grandi operazioni di "securitization". Per Romolo Bosi Il racconto è un apologo del ruolo e delle scelte individuali. Ralph non è fedele a Dick Fuld, di cui ha intuito la pericolosa deriva solipsistica e il delirio di onnipotenza, ma è, più semplicemente, fedele ad un codice etico che pur esiste in molti operatori finanziari anche dentro le torri di vetro di Manhattan. JFK non opera propriamente per gli aggressori della Lehman, quelli sono altri, su cui potremmo dedicare una puntata di questo serial. E Ralph, semplicemente, vuole evitare che la reputazione di Lehman, su cui lui ha un legittimo progetto di carriera di lungo termine, venga distrutta da chi, operando nelle frange più speculative e spregiudicate del mercato, ne costituisce una seria minaccia (come poi è puntualmente avvenuto). Vi sono stati molti avvocati JFK, e molti manager di Lehman, JP Morgan, Merril Lynch e fors'anche Goldman Sachs che hanno ceduto alle lusinghe e ai facili guadagni generati da queste persone. E, inoltre, tutto il sistema post "Glass-Steagall" (la norma del 1933 che separava le banche commerciali dalle banche d'investimento) mancava dei sistemi regolamentari che avrebbero potuto immunizzarlo da questa droga che si andava diffondendo e che distruggeva il lato patrimoniale dei bilanci in cambio di una "pompatina" momentanea e foriera di lucrosissimi bonus e dividendi del lato economico degli stessi. In sintesi: mi fa piacere, anche se siamo pochissimi, che si crei un dibattito, un confronto tra la nostra realtà - vittima della bolla della politica e di un eccessiva regolamentazione e burocrazia a tutela di interessi simili ai potentati nobiliari della Sicilia di Tomasi di Lampedusa - e una realtà più aperta, più anglosassone, governata da un principio - "Life, Liberty and the pursuit of Happiness" - che non ti garantisce che sarai tutelato a vita (come succede dalla signora Maria ex bidella alla Noé Lucidi in su fino a tutti i politicanti trombati) ma che ti garantisce che, se hai voglia di "darci dentro", la vita ti darà una chance. E questo è ancor vero negli USA - ma anche nella Germania di oggi. E non è vero in Italia. Grazie ancora e aspetto i vostri contributi-critiche-maleparole !!! Cordialmente, marco