"I tedeschi non ci rispettano. Ma ci temono.
Noi non temiamo i tedeschi. Ma li rispettiamo."
Non so se fu Gianni Brera a coniare questo aforisma sul rapporto tra italiani e tedeschi. Quello che ricordo, e' che nasce in ambito calcistico. E forse trae origine dalle controverse relazioni tra di noi e il Paese di Mann, Marx, Freud (e Beckenbhauer) e dal rapporto (freudiano?) di invidia/dipendenza biunivoca tra due pessimi statisti del secolo scorso.
I tedeschi hanno una relazione con il denaro che non e' facile da descrivere se non si e' vissuto o lavorato almeno un po' in Germania. Se per noi italiani il denaro e' un mezzo, per ottenere sicurezza, bella vita, divertimenti e oggetti piacevoli; per i tedeschi il denaro e' qualcosa di metafisicamente affine all'onore e all'anima.
Per questo aziende come la BMW inviano ai fornitori lettere (prestampate) di scuse formali con la firma del presidente in caso di ritardo nei pagamenti. E' una questione di onore, di manifestazione di potenza, prima ancora che di rispetto contrattuale.
Oserei dire che anche l'antisemitismo che incendio' in maniera tanto drammatica quel civilissimo Paese fu supportato proprio dell'accusa agli ebrei si essere un popolo che assorbe le risorse (monetarie) di un'intera economia senza rimetterle in circolo, un'accusa talmente folle che pote' diffondersi proprio per il panico esistenziale che getto' in vasti strati della popolazione.
Venendo ai giorni nostri, anche la viscerale avversione che gli elettori tedeschi hanno per qualsiasi cosa possa creare inflazione (la distruzione del valore del risparmio, del denaro accumulato!) e' forse legata alla loro visione del denaro stesso, oltre che alla drammatica iperinflazione degli anni '30: denaro come misura del valore materiale e di quello morale, come principale supporto alla stima di se' e misura - precisissima - della collocazione dell'individuo nella societa'.
Per questi motivi sono rimasto molto stupito quando appresi, l'anno scorso, che un italiano, un romano anzi, uno che ha studiato "alla Sapienza" (l'universita' dei figli del popolo, mica la Cattolica o la Luiss o la Bocconi!) sarebbe diventato il "capo" della Bce, l'organismo a cui l'Europa, grazie all'ok della Germania, ha demandato la missione della "salvaguardia della stabilita' monetaria".
E cosa ha fatto Mario Draghi appena giunto alla Bce? Non potendo creare un meccanismo di finanziamento unico a livello europeo, gli Eurobond, perche' gli elettori tedeschi si sarebbero sollevati (come, noi tedeschi ci presentiamo col cappello in mano insieme ai francesi, agli italiani ai... greci?!), si e' inventato un sistema per ottenere lo stesso risultato facendo esattamente quello che per statuto la Bce deve fare: finanziare le banche commerciali.
E' ovvio che poi le banche commerciali hanno finanziato gli stati nazionali, come l'Italia, per quasi 300 miliardi di euro tra novembre ed oggi (guarda caso la cifra che il governo Burlesqueoni si e' giocato tra 2008 e 2011); ed e' cosi' che i dipendenti pubblici, da Tolosa a Siviglia, da Patrasso a... Teramo hanno potuto continuare ad essere pagati. In barba agli occhiutissimi elettori tedeschi, che non hanno capito (per la gran parte) e che nulla possono fare (e' tutto secondo le regole, herr Mario, proceda pure).
Oggi, di fronte ad un nuovo rimescolamento di carte continentale, che riguarda in particolare la prospettiva che la Grecia possa uscire dall'euro a causa di una situazione di ingovernabilita' apparentemente irrisolvibile (politicume saprofita italico, vi dice niente questa situazione o pensate ancora solo alle vostre appesantite e flaccide terga), la tenuta dell'euro e' sempre piu' nelle mani del Signor Mario (Draghi) che, inventatosi questa trovata semplice e geniale come l'uovo di Colombo (italiano, anche lui), stara' gia' sicuramente passando giorni frenetici e notti quasi insonni ad escogitare e negoziare altre soluzioni altrettanto valide e politicamente accettabili anche per i tedeschi.
Io ho fiducia in Mario Draghi, ed e' per questo che ho fiducia anche nella tenuta dell'euro. Secondo me il rischio "crollo dell'euro" esiste, ma non gli darei, ovviamente del tutto spannometricamente, una probabilita' di oltre il 10% / 15%.
Sono fiducioso, non foss'altro che Draghi ha studiato, e si e' laureato, con uno dei nostri: il compianto Professor Federico Caffè', nativo di Pescara, classe 1914.
Se iduepunti mi daranno ancora udienza, in una prossima puntata proveremo ad ipotizzare degli scenari di "rottura dell'euro". Sempre sperando di non annoiarvi.
Marco Moschetta
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Caro Ja. Ck. Il suo commento e' interessante e intelligente, ed ovviamente condivido le considerazioni sull'insufficienza delle LTRO (i rifinanziamenti alle banche, per i non assidui del sole 24 ore) e sulla intelligenza dei tedeschi. Ma lei lo sa meglio di me, la politica e' l'arte del possibile, e questo vale anche per la "culona inchiavabile" (come il nostro carismatico ex-presidente del consiglio l'ha definita tempo fa) che avra' dato l'ok a herr Mario basta che non la faceva finire sulla copertina di "Der Spiegel" fotoshoppata da mendicante in compagnia di Monti, Sarko' (allora) e Venizelos. Per cui il veto rimase quello sugli eurobond con un segnale verde sull'utilizzo di strumenti (anche) a minore impatto mediatico. Il suo commento smette di essere brillantissimo quando si arriva all'universita' e ai figli del popolo: non e' mai stato alle lezioni di economia politica del primo anno della Sapienza, o non ha mai fatto la fila a settembre per la consegna della modulistica di iscrizione in quella bolgia di Via Tiburtina? Avra' visto la differenza con il giro dei supporters del Presidente della Ferrari alla Luiss o con il gineceo di griffatissime velineconomiste del prof. Dallocchio della Bocconi? E, piu' sostanzialmente, si e' fatto qualche domanda sulla comodita' delle corsie di accesso alle professioni di questi due mondi, completamente diversi? (Il tutto, ovviamente, senza nulla togliere alla preparazione dei singoli, che resta in primis un fatto individuale e personale di onesta' intellettuale e passione - come fu per il prof. Federico Caffè') La saluto e le auguro di poter contribuire presto tra noi libero da limitazioni d'identita"Una di queste note velineconomiste, tra l'altro, e' di recente entrata in politica accanto all'On. Scilipoti (invitatissimo a Teramo) mostrando le sue posteriori rotondita' nell'ambito di una sottile campagna di protesta contro la cospirazione dei banca' !
Buona giornata McMosck
Caro Jack, voi scrivete e io leggo...con piacere.