È cosa nota che la Società Snam intenda costruire in Abruzzo un metanodotto di circa 169 km e una centrale di compressione gas nei pressi di Sulmona.
Ed è altrettanto noto che il progetto, che interesserà ben 20 Comuni della Provincia di L’Aquila, sia stato fortemente contrastato dai cittadini, che hanno denunciato l’insostenibilità dell’opera, in ragione del fatto che essa verrebbe realizzata in aree ad alto rischio sismico.
Per questo, lo scorso giugno il Consiglio regionale abruzzese ha dichiarato per legge l’incompatibilità della costruzione di gasdotti e di centrali a gas nelle aree ad elevato rischio sismico ed ha stabilito che la Regione, chiamata a rilasciare l’intesa con lo Stato, non può prestare il proprio assenso alla realizzazione di opere siffatte.
Con una precisazione: che trovi applicazione comunque quanto previsto dal Testo Unico del 2001 sull’espropriazione per pubblica utilità, ove si dice che se non c’è l’intesa con la Regione alla autorizzazione alla costruzione di un metanodotto si procede ad una nuova valutazione dell’opera e all’esame di una proposta alternativa eventualmente presentata dalla Regione dissenziente.
Riassumo: per poter costruire il suo metanodotto la Snam ha bisogno di una autorizzazione da parte dello Stato; questa autorizzazione non può però essere rilasciata senza l’accordo con la Regione Abruzzo; se lo Stato e la Regione non raggiungono l’accordo, perché la Regione sostiene, ad esempio, che la costruzione ricada in un’area ad alto rischio sismico, la Regione può ottenere una nuova valutazione dell’opera e può chiedere che sia preso in considerazione un progetto alternativo: tanto per fare un esempio, che il metanodotto attraversi il mare.
La legge della Regione Abruzzo è stata impugnata dal Governo dinanzi alla Corte costituzionale.
Nel suo ricorso esso ha sostenuto che la Regione non può stabilire con legge che non stringerà intese con lo Stato. I rapporti della Regione con lo Stato devono ispirarsi al principio di leale collaborazione e dire “no” a prescindere e in modo generalizzato non è un modo di collaborare lealmente. Giusto. Per questo, contattato da un paio di consiglieri regionali, avevo espresso a suo tempo le mie perplessità sulla legittimità della legge abruzzese. Ma il punto ora è un altro.
Il “decreto sviluppo” del 22 giugno scorso ha previsto una semplificazione dei procedimenti amministrativi relativi al settore energetico.
L’art. 38 del decreto ha stabilito che qualora lo Stato non riesca a stringere un accordo con la Regione in relazione ad alcune attività elencate dalla legge n. 239 del 2004 – come ad esempio la ricerca del petrolio – il Governo può fare da solo e cioè può adottare la sua decisione unilateralmente. In fase di conversione del decreto, però, il testo dell’art. 38 è cambiato. Nel senso che il Parlamento, chiamato a convertire il decreto, ha aggiunto che la disciplina sulla semplificazione amministrativa sia estesa anche al procedimento previsto dal Testo Unico del 2001 ossia all’autorizzazione necessaria alla costruzione dei metanodotti.
Detto altrimenti: la Regione Abruzzo, chiamata a stringere un accordo con lo Stato per il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno, non può più ottenere una nuova valutazione dell’opera né la valutazione di un progetto alternativo. E non può più farlo perché il Parlamento ha precisato che la legge si applica anche ai procedimenti in corso.
Guarda tu il caso.
E a chi è venuto in mente tutto questo? Lo si scopre dai lavori parlamentari. Giovedì, 19 luglio 2012, ore 15. Le Commissioni riunite VI e X esaminano il decreto sviluppo del Governo. Vincenzo Gibiino (PDL) propone la modifica al “decreto sviluppo” e Stefano Saglia (PDL) sottoscrive la proposta. Alla seduta partecipa anche il deputato abruzzese Giovanni Lolli (PD), che si spende per la ricostruzione dei Comuni aquilani colpiti dal sisma del 2009, ma che tace sulla questione dell’applicazione della semplificazione amministrativa ai metanodotti (come se le due questioni non siano tra loro collegate). Dopodiché il decreto approda in Aula e il Governo pone la fiducia. Mentre la Regione Abruzzo non impugna la legge del Parlamento dinanzi alla Corte costituzionale. Cosa aggiungere: le jeux sont faits?
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