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La lettura di un dipinto: Cristo Portacroce

di Maria Cristina Marroni
3 minuti

Il dipinto di Sebastiano del Piombo, conservato al Museo del Prado e attualmente in mostra a Verona (“Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento”, 2 febbraio-19 maggio 2013) presenta un primo piano di Gesù Cristo durante il trasporto della croce. È dipinto su ardesia, come l’altra versione, più ampia, conservata oggi a San Pietroburgo, firmata dall’artista e commissionata da Fernando da Silva, diplomatico di Carlo V. L’opera piacque a tal punto agli spagnoli, che Del Piombo eseguì questa variante di più modeste dimensioni. In una lettera all’amico e maestro Pietro Bembo Vettor Soranzo sosteneva che proprio Sebastiano Del Piombo avesse ideato la pittura su ardesia: “Dovete sapere che Sebastianello nostro Venetiano ha trovato un segreto di pingere in marmo a olio bellissimo il quale farà la pittura poco meno che eterna. I colori subito che sono asciutti si uniscono col marmo in maniera che quasi impietriscono, et ha fatto ogni prova et è durevole. Ne ha fatto una immagine di Christo et halla mostrato a N. Sig. (il Papa)”.

In quest’opera l’ardesia evidenzia la verità sostanziale dell’evento storico. “Come i colori quasi impetriscono unendosi alla pietra, il dramma rallenta, raggiungendo un punto di saturazione” (Alexander Nagel).
La figura di Cristo viene qui presentata isolata, senza altre figure intorno e priva di  ambientazione. Del Piombo “fa ruotare la figura da una vista di profilo o di quasi-profilo a una vista di tre-quarti”. In questo modo lo sguardo di Cristo, il cui volto occupa l’estremità sinistra del quadro, non è più rivolto verso lo spettatore, piuttosto “è lo spettatore a trovarsi sulla sua traiettoria”. È un’immagine silente di morte, quella che di lì a poco sopraggiungerà, con un’individuazione poetica infinitamente consapevole.
Scompare, rispetto alla versione precedente, la violenza esibita, manca infatti qui la corona di spine. Il dolore è muto, poco ostentato e l’immagine è talmente composta, che se ne dimentica quasi il movimento.

Il busto di Cristo, con le sue forme perfette e la mano in primo piano, leggermente aperta, sembra suonare armonicamente con la croce una lenta e dolente litania. Risalta sullo sfondo scuro l’azzurro della tunica e il pallore del volto, che si evidenzia in particolare sotto i capelli e la barba bruna.
Renan nell’opera “Vie de Jésus” sostiene che il grande potere di Cristo fu quello di riuscire a farsi amare dopo la morte quanto era stato amato in vita. “Egli vide che l’amore era quel segreto che il mondo ha perduto e di cui i sapienti erano alla ricerca; e che solo grazie all’amore possiamo accostarci al cuore del lebbroso o ai piedi del trono di Dio” (Oscar Wilde).


 

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Commenti

Questo Blog è classe. Complimenti per ciò che date alla nostra cultura e vita quotidiana.
Ma siete umani, o c'è qualcosa di divino in Voi? Grazie e Auguri.
Recensione magica,tutto intonato alla perfezione,non sono in grado di aggiungere altro,potrei steccare. Grazie e Auguri.
A PROPOSITO. sebastiano (ma che bel nome) de lucianis era un giovane pittore veneziano, laico e progressista, che fu assunto, chi sa come, dal papa come piombatore pontificio ( sigillava le bolle papali); per ciò in arte sebastiano del piombo. amico personale di michelangelo lo aiutò segretamente - dicono i maligni - a realizzare disegni preparatori degli affreschi. infatti era un abilissimo disegnatore e pare che nella cappella sistina ci sia il suo zampino. ancora oggi, questo straordinario artista è sottovalutato....basta guardare questo cristo, le sue mani, ....i grigi per ricevere emozioni.. buona pasqua!
Mostra stupenda, come assai pregevole fu l'allestimento di Ronconi. http://www.adnkronos.com/IGN6/Pcm/data/Pcm/lefoto/2008/feb/sebastiano_p…
Stefania scrive che il Cristo portacroce di Sebastiano del Piombo e davvero suggestivo.e interessante per due motivi molto semplici: per l iconografia del Cristo in primis e in secundis per il forte impatto comunicativo che la mano indica. Il mio confronto parte da un dipinto collocato alla PINACOTECA PROVINCIALE DI BARI Cristo portacroce e mi scuso ma non rammento l autore del dipinto ,mi ha colpito la didascalia che conduceva proprio alle versioni del pittore o varianti.Il dipinto di Sebastiano del Piombo e singolare l inquadratura degna di una sequenza cimematografica ; il volto esprime un forte impatto visivo nella tensione che il dolore provoca ma la mano crea tra lo spettatore e l uomo il senso di.una comunicazione di un gesto collocata dal pittore in primo piano .Mano con dita allungate e distanziate l una dall altra che non portano i segni della sofferenza patita ..Qui diventa interessante tutta la casistica se cosi possiamo definirla della posizione della mano del Cristo poggiata sul legno della Croce. Perche cosi in primo piano ? Perche il pittore insiste ? L iconografia fu molto trattata tra i vari pittori che hanno trattato questo tema e hanno insistito possiamo dire nel porre una vera e propria comunicazione diretta tra. l uomo Cristo e l umanita tutta presente ad assistere a questo evento tragico.Sebastiano del Piombo compie questa attenta analisi sia nel volto che nella mano e percio crea una serie di rapporti empatici tra il volto la mano e noi testimoni di questo evento tragicamente umano.