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Chi ha tradito Sogesa?

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Noi, ex dipendenti della Sogesa S.p.A. , azienda dichiarata fallita il 26 giugno 2012, siamo costretti, per l’ennesima volta, a ribadire l’assoluta indifferenza dei Sindaci e del Cirsu S.p.A., sulla nostra posizione lavorativa.
Riteniamo che il polo tecnologico di Grasciano sia una ricchezza perché in esso è presente tutta la filiera del trattamento dei rifiuti e che in questi anni forse ha fatto comodo a qualcuno che rimanesse chiuso.
Nel consorzio ci sono state mille criticità, nelle quali, bisogna ammetterlo, tutti i politici e gli amministratori in causa, hanno avuto le proprie responsabilità.
Si segnala una situazione drammatica per i lavoratori che godono della cassa integrazione; oltre alle problematiche riguardanti i fondi incapienti, riscontriamo la latitanza del Cirsu nelle riunioni riguardanti i rinnovi del medesimo strumento di sostegno al reddito; stando così le cose, i lavoratori vedono avvicinarsi lo spettro del licenziamento.

Per quanto riguarda la riapertura del polo tecnologico di Grasciano, la situazione è ancora in fieri, ma appare sempre più frammentata e non priva di ostacoli.
La riattivazione della Piattaforma di tipo “A” aprirebbe le speranze per il riassorbimento di alcuni lavoratori ex Sogesa, data la richiesta pressoché incessante, da parte della RSU Sogesa, dell’inserimento delle opportune “clausole sociali” nel bando pubblico, ma risolverebbe solo in parte il problema occupazionale.
Un impegno forte e decisivo dovrà venire anche dai comuni del Cirsu.
Per l’appunto, notiamo che anche per il servizio di raccolta porta a porta permangono non poche difficoltà. Infatti, secondo noi, i futuri bandi di gara dovranno prevedere non solo il riassorbimento dell’addetto alla raccolta (ex Sogesa) che ha svolto il servizio sul territorio, ma anche di chi si è occupato di gestire l’intera filiera integrata (personale tecnico-amministrativo).

Per quel che concerne la discarica “Grasciano 2”, forse la panacea per il consorzio pubblico e per i sindaci dei comuni soci, il bando, finalmente pubblicato, non sembra prevedere il riferimento specifico al contratto di settore (CCNL FISE) che tutelerebbe pienamente il personale ex Sogesa.
Purtroppo, facciamo fatica a capire quali siano i nostri referenti, viviamo in un clima di crescente incertezza, conosciamo unicamente la drammaticità della situazione occupazionale.
Chiediamo, alla luce del prossimo tavolo in Prefettura, 24 aprile p.v., di porre in essere un protocollo che faccia chiarezza sulle prospettive, sull’agire immediato e futuro, sul destino dei lavoratori e su quale idea e/o volontà si ha rispetto alla soluzione della “questione rifiuti” nell’area interessata.
Qualora ci trovassimo di fronte ad un atteggiamento ostativo, riguardo alle nostre richieste, saremmo costretti a chiedere soluzioni estreme, come il commissariamento totale del Cirsu.

La nostra istanza potrebbe essere inoltrata all’Assessore regionale all’Ambiente, Mauro Di Dalmazio, poiché la Regione si è impegnata notevolmente per rimettere in azione il sito in oggetto che riveste importanza cruciale sul territorio, altresì , data la non attività di questo impianto, i rifiuti devono essere trasportati al di fuori della provincia con la conseguenza di un costo del 30% più elevato.
Abbiamo sempre creduto che riprendere un dialogo con le istituzioni e la politica fosse la scelta migliore per il buon andamento e l’efficienza del sistema rifiuti.
Ripetiamo che non sono solo in ballo gli interessi di noi lavoratori, ma di tutta la provincia di Teramo.
Con la presente, ringraziamo Sua Eccellenza il Prefetto di Teramo per la mostrata sensibilità a quanto avviene in questa vicenda che nasconde molti lati oscuri e, per alcuni versi, assume i connotati di una vera e propria fiction.

Grazie per l’attenzione un gruppo di lavoratori ex Sogesa.
 

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