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Il Libro...IL DIVARIO DIGITALE

di Maria Cristina Marroni
3 minuti

Il libro “Il divario digitale. Internet e le nuove disuguaglianze sociali” (di Laura Sartori, edizioni Il Mulino), indaga le problematiche legate all’accesso a Internet, come strumento democratico di comunicazione. In generale si può affermare che l’informazione abbia assunto un ruolo così rilevante a livello economico e sociale, da sostituire il modello industriale dominante nel secolo passato. “Internet viene identificato come la tecnologia capace di cambiare a fondo la società a cavallo del nuovo secolo, allo stesso modo in cui l’invenzione della macchina a vapore aprì le porte alla rivoluzione industriale”.
Accanto all’entusiasmo per la versatilità e molteplicità di usi sia privati che pubblici legati alla Rete, occorre però analizzare gli aspetti negativi che scaturiscono dall’esclusione da questa tecnologia. A tal proposito è stata coniata, a partire da metà degli anni ’90, la felice formula “digital divide”, ovvero “il divario tra coloro che hanno accesso alle nuove tecnologie e coloro che non lo hanno”.
Il fenomeno è assai complesso: “la tecnologia non è come le acciughe, che alcuni possono amare e altri odiare, né come il diritto all’aborto, che vede favorevoli e contrari. Piuttosto, è una caratteristica indelebile del nostro ambiente culturale – qualcosa di complesso che dobbiamo sforzarci di capire in tutte le sue sfumature di grigio”.

Sul divario digitale sono state formulate due ipotesi: quella della normalizzazione e della stratificazione. Secondo la prima ipotesi “il divario digitale è un fenomeno transitorio destinato a essere riassorbito col tempo, mentre i fautori della seconda vedono la nascita di disuguaglianze strutturate e durature sulla base di una definizione più multidimensionale”.

Con l’analisi delle differenze riscontrabili in chiave comparata tra i diversi paesi, si è compreso che il divario digitale si riduce più velocemente rispetto al divario relativo al reddito. Ma se il divario mondiale sembra assottigliarsi, non può dirsi lo stesso per “il divario sociale all’interno dei singoli paesi”.
L’istruzione, il reddito, l’età sono i fattori che condizionano maggiormente l’accesso. Per quanto riguarda il caso italiano si evidenzia inoltre un divario di genere, che si amplifica con l’età. Infatti tra i giovani la differenza di genere non è rilevante, anzi in alcuni casi è di segno opposto. Raggiunge invece il picco massimo attorno ai cinquantacinque anni.

Tra l’ipotesi della normalizzazione e della stratificazione l’autrice preferisce parlare di “stratificazione”: “saremmo, cioè, in presenza di nuove disuguaglianze che pongono problemi di equità e di efficienza non facilmente superabili senza interventi e azioni di regolazione consapevole”.
Per preservare Intenet come spazio di libertà, per ampliarne ulteriormente le potenzialità (sono passati quasi vent’anni da quando Microsoft lanciò la prima versione di Internet Explorer, che era venduta con il software di Windows 95) sono necessarie regole, codici deontologici e intese internazionali.
Il diritto di accedere al web è divenuto una libertà fondamentale che garantisce altri diritti costituzionali come, ad esempio, la libertà di manifestazione del pensiero.

Il divario digitale conduce ad un aumento delle diseguaglianze sociali ed economiche, menomando in maniera significativa l'accesso all'informazione.
Il divario è un fattore rilevante di impoverimento perché le nuove forme di produzione di ricchezza sono fortemente digitalizzate e non avere accesso a Internet si traduce in un vulnus ai diritti di cittadinanza.

 

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Ecco cosa ha avuto il potere di fare la Rete: “Rivoluzione dei gelsomini”, “rivoluzione del cous-cous”, “rivoluzione del pane”: per indicare le diverse proteste che hanno interessato il Nord-Africa (Libia,Algeria, Marocco, Sudan) e il Medio Oriente. Pur in contesti molto differenti tra loro, l’elemento in comune sembra essere la richiesta perentoria da parte della popolazione della libertà, fortemente limitata da uomini politici che governano da decenni in paesi ormai in ginocchio per povertà e disoccupazione. E dove, spesso, l’unica via per trovare un futuro diverso è quella del mare e dell’emigrazione. Protagonista delle ultime vicende del nord Africa è stato anche questa volta Internet, utilizzato per organizzare le proteste e per imporle all’attenzione dell’Occidente: mai come questa volta la Rete e i social network hanno svolto un ruolo determinate per superare la censura governativa e fornire in tempo reale informazioni non filtrate, necessarie a pianificare nuove proteste nelle diverse zone del Maghreb e dell’Egitto o a segnalare zone di soccorso o reperimento di medicinali per le vittime degli scontri. Inutili i tentativi governativi di “spegnere” il Web. Immagini e testimonianze sono state diffuse in tutto il mondo". Ecco cosa avrà il potere di fare a Teramo.
Non ho una sufficiente preparazione tecnologica ,ma la mia attenzione si focalizza sull'informazione digitale e le tecnologie di comunicazione. Esse offrono ,a chi le usa,l'opportunità di conquistare maggiore indipendenza,ma contemporaneamente mettono a rischio la liberta' ,con la sorveglianza,il controllo,la censura. Per questo e' molto importante l' esistenza di un' etica. Grazie dell'ottima analisi.
La possibilità di accesso a Internet equivale alla possibilità di essere liberi e di interpretare la realtà in modo autonomo.
WEB : LA GRANDE ABBUFFATA COLLETTIVA DI...........LIBERTA'!! senza, tuttavia, ricordare che la libertà senza regole partorisce ILLIBERTA' . la libertà sul web, verosimilmente, è stata voluta da qualcuno, quindi, è una libertà imposta dall'alto, ergo, trattasi di autoritarismo ed arbitrio. prego, questa " libertà " non chiamiamola " nuova forma di democrazia ". scusate ma queste sono le riflessioni di un analfabeta del web, di uno che preferisce leggere ancora, libri di carta, giornali di carta e scrivere lettere di carta; illazioni di un cavernicolo che crede ancora che la cultura non si acquisisce con il web ma con il vocabolario. dopo aver proferito tali eresie concludo che la diffusione della rete non riduce le disuguaglianze digitali, ma semplicemente le avviluppa, le intreccia con le disuguaglianze sociali preesistenti. il web si sta diffondendo come , negli anni 70 , si è diffuso il telefono portatile , e come il telefonino non ridurrà la disuguaglianza sociale e quella culturale.............a la bonne heure