Il tramonto della II Repubblica ha il volto livido di un Re nudo, di una corte implosa, di una "epoché" della politica. Quel "Resistere! Resistere! Resistere!" pronunciato qualche giorno fa dal Berlusca (il copyright non è del Presidente del Consiglio bensì di un suo simpatico estimatore, si fa per dire, il Dott. Borrelli) non è servito a nulla; non poteva servire a nulla. Chi di "Scilipoti" ferisce di "Scilipoti" perisce? No! Il tradimento di otto deputati è solo il tratto teatrale. La sostanza è il fallimento del centro-destra; un fallimento politico, un riformismo non compiuto, una rivoluzione liberale e liberista mai sbocciata. Cosa ha lasciato Berlusconi al paese? La crisi della nostra economia, un malessere sociale evidente, etc.etc. La lista è lunga. Ma come in tutte le tragedie che si rispettino anche questa ha il suo coupe de thetre. L'ultima pennellata è l'aver sancito la fine della politica, dell'esercizio della democrazia, del voto di milioni di italiani. Cosa potevamo aspettarci dall'alchimista del "porcellum"?
Oggi festeggiamo la "Restaurazione". Essa non ha il volto dei "privilegiati" parlamentari, degli appartenenti alla vituperata casta dei politici di professione. Essa ha il serafico sorriso dei tecnocrati, di tranquilli e sicuri burocrati, di "altri professionisti". Leggo la lista dei probabili ministri: professori universitari (la sinistra un tempo li chiamava "baroni") che, tra una lezione e l'altra, non disdegnano incarichi di prestigio nel mondo dell'alta finanza, la stessa (Lehman Brothers, Goldman Sachs) che forse ha contribuito alla sfacelo della nostra economia. Il Rettore dell'Università Cattolica, uomo di eccelsa cultura (anche la Chiesa muove le sue pedine). Un ex Presidente della Corte Costituzionale (ohibò! ma la magistratura non è una casta?). Un militare alla Difesa (evviva! pure l'esercito). Ecco servita la Prima Repubblica! E come ogni "Congresso di Vienna" che si rispetti anche la nostra "Restaurazione" ha il suo Metternich: Giorgio Napolitano. Qualcuno spiritosamente potrebbe dire che, se la "Seconda Repubblica" è andata in scena in camera da letto, forse è meglio tornare indietro, nei sacri palazzi del potere. Sarà! Io molto modestamente sono del parere che in un paese civile, per esempio, si torna alle urne e ci si inchina all'unico sovrano: il popolo.
Ma la politica ha abdicato pavidamente. Bersani tira un sospiro di sollievo e festeggia la fine del Berlusconismo (a proposito Travaglio, Gomez, Santoro, etc. etc. mica diventeranno disoccupati?), Bossi ritorna ad "avercelo duro" e qualche peones finirà di accumulare i punti necessari per l'agognato vitalizio. Gli altri alzeranno il braccio militando comparsate.
Adesso ci aspettano "lacrime e sangue" e forse, dico forse, i mercati avranno pietà di noi. Mah! Dietro questi cazzo di mercati chi ci sarà mai?
In conclusione: il lancio delle monetine, bersaglio Berlusconi, non rievoca solo immagini del passato…….
Spero che non siano di auspicio per un nuovo sport nazionale; finiremo per tirarcele in faccia tutti.
Alessio D'Egidio
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