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AMAmi

6 minuti

Se avessi visto quella scena in un film, avrei cominciato a prendere a male parole la protagonista, a ridere della sua ingenuità, della sua debolezza, poi probabilmente mi sarei alzata a prendere una birra e avrei girato su uno di quei programmi satirici, che prendono in giro il politico del momento, e mi sarei lasciata andare sul divano fino a chiudere del tutto gli occhi.
Ho sempre pensato che quei film melodrammatici, sul senso e la profondità della vita, non facessero affatto per me, li trovavo così deludenti : immaginavo sempre le soluzioni ai loro problemi e mi innervosivo nel vedere di come, invece, i protagonisti si andassero a impelagare in disastri irrisolvibili…poi però quel film è diventato la mia vita, ed è, decisamente, un disastro irrisolvibile.
Mi sono lasciata trasportare dall’onda delle emozioni e come un’adolescente mi sono buttata a capofitto in una storia sbagliata…ma quando all’inizio delle cose vedi tutto come un prato primaverile in piena fioritura non penseresti mai che ciò che di più bello c’è al mondo potrebbe un giorno trasformarsi nel peggiore dei tuoi incubi.

Da quando conobbi Dean a quando rimasi incinta non c’è stato un solo momento in cui tutto non mi sia sembrato una continua ascensione al cielo, al perfetto, al paradiso: quella complicità che troveresti solo con una persona, quella perfetta complementarità di due caratteri opposti che però insieme creano un turbinio di emozioni e sensazioni che ti riempiono, che ti lasciano una sensazione di vuoto quando non si sta insieme, e che danno origine ad una sorta di elettromagnetismo quando ci si incontra.
Avevo perso la concezione del passare del tempo, la concezione dell’impegno, dell’obbligo, del dovere, di qualsiasi forma di razionalismo civile esistente : per me in quel periodo esisteva solo il diritto di amare.
È per questa ragione che quando vidi il mio corpo snello e longilineo trasformarsi in una specie di mongolfiera mi sentii meravigliosamente: pensai di poter in qualche modo ripagare Dean di tutto l’amore che mi stava dando. Mi venne automatico pensare di annunciarglielo nel più evidente, entusiastico e gioioso dei modi; la mia immaginazione era già al galoppo impegnata in catering e festoni…quando mi accorsi che però, nonostante tutto, non avrei avuto nessuno da invitare; avevo chiuso i rapporti con il mondo da quando mi ero messa con Dean.

Lui trovava che ognuno dei miei amici avesse in qualche modo dei difetti intollerabili, a cui io sinceramente non avevo mai fatto caso, ma che dopo i suoi lunghi ed affascinanti discorsi, su come quelle persone avrebbero potuto rappresentare un ostacolo alla mia crescita personale, mi sembravano inaccettabili, e questo mi aveva portato a chiudere lentamente ogni rapporto. Ma avevo lui e mi bastava.
Proprio per questo non mi corrucciai affatto della festa saltata, glielo avrei annunciato in un modo più intimo, anzi, mi sembrava anche la soluzione più opportuna.
Dalla sera in cui finalmente gli svelai dell’imminente arrivo del nostro bambino iniziarono anche le più atroci violenze.
Alla notizia volò il primo schiaffo, a cui ne sarebbero seguiti altri, accompagnati da calci, pugni, e ogni genere di sfogo fisico che non avrei mai pensato potesse provenire da Dean. Dopo ogni scarica di violenza si inginocchiava, mi pregava di scusarlo, mi diceva di non sapere cosa gli fosse preso…ed ovviamente lo perdonavo, gli credevo, non capivo, ma lo amavo, di quell’amore così viscerale che mi faceva credere che a lui tutto fosse giustificabile, di quell’amore che solo oggi capisco come non si possa chiamare amore. Perché l’amore è un’altra cosa. L’amore non graffia, non picchia, non lascia cadere. L’amore ama. E basta.

Ma per arrivare a capire tutto questo, sono dovuta prima passare per la mia selva oscura, ho dovuto prima attraversare tutto il mio inferno, ho dovuto lasciare che il mio bambino tornasse dal paradiso dov’era venuto senza che io potessi prima stringerlo tra le braccia, guardarlo e dargli un nome.
Mi sono dovuta ritrovare appoggiata inerme ad una porta sbattuta con una violenza tale da far sopraggiungere i vicini ad aiutarmi. Mi sono dovuta ritrovare in quella scena, di quel maledettissimo film che non mi era mai piaciuto e di cui non avrei mai sognato di essere la protagonista.
Solo dopo lunghi anni di cure, di sedute psicologiche, di sostegno, da parte di gente capace di amare davvero e incondizionatamente, sono finalmente arrivati i titoli di coda di quel lunghissimo e doloroso film. Che hanno visto Dean in carcere per violenze sulle donne e me, innamorata, di un infermiere che mi aveva aiutato a rialzarmi. Anzi.
Meglio. Innamorata di un uomo capace di dare amore, capace di farmi capire che non è vero che le donne sono fatte per sopportare ed amare in silenzio, ma che anche loro hanno diritto ad un amore corrisposto, sano, vero, profondo. Tutti dovremmo essere amati così: gratuitamente ed incondizionatamente, senza dover mai arrivare ad avere il bisogno di chiedere “amami, dai, amami”.

Questo racconto partecipa al Festival delle Letterature. Se vi è piaciuto, votatelo cliccando su questo link www.festivaldelleletterature.com/racconti2012.php e mettendo il vostro Mi Piace in alto a sinistra. Grazie

L'autrice  è Lorenza Maria Capolla di Teramo e frequenta il Liceo Classico.

Pubblicheremo altri racconti.

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Commenti

Molto introspettivo. C'è ancora speranza nel futuro della giovin donne. Lo voto. Mi piace.
Votato!!!
Grande madre grande figlia, anche il padre non è malaccio. Ok voto.
Una donna giovanissima che ama scrivere. Mi colpisce, intenerisce, mi fa sorridere. Come tanti. Un amico , molti anni fa, mi disse che fino a 18 scrivono tutti. Dopo solo i folli. Spero che Lorenza lo diventi. Mi ha incuriosita però il tema scelto. Un amore sì ma non facile. La violenza sulle donne. Ho avuto modo di incontrare dei ragazzi a scuola per sensibilizzare al problema. Sociale, culturale, sommerso, reale. Ecco, questo mi ha davvero colpita di AMAmi: la scelta di un'ispirazione trasformata bene, quindi sentita e raccontata in modo che arrivi. Soprattutto ai giovani. Votato. Consiglierò di farlo. Preferendolo scegliamo anche noi ciò che Lorenza ha voluto vedere. In bocca al lupo. Il difficile però è stato già fatto. Brava.
Voto
Amo i ragazzi che leggono (molto), amo i ragazzi che scrivono. Brava, Lorenza!
Mi sono commossa nel leggerti. Non avevo dubbi sulle tue preziose qualità . Sei un vanto per il nostro Liceo . Brava ,Lorenza.
a raffaella d'elpidio. era forse benedetto croce il vecchio amico? se si debbo correggerla, il grande storico abruzzese scrisse testualmente:"...fino a 18 anni tutti scrivono poesie e da, quell'età in poi ,ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere, i poeti e i cretini". benedetto croce non amava le poesie.spesso diceva agli amici .."ma tu hai mai comprato un libro di poesia? lo compresesti? se ci pensi bene tutti i libri di poesie che possediamo sono stati regalati dagli stessi autori, fatti salvi , ovviamente,i mostri sacri della poesia.naturalmente la brava( - scrittrice - ) lorenza maria non è parte in causa, ha comunque vinto nonostante l'aiuto della sig.ra raffaella d'elpidio.....vola lorenza anche con il cielo coperto.
Gent.le  Aznavour, per quanto io sia abbastanza espansiva, e non certo timida, non mi sarei mai permessa di citare Benedetto Croce come " vecchio amico" non fosse altro perché mi ha sempre suscitato un po' di timore. No, io mi riferivo ad un vero amico, Angelo.  Avevo l'età di Lorenza e pensavo che non avrei mai smesso di scrivere. Lui aveva qualche anno più di me. Aveva smesso. Chissà... forse dietro consiglio del nostro esimio corregionale. Io un po' folle mi sento. E Lorenza mi è simpatica. AMAmi  ha un buon contenuto espresso non solo in una bella forma ma anche con i giusti significati. Ho a cuore il problema. Che Lorenza lo abbia scelto dice di lei e del mondo che vuole sentire. La condivisione dei valori è casomai mutuo aiuto. Mi saluti Benedetto. Io non ho tutta questa confidenza. Ovviamente mi corregga quando vuole. La voce che io sia un po' incorreggibile è un falso storico.  Buona Domenica. Sorridente. Il cielo a volte può anche essere sereno, o sembrarlo. Sempre cielo è per chi sa guardarlo. 
Questo racconto è terribile. Scritto malino e con difetti di punteggiatura oceanici. Trama stereotipata con la solita figura della donna torda che non sa riconoscere (in nome dellamore) un uomo mostro e il solito maschio macellaio. Per non parlare del finale col solito principe azzurro salvatore. Sviluppo contratto e con difetti di continuità. La giovane età si sente tutta e cosatituisce certo un'attenuante. Ma le manca davvero tanto....
Antonella Lembo Credo che in una parola ci sia tutto."AMATI", dico a Lorenza perche' chi ti ama davvero non ha bisogno che tu glielo chieda ma te lo dimostra non con violenze psicologiche e fisiche ma con il rispetto e la comprensione. Purtroppo, molte volte, tra vittima e carnefice si creano pericolose complicita' difficili da spezzare e gli psicanalisti le conoscono molto bene. In questo caso, fortunatamente, Lorenza, sei riuscita a svincolarti prima di precipitare irrimediabilmente pur dopo sofferenze atroci e la tua salvezza, oltre le cure mediche, sono state le cure di un amore sano e maturo. Auguri, Lorenza, per le tue aspirazioni e il tuo futuro tutto da scoprire. (Antonella Lembo)
SOGNARE, SCRIVERE, RACCONTARE, AMARE ANCHE SE NON SI E' AMATI. QUANDO UN GIOVANE SI AVVENTURA, INZIA QUESTI ESERCIZI, SI PERFEZIONA, COLTIVA IL SUO ANIMO CON LA SCRITTURA NON SOLO PER SE STESSO: FOSSERO TUTTI COME LORENZA NELLE NOSTRE CITTADINE ABBANDONATE ! HO VOTATO ED AMMIRATO. GIUSEPPE MASSI.
Non sono d'accordo che fino ai 18 anni scrivono tutti e dopo solo i folli .Sarebbe preoccupante. Scrivono le persone sensibili, le persone intelligenti, le persone superiori, anche se non hanno una grande cultura non importa basta che quello che scrivono venga da un cuore sincero. Ma come si possono dire delle stronzate cosi'?