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Teramo: “STUDENTI, FIGLI DI PAPA’, IO STO CON I POLIZIOTTI...”

di Anonimo
9 minuti

“STUDENTI, FIGLI DI PAPA’, IO STO CON I POLIZIOTTI...”
di Pier Paolo Pasolini

E’ Triste. La polemica contro il Pci andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati. Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. lo no, amici.
Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo!) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccolo-borghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene, il loro modo di esser stati bambini e ragazzi le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli; la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come si vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente è lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent'anni, la vostra età, cari e care.Siamo ovviamente d'accordo contro l'istituzione della polizia. Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete! I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale)
di figli di papà avete bastonato, appartengono all'altra classe sociale.
A Valle Giulia, si é così avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate, i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! in questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici/ “Popolo” e “Corriere della sera”, “Newsweek” e “Monde” vi leccano il culo. Siete i loro figli la loro speranza, il loro futuro: se vi rimproverano non si preparano certo a una lotta di classe contro di voi! Se mai, alla vecchia lotta intestina. Per chi, intellettuale o operaio, è fuori da questa vostra lotta, è molto divertente l’idea che un giovane borghese riempia di botte un vecchio borghese, e che un vecchio borghese mandi in galera un giovane borghese. Blandamente i tempi di Hitler ritornano: la borghesia ama punirsi con le sue proprie mani.
Chiedo perdono a quei mille o duemila giovani miei fratelli che operano a Trento o a Torino, a Pavia o a Pisa, a Firenze e anche un po' a Roma, ma devo dire: il Movimento Studentesco non frequenta i vangeli la cui lettura i suoi adulatori di mezza età gli attribuiscono, per sentirsi giovani e crearsi verginità ricattatrici: una sola cosa gli studenti realmente conoscono: il moralismo del padre magistrato o professionista, la violenza conformista del fratello maggiore (naturalmente avviato per la strada del padre) l’odio per la cultura che ha la loro madre, di origini contadine, anche se già lontane.
Questo, cari figli, sapete. E lo applicate attraverso inderogabili sentimenti: la coscienza dei vostri diritti (si sa, la democrazia prende in considerazione solo voi) e l'aspirazione al potere. Sì, i vostri slogan vertono sempre la presa di potere.
Leggo nelle vostre barbe ambizioni impotenti nei vostri pallori snobismi disperati,
nei vostri occhi sfuggenti dissociazioni sessuali, nella troppa salute prepotenza, nella poca salute disprezzo (solo per quei pochi di voi che vengono dalla borghesia infima, o da qualche famiglia operaia questi difetti hanno qualche nobiltà: conosci te stesso e la scuola di Barbiana!) Occupate le università ma dite che la stessa idea venga a dei giovani operai. E allora: “Corriere della Sera” e “Popolo”, “Newsweek” e “Monde” avranno tanta sollecitudine nel cercar di comprendere i loro problemi. La polizia si limiterà a prendere un po’ di botte dentro una fabbrica occupata? E’ un'osservazione banale; e ricattatoria.
Ma soprattutto vana: perché voi siete borghesi e quindi anticomunisti. Gli operai, loro, sono rimasti al 1950 e più indietro. Un'idea antica come quella della Resistenza (che andava contestata venti anni fa, e peggio per voi se non eravate ancora nati) alligna ancora nei petti popolari in periferia. Sarà che gli operai non parlano né il francese né l'inglese, e solo qualcuno, poveretto, la sera, in cellula, si è dato da fare per imparare un po' di russo. Smettetela di pensare ai vostri diritti, smettetela di chiedere il potere. Un borghese redento deve rinunciare a tutti i suoi diritti e bandire dalla sua anima, una volta per sempre, l'idea del potere. Tutto ciò è liberalismo: lasciatelo a Bob Kennedy. I Maestri si fanno occupando le fabbriche non le università: i vostri adulatori ( anche comunisti) non vi dicono la banale verità che siete una nuova specie idealista di qualunquisti come i vostri padri, come i vostri padri, ancora, figli.
Ecco, gli Americani, vostri adorabili coetanei, coi loro sciocchi fiori, si stanno inventando, loro, un linguaggio rivoluzionario “nuovo”! Se lo inventano giorno per giorno! Ma voi non potete farlo perché in Europa ce n'e già uno: potreste ignorarlo? Sì, voi volete ignorarlo (con grande soddisfazione del “Times” e del “Tempo”).
Lo ignorate andando, col moralismo delle profonde province, “più a sinistra”. strano, abbandonando il linguaggio rivoluzionario del povero, vecchio, togliattiano, ufficiale Partito Comunista, ne avete adottato una variante eretica ma sulla base del più basso gergo dei sociologi senza ideologia (o dei babbi burocrati). Così parlando, chiedete tutto a parole, mentre, coi fatti, chiedete solo ciò a cui avete diritto (da bravi figli borghesi): una serie di improrogabili riforme, l’applicazione di nuovi metodi pedagogici e il rinnovamento di un organismo statale. Bravi! Santi sentimenti! Che la buona stella della borghesia vi assista!
Innebriati dalla vittoria contro i giovanotti della polizia costretti dalla povertà a essere servi, (e ubriacati dall'interesse dell’opinione pubblica borghese con cui voi vi comportate come donne non innamorate, che ignorano e maltrattano lo spasimante ricco) mettete da parte l'unico strumento davvero pericoloso per combattere contro i vostri padri: ossia il comunismo. Spero che l'abbiate capito che fare del Puritanesimo è un modo per impedirsi un'azione rivoluzionaria vera. Ma andate, piuttosto, figli, ad assalire le Federazioni!
Andate a invadere cellule! Andate ad occupare gli uffici del Comitato Centrale! Andate, andate ad accamparvi in Via delle Botteghe Oscure! Se volete il Potere, impadronitevi, almeno, del potere di un partito che è tuttavia all'opposizione (anche se malconcio, per l’autorità di signori in modesto doppiopetto, bocciofili, amanti della litote, borghesi coetanei dei vostri stupidi padri) ed ha come obiettivo teorico la distruzione del Potere. Che esso si decida a distruggere, intanto, ciò che di borghese ha in sé, dubito molto, anche se col vostro apporto, se, come dicevo, buona razza non mente...Ad ogni modo: il Pci ai giovani!Ma, ahi, cosa vi sto suggerendo? cosa vi sto consigliando? A cosa vi sto sospingendo? Mi pento, mi pento Ho preso la strada che porta al minor male, che Dio mi maledica. Non ascoltatemiAhi, ahi, ahi, ricattato ricattatore, davo fiato alle trombe del buon senso! MI son fermnato appena in ternpo, salvando insieme, il dualismo fanatico e l’ambiguità...Ma son giunto sull’orlo della vergogna...(oh Dio! che debba prendere in considerazione l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?)

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mi permetto di dire che citare pasolini rispetto - immagino - a quanto leggo sia accaduto in teramo con la detenzione di davide rosci, mi sembra un poco fuori luogo. sia perché egli parlava in tempi e di tempi diversi sia perché quanto è accaduto ha una radice molto lontana dai movimenti degli anni sessanta e settanta. la visione di pasolini infatti è ingenua rispetto a quanto lo scorrere degli anni ha mostrato a tutti attraverso l'evoluzione delle attività politiche sociali e culturali. tant'è che il nuovo linguaggio di cui egli parla, quello dei fiori, non sembra abbia prodotto risultati positivi, a guardarci oggi. ricordo ancora gli inviti al boicottaggio della coca cola, evidentemente mi sembra non abbiano portato grandi risultati. non sono un anarchico o un violento, noto però, leggendo qualche libro di storia, che nessun cambiamento del corso della storia è morbido o delicato. grazie in ogni caso per averci ricordato uno dei bei passi di quanto ha prodotto pasolini.
Il linguaggio della protesta di massa, decisa, forte, ma rigorosamente democratica e non violenta, garantita da un efficacissimo servizio d'ordine, c'è stato fino al PCI di Berlinguer. In questo modo sono avvenute grandi conquiste sociali. Successivamente, quando ci sarebbe stato, caro anonimo, quel periodo storico da "linguaggio dei fiori" al quale fai riferimento? Se oggi (ormai da più di un decennio) stiamo qui a parlare dei violenti che danneggiano le manifestazioni e non delle problematiche per cui è necessario manifestare, mi sembra che il pensiero del grande Pasolini sia più attuale che mai.
i due commenti precedenti... che apprezzo particolarmente, non tengono conto di due cose fondamentali... allegoria e letteratura visionaria... gli attori si adattano alla scena variata di uno scrittore che vede prima... che muore per avere il dono di vedere prima... la questione centrale rimane la grande questione rivoluzionaria... e le sue variegate facce... il proletariato che sempre subisce la rivoluzione borghese... che sfocia sempre nello status quo del grande mare della politica
nugnurand :) , le grandi conquiste sociali avute in italia non sono tanto grandi. ogni tanto qualche telegiornale o programma televisivo ("le parole della televisione cadono sempre dall'alto". pasolini)racconta grandi boom e sviluppi sociali, tuttavia a be guardare la realtà l'italia è sempre stata un passo dietro l'europa in quanto a diritti civili, sviluppo economico e culturale. i piemontesi si sono sempre vantati di grandi capacità produttive nel boom economico italiano, che però era anche boom europeo, e l'italia era nei fatti alcune marce indietro rispetto a quelle di germania Inghilterra e francia. c'è un bel libro di Antonio Caprarica in giro che parla di questa visione relativa. ma comunque al di à di valutazioni personali o considerazioni basate su dati complessi da elaborare e quindi sempre personalizzabili, il dato di fatto è che oggi l'italia vive una specie di resa dei conti, la barra dei totali è arrivata per cosi dire. e la somma non sembra positiva :) in italia non esistono pacs, il divorzio dura 5 o 6 anni. le donne non possono lavorare perché non esistono asili a sufficienza. lo stato sociale non esiste. ottenere un sostegno alla disoccupazione è talmente articolato da rinunciarci. il sostegno alla famiglia è inesistente. e potremmo andare avanti ancora molto… e queste sono scelte strategiche della politica che hanno un percorso di decenni. quindi possiamo dire, secondo me, che se oggi siamo così è perché dal 50 abbiamo sbagliato strategie, o forse non ne abbiamo avute. in ogni caso, mi scuso di queste valutazioni personali da bar dello sport.... era solo per dire che nei fatti non ci sono state tante conquiste sociali in italia, se non "televisive". e i ragazzi che non ne possono più, che vivono una globalizzazione vedendo modelli di vita diversi e più positivi, si chiedono legittimamente perché loro non possono avere lo stesso stile di vita. poi purtroppo questa protesta violenta sembra non avere soluzioni. credo il dramma sia questo. che non abbiano alternative da proporre, alternative serie, complete.ma alle proteste non si può chiedere ogni cosa :) oltretutto di questa responsabilità, di non aver dotato le nuove generazioni di idee, dovrebbero farsi carico le generazioni precedenti che non sono state in grado di educare alla convivenza, al benessere sociale, i propri figli. e invece di gridare al baobab, dovrebbero presentarsi in una bella conferenza congiunta e esordire con delle scuse a nome loro e dei predecessori, scuse alla nazione. scuse averla depredata e sfruttata negli ultimi 55 anni. "ci scusiamo e da oggi si lavora". ma boh. :) accadrà? non so, spero solo che la protesta, violenta o pacifica che sia, porti a un mondo migliore. vorrei che le mie figlie potessero crescere in un posto pulito, verde e respirabile, senza paure e timori. il periodo storico del linguaggio dei fiori .. sono parole del brano di pasolini citato in questo articolo. e per finire, sono d'accordo con elcordobes. :)
Credo che l'articolo di Pasolini oggi è soltanto informazione e cultura. I fatti e le soggettività del tempo non calzano con quelli di oggi. Certo Pasolini afferma di stare con i poliziotti figli del proletariato, ma non dice di stare d'accordo con l'ordine che gli stessi hanno da eseguire: ossia reprimere violentemente la contestazione, che per ultimo fine può tornare anche loro utile poiché figli del proletariato stesso. Certo egli condanna i figli di papà che si buttano allo sbaraglio nella violenza e nei disordini di Valle Giulia, dove gli stessi lottano per cambiare, in quel sessantotto, l'ordine costituito, insieme a chi lo fa poiché è figlio delle classe operaia. In definitiva, mentre ieri si lottava insieme per una conquista di un mondo migliore, di un mondo più umano e responsabile e vicino a tutti i cittadini, certamente meno ipocrita e borghese, oggi tutto ciò viene a mancare. Le medesime conquiste sociali ci vengono per imposizione e decreti ridimensionate, ridotte ed annullate: le classi meno abbienti sono sulla difensiva dei loro diritti, e se qualcuno alza un po' la voce, subito diventa problema di ordine pubblico, da biasimare, da isolare, da condannare, da reprimere. In definitiva, un conto è lottare per conquistare, un conto è farlo per difendere un certo stato di diritti: pertanto la chiave del problema resta in quell'alta politica che veramente risolva quei problemi delle gente comune e che naturalmente eviti la inutile guerra tra poveri, inclusi in questi ultimi, anche chi porta una divisa per servizio d'ordine pubblico.
Infatti rimasi molto colpito, molto ben impressionato, quando Manganelli comunicò alla stampa che i poliziotti vengono utilizzati per risolvere problemi che dovrebbe affrontare la politica. Una dichiarazione che gli sarà costata parecchio, visto che da allora non se ne sentono altre, di clamorose. Però si, è una guerra tra poveri. E che tristezza. A volte viene da sperare nell'uomo nuovo, o in una monarchia illuminata o in qualcosa di simile. Nel frattempo godiamoci, come al teatro, lo spettacolino della gente esasperata che pubblica post, protesta per strada, costituisce associazioni, pubblica commenti e spera che qualche ragazzo come questo Davide Rosci trovi la via più illuminata per raggiungere gli obiettivi finali che si pone, che sicuramente sono positivi. Mi auguro che questa esperienza che sta vivendo lo fortifichi e rassereni. E non contribuisca, invece, ad incattivire ancora di più. Spesso ho dovuto constatare che chi sembra essere un problema per la comunità, spesso invece sarebbe una grande risorsa se guardato dal punto di vista più opportuno. Quindi forza Davide, coraggio! Tutto passa e sicuramente riuscirai con volontà e serenità a fare tante cose belle per tutti! Mi sembri proprio un ragazzo pieno di energie! :) Un abbraccio.