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Il Libro...IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO

di Maria Cristina Marroni
2 minuti

Forse lessi la prima volta “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino incuriosita dal titolo. Non ho mai avuto paura dei ragni, sebbene fossi abituata ad animaletti di piccola taglia.
Il sentiero dei nidi di ragno”, pubblicato nel 1947, parla della Resistenza vista con gli occhi di un bambino, Pin, per cui assume il significato di un gioco, di un’avventura entusiasmante e decisiva per l’approdo alla vita adulta.

Pin è un ragazzino ligure, lentigginoso, malizioso e ruffiano, che proviene da un ambiente degradato: sua sorella infatti è una prostituta. Un giorno sottrae una pistola a un soldato tedesco, cliente della sorella e la nasconde sottoterra in un luogo che tutti ignorano e che è interamente coperto da tele di ragno, “segno di una natura non contaminata dall’uomo”. Pin si unisce casualmente ai partigiani, condividendo con loro l’esperienza della guerra e acquisendo solo tardivamente “un barlume di coscienza politica”.

Il lettore prova tenerezza di fronte alla spavalda monelleria di Pin, al suo disprezzo degli adulti falsi e bugiardi, al suo profondo dolore. Attorno a lui si muovono personaggi di estrazione popolare, mossi tutti da un desiderio di rivalsa, per questo diventano “forze storiche attive”.  Un personaggio delineato con cura, tanto che Alberto Asor Rosa lo ritiene “un trasparente travestimento dello stesso Calvino”, è il commissario Kim, che ha piena coscienza del significato profondo della Resistenza.
Calvino non presenta la guerra partigiana come un periodo senza macchia, ma ne evidenzia anche le zone d’ombra e la crudeltà.

Il romanzo fu presentato da Cesare Pavese, che sottolineò l’”astuzia” del giovane scrittore, che era riuscito a descrivere la vita partigiana come una favola singolare, picaresca, variopinta. L’arguzia di Calvino consisteva nella capacità di eludere le strette di un verismo troppo documentario per lasciare spazio alla propria vocazione fiabesca. Il suo libro infatti è assai lontano dal Neorealismo, che si stava affermando in quel periodo nella letteratura e nel cinema. L’autore non contamina la propria lingua con il dialetto, come avevano fatto altri scrittori per accentuare il realismo della materia narrata. La lingua di Calvino è limpida e precisa e lo stile procede senza dissonanze.

Il libro comunica il desiderio di trovare il proprio sentiero. Perché noi adulti non abbiamo più un posto magico per i sogni, non sappiamo più dove i ragni fanno il nido. Non ci sporchiamo più le mani di terra per nascondere i nostri segreti.

 

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Ispirata a questo primo romanzo di Italo Calvino. la canzone "Il sentiero" dei Modena City Ramblers Testo: Lungo il sentiero dei nidi di ragno passa la storia di un giovane uomo passa la scelta di chi se n'è andato sui monti per la resistenza Erano i mesi del dopo settembre quando il re fuggì sulla nave furono anni di lutti e dolore di coraggio e di patimenti Quante sono le strade che partono dai nidi di ragno qual'è stato il prezzo pagato per chi ha scelto di andare lontano portami ancora là dove il vento è pronto a soffiare a trovare ogni passo perduto lungo il senitero dei nidi di ragno Uomo contro uomo il furore che cresce nel cuore il mondo si divide e la guerra non lascia parole Italo sogna un futuro dove non si dovrà più sparare ma intanto seduto al divano coi compagni pulisce il fucile Quante sono le strade che partono dai nidi di ragno qual è stato il prezzo pagato per chi ha scelto di andare lontano portami ancora là dove il vento è pronto a soffiare a trovare ogni passo perduto lungo il senitero dei nidi di ragno Lungo il sentiero dei nidi di ragno nasce la storia di questo paese nasce dal fuoco della rivolta dal sogno di chi non si è arreso. http://www.youtube.com/watch?v=lszelZUAGgI
"Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo". Italo Calvino
RECENSIONE FULGIDA E GARBATA con l'amicizia e la speranza posti a fondamento del libro. TUTTAVIA anche se i personaggi non si esprimono in dialetto genovese qualificherei il romanzo neorealista. infatti il medesimo autore escludendo che il neorealismo fosse una "SCUOLA" lo definì "UN INSIEME DI VOCI". il romanzo di pin è, innegabilmente,.... un insieme di voci. il comunista e partigiano, della prima ora, italo calvino scrisse questo breve romanzo collocando questo ragazzino, nella terra di mezzo, che si trova tra il mondo dei bambini ed il mondo degli adulti che tanto lo attrae. questa "collocazione" consente all'autore una narrazione libera da preconcetti e non impegnata. il libro scritto, a guerra finita, ci mostra un calvino controcorrente che tenta di smitizzare la retorica partigiana ( che tutt'ora esiste e persiste) . per italo calvino la guerra partigiana fu combattuta da uomini e donne di tutti i ceti sociali, spesso povera gente senza una grande formazione politica, che perseguiva solamente il riscatto umano . gente che ha lottato ed è morta per una semlice rivalsa sociale. per la sua grande onestà intellettuale fu oscurato dal suo partito. il p.c.i ( partito comunista italiano), che non gli perdonò mai la sua indipendenza lo scrittore, se ne distaccò, coerentemente, dopo la primavera di praga, quando la rabbia stanca dei carri armati , inviati dall'orso brutale di mosca, assoggettò, di nuovo, il popolo di san venceslao.....per la verità e per meglio comprendere il romanzo....à la prochaine!
Attraverso gli occhi di un bambino,Calvino,impegnato lui stesso nella Resistenza,ci regala un quadro insolito di questa grande pagina storica. E' un romanzo sulla resistenza ma e' anche qualcosa più di un racconto,tenuto conto della costante conflittualità dello scrittore con la tradizionale interpretazione di questi fatti storici. Come al solito recensione perfetta. Grazie.
Grazie e felice settimana.