Giancarlo Falconi, premesso che le UCCP hanno lo scopo di “ portare sul territorio i servizi medici specialistici e diagnostici ” per alleggerire “ il carico sulle strutture ospedaliere, in collaborazione con i medici di famiglia ”, si è chiesto: “ che cosa è successo a Montorio ” ?
A questa domanda ha collegato le seguenti affermazioni suffragate dalla realtà effettuale:
1 ) i medici di famiglia – “ turnandosi ” – avrebbero dovuto garantire “ la presenza costante di un medico dalle ore 8:00 alle ore 20:00 nei giorni feriali ”;
2 ) al contrario, alcuni “ medici di base … hanno chiuso i propri ambulatori nel centro città e si sono trasferiti gratuitamente nella nuova struttura ospedaliera ”;
3 ) quest’ultima si trova “ a circa due chilometri dal centro di Montorio, abitato da quasi duemila persone, la maggioranza anziani ”;
4 ) l’esordio della UCCP è stato caratterizzato da un evidente disservizio causato dall’angustia dei locali, da “ code interminabili ” e dalla “ assoluta assenza di privacy ”;
5 ) non sono stati assicurati i “ servizi specialistici ”;
6 ) i medici di base, “ soggetti privati … convenzionati con il SSN ” utilizzano “ gratuitamente ” una “ struttura pubblica ”, nonché gli impianti, i macchinari e le apparecchiature ( di proprietà della ASL ) che vi si trovano;
7 ) in forza dell’ “ accordo ” intervenuto tra i medici di base e la Direzione Generale della ASL:
a ) “ il costo complessivo del primo anno di sperimentazione ( della UCCP ) è di E 320.000,00 ”;
b ) ai medici di base aderenti all’ “ accordo ” stesso è riconosciuto un incentivo di “ E 11,00 per assistito all’anno, per ogni medico ” pari ad “ E 16.500,00 in più all’anno ” ( in verità, l’incentivo ammonta ad E 3,00: ndr. ), nonché un corrispettivo di “ E 60,00 all’ora per il sabato mattina ”;
c ) ai medici di base è assicurata la “ fornitura gratuita di tutta la dotazione informatica ( hardware e software ), compreso il supporto tecnico e la formazione ”;
d ) “ i pazienti che intendessero revocare un medico di medicina generale della struttura e scegliere un altro della stessa struttura, potranno farlo esclusivamente previa accettazione del medico di medicina generale scelto ”.
L’articolo di Falconi è stato commentato, tra gli altri, da Fiorenzo Catalini ( aderente – nella sua veste professionale di medico di medicina generale – all’accordo che ha portato alla istituzione della UCCP, nonché assessore all’Urbanistica del Comune di Montorio al Vomano ) e da Giuliano Merlini ( farmacista ).
Merlini ha fatto notare che:
1 ) nel primo mese di attività le prestazioni effettuate costituiscono “ la somma delle prestazioni dei singoli medici associati, che sarebbero state erogate comunque anche negli ambulatori privati ”, a cui vanno aggiunti “ 13 teleECG e 13 accessi infermieristici domiciliari ”;
2 ) queste “ prestazioni aggiuntive ” appaiono “ un po’ care ”, se si considera che “ E 320.000,00 ( costo complessivo del primo anno di sperimentazione della UCCP ) diviso 12 mesi è uguale ad E 26.666,00 al mese, che diviso, a sua volta, per le anzidette 26 prestazioni aggiuntive dà un risultato pari ad E 1.025,00 ciascuna ” );
3 ) la UCCP, allo stato attuale, “ non offre ( pertanto ) nulla di più del servizio prestato dai medici di medicina generale ” ( a costi notevolmente maggiorati, come poco più sopra si è veduto: incentivo pecuniario + utilizzo gratuito della struttura pubblica: ndr. ) e, inoltre, “ non c’è traccia di alcuno dei servizi specialistici o diagnostici promessi ( e ) mancano addirittura i materiali più elementari per prestare anche solo semplici prestazioni infermieristiche ”;
4 ) la situazione ambientale è connotata da “ affollamento e promiscuità al limite della civiltà, con la conseguente negazione di ogni forma di privacy ”;
4 ) il trasferimento – di fatto – nei locali della UCCP di alcuni ambulatori medici ha dato luogo ad “ una medicina di gruppo svolta in una struttura pubblica ”;
5 ) la “ clausola ” che limita “ la libertà degli assistiti ” in ordine alla scelta del medico di medicina generale è manifestamente illegittima ( in verità, essa concreta una vera e propria “ aberrazione giuridica ” denotante una imbarazzante incultura costituzionale – poveri Padri Costituenti ! – da parte di chi l’ha concepita: ndr. ).
Catalini, dal canto suo, in parte, ha confermato gli assunti di Falconi e di Merlini ( quanto agli aspetti concernenti la carenza dei servizi specialistici, le difficoltà logistiche e la mancanza di riservatezza ), in parte li ha contestati ( in particolare, degna di menzione è la bizzarra interpretazione che egli ha fornito della “ clausola ” diretta a limitare la libertà di scelta dell’assistito ), in parte li ha glissati ( abilmente, ha evitato di considerare i profili attinenti al costo della “ sperimentazione ”, senz’altro monetariamente esorbitante se si pone mente al fatto che l’attuale “ servizio ” non offre “ nulla di più ” rispetto a quello garantito, in passato e in forma individuale, dai medici di base; alla chiusura degli ambulatori privati e al loro trasferimento presso l’attuale “ valida struttura ”, come egli, coraggiosamente ma improvvidamente, l’ha definita; all’impiego “ gratuito ” di una struttura pubblica da parte di soggetti privati, quali in effetti sono i medici di famiglia o di base o di medicina generale che dir si voglia ).
Catalini, ancora, ha trattato del “ Centro Storico ” e del suo declino, precisando che “ dai dati in mio possesso ( che si è ben guardato dal disvelare: ndr. ) non risulta che gli esercizi commerciali prima della UCCP stessero bene ed ora stiano male ”, subito dopo aggiungendo che “ la verità è che il commercio al dettaglio paga da anni la scelta nazionale di sostenere la media e grande distribuzione, ma questo vivaddio esula dalle nostre competenze e, soprattutto, dalle nostre responsabilità di medici e, perché no, anche di amministratori ”.
Ciò asserendo, il “ medico ” Catalini e, “ perché no, l’Assessore all’Urbanistica ” Catalini ha dimenticato – volutamente – che egli ha contribuito, nell’ultimo decennio, come “ amministratore comunale ”, al degrado e allo spopolamento del centro cittadino e, quindi, alla consequenziale crisi del commercio locale, favorendo l’insediamento sul territorio comunale della “ grande distribuzione ” ( v. caso “ Eurospin ” ), incoraggiando ( con dissennate scelte amministrative, fondate sul principio “ si cerca di accontentare tutti, nei limiti del possibile ” ! ) una caotica e dissonante ( rispetto al preesistente assetto ambientale e urbanistico ) espansione edilizia extra moenia , non dotando la Città di un moderno “ piano del traffico ” e avallando i “ capricci ” di qualche suo collega di giunta in ordine alla destinazione e alla sistemazione di quel luogo – la Piazza Orsini – che, una volta, rappresentava il “ cuore pulsante ” di Montorio e che, oggi, è ridotto alla condizione di uno “ spiazzo ” desolato.
In conclusione e tornando alla UCCP, i termini della relativa questione ( che è di “ stretta legalità ” ) sono quelli indicati da Giancarlo Falconi ( e avvalorati da Giuliano Merlini ): Falconi, raccontando la realtà, ha suscitato degli interrogativi, ai quali – ad oggi – nessuno di coloro che stanno nella “ stanza dei bottoni ” ( dirigenti della ASL, medici di medicina generale, amministratori locali ) ha dato una risposta, e questo in dispregio al principio di trasparenza che dovrebbe, costantemente, contrassegnare l’agire amministrativo.
Così stando le cose – e nella mia triplice qualità di assistito, di contribuente e di libero cittadino – chiedo ai soggetti istituzionali da ultimo mentovati di rispondere ai suddetti interrogativi e, in particolare, a queste tre domande:
a ) la UCCP di Montorio è in grado di assicurare le “ prestazioni specialistiche e diagnostiche ”, come è normativamente previsto ?
b ) è’ legittimo che dei privati, quali sostanzialmente sono i medici di famiglia, possano utilizzare gratuitamente una struttura pubblica, trasferendovi i loro ambulatori ?
c ) se sì, quale testo legislativo e/o contrattuale permette siffatto utilizzo e questo trasferimento ? ( al riguardo, invito i su nominati soggetti a rendere pubblico il predetto testo, nonché l’ “ accordo ” al quale ha fatto riferimento Falconi e il cui contenuto mi è ignoto ).
Le postulate risposte sono non soltanto doverose, ma appaiono anche ineludibili.
Il Cittadino
Gersan Persia
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