Mentre gli spazi pubblici del comune di Teramo fluiscono via via nel degrado più profondo, facendo abituare il cittadino pretuziano all’idea che l’incuria sia una normalità alla quale non c’è rimedio, c’è un piccolo pezzettino d’Interamnia che ogni anno viene tirato a nuovo in vista delle celebrazioni del “Giorno della Memoria” del 27 Gennaio.
E così che, per alcuni giorni, gli operai del Comune con il supporto della Te.Am si prodigano nel ripulire, rappezzare l’asfalto, delimitare, recintare, zappettare, spolverare, ricentrare con una cura quasi maniacale, i 4 metri quadri che occupa con la sua fascia di rispetto, la targa commemorativa intitolata alla memoria di Giovanni Palatucci.
Dal 2007, infatti, il Comune di Teramo ha deciso di legare la celebrazione del Giorno della Memoria alla figura de: L’ultimo Questore Italiano di Fiume, martire nel Lager di Dachau, il 10 Febbraio 1945 per aver salvato oltre cinquemila ebrei dalla forza sterminatrice della barbaria nazista, Teramo rende onore all’uomo “Giusto”
Dalla fine del 2012 però, qualcosa nei confronti della figura di Palatucci cambia, il centro studi Primo Levi di New York ne mette in discussione le biografia, tanto che il suo nome scompare improvvisamente dal Muro D’Onore in cui sono incisi i nomi dei “Giusti tra le Nazioni” presso il Museo Yad Vashem, ovvero i non ebrei che pregni di coraggio si sono prodigati nel salvare delle vite dalla furia della Shoah.
A metà del 2013 la notizia raggiunge gli organi di stampa e monta la polemica intorno alla figura del Palatucci, addirittura alcuni storici e ricercatori affermano che non solo non si sia prodigato nel salvare vite umane ma che addirittura abbia favorito, con chirurgica precisione, la deportazione dei circa cinquecento ebrei presenti nella zona di Fiume.
Effettivamente, senza entrare nel merito della discussione che gli storici di tutto il mondo stanno portando avanti sulla questione, ci sono delle inesattezze che andrebbero sicuramente ricorrette, quanto meno per ripristinare alcune verità storiche.
Palatucci infatti non è stato l’ultimo Questore di Fiume, bensì era il funzionario di Polizia delegato al censimento degli ebrei presenti sul territorio e in virtù di questo elenco, la Prefettura, procedeva ad ordinare le deportazioni, come effettivamente e storicamente accertato.
Inoltre, l’ex direttore dello Yad Vashem ha affermato che aveva inserito il Palatucci, non per aver salvato cinquemila israeliti, ma per la testimonianza di una sola donna, di cui si sta ancora verificando la veridicità.
Certo, quest’ultimo dato non è significativo, una vita è parimenti importante quante le presunte cinquemila, ma l’ingigantimento della azione salvifica di questo fedele servitore dello stato fascista va sicuramente ridimensionata e riportata su binari ben diversi.
A Dicembre 2013, a Milano, si sono incontrati ricercatori presso l’Unione delle Comunità Ebraiche e si sono dati sei mesi di tempo al fine di ristabilire definitivamente la verità storica.
La domanda che vi pongo è questa: è giusto che la Città di Teramo, celebri ufficialmente, come “Giusto tra le Nazioni” un personaggio che non compare ufficialmente in quell’elenco e sulla cui figura storica si annidano spettri infamanti, descrivendolo più come carnefice che come martire?
Stefano Alessiani
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