Il dovere ed il bisogno di riflettere e reagire...
Non scrivo per giudicare, né perché mi senta migliore di alcuno. Le motivazioni risiedono innanzitutto nell'amore, quello per la verità e per il mio lavoro, una fra le cosiddette 'professioni di aiuto'. Inoltre, è la manifestazione di ció che la coscienza ed il mio senso civico mi impongono, nei confronti degli operatori sanitari (avendo vissuto ormai vissuto in questa professione più di 35 anni); verso la mia gente, verso l'istituzione sanitaria nella quale ho fin qui dato il mio contributo professionale, ma soprattutto verso colui che rimane l'obiettivo primario del sistema sanitario: il paziente!
No, nessuna demagogia... constato da anni l'inesorabile decadenza della nostra sanità, e non riesco a convincermi che la motivazione di fondo nel suo degrado possa essere attribuita ai tagli economici progressivi e sempre piú drastici (e per quelli potrei fare ben poco). Ritengo, invece, che il fulcro del problema risieda nella coscienza, umana e professionale, che alimenta o meno la deontologia e la voglia di dare il megio di sé in una professione. Svolgere una tale professione, in ambito sanitario (Medico, -Infermiere, Operatore dell'Assistenza), significa occuparsi di malati, di pazienti, di persone in difficoltà, con bisogni nel campo della propria salute. Lo si sa da subito che è una 'professione di aiuto', si studia per poterla svolgere, si stipula un contratto di lavoro, si risponde ad un codice deontologico ed alla propria coscienza morale e civica... infine, aiuta una eventuale buona educazione...
Perché allora investire del tempo per scrivere sulla nostra sanità locale, su luci ed ombre della sanitá, cosa mi propongo?
Lo ritengo un mio dovere, perchè è inaccettabile lo stato in cui versa in troppi dei suoi settori, perchè se smettiamo di riflettere e non cerchiamo di cambiare ció che non va (o rafforzare ció che funziona), non abbiamo diritto di lamentarci, di continuare a sognare o sperare di essere trattati come ci piacerebbe quando ci troveremo dall'altra parte della 'barricata', nel ruolo del paziente, noi o i nostri cari! Dall'altra parte della 'barricata', ve l'assicuro, ci sono stato; ho anche vissuto il dramma di padre di una figlia 'oncologica'; ho vissuto periodi stupendi nelle condizioni di lavoro, con esempi meravigliosi di colleghi, di medici ed OSS esemplari, ho conosciuto frammenti di sanità stupendi e ho sofferto e soffro profondamente per una sanità indegna, assurda..!
Ecco la sfida, sono qui a parlarne, ad incoraggiare a combattere chi sa e chi vuole, per fare tutto il possibile, a cominciare da me, per cambiare le cose dove necessario, per il paziente e la nostra dignità!
Da questo dipende il poter continuare a guardare negli occhi i miei pazienti, anche quando non vedo la soluzione alle loro sofferenze!
Da questo dipende il poter guardare negli occhi mia figlia ed essere certo di fare ed aver fatto di tutto per riconquistare una sanità perduta e vissuta con lei!
Da questo dipende la mia capacità e volontà di non soccombere alle circostanze, non arrendermi al degrado del sistema sanità, non smettere di combattere per il bene del paziente, chiunque sia, non smettere di rincorre sogni ed ideali vissuti che vorrei potessimo tutti tornare a vivere...
Se ti sei annoiato nel leggermi, non aspettare il prossimo appuntamento in cui ritrovare traccia di preoccupazioni del genere, rilassati, continua a vivere o subire l'andazzo generale 'al ribasso' in sanità... Questa potrebbe essere la prima di una serie di riflessioni che nascono dalla mia coscienza, umana e professionale, ma ispirata ai principi deontologici e sindacali (nel senso piú semplice, di tutela o sostegno al lavoratore perchè possa operare al meglio nel servizio a cui è tenuto).
La scelta di un blog, del cui spazio ed attenzione ringrazio la redazione, di cui sono affezionato lettore, è dovuta all'assenza dei vincoli di spazio fisico sulla pagina e della durata solo giornaliera della carta stampata... A presto... forse...
Il referente NurSind per il P.O. di Teramo
S. D'Ascenzo
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