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L'Imbarazzo della Regione Abruzzo sul punto nascita di Atri

di Giancarlo Falconi
7 minuti

La Politica chiuderà il punto nascita di Atri.
Tutto deciso.
La Politica è circondata.
I Politici di destra, sinistra e centro sono circondati. Arrendetevi.
La rivoluzione parte da Atri.

La fine o l'inizio del Partito Democratico o di quello che rimane del fu Pdl.
Da un auditorium stracolmo, sindaco Astolfi compreso, lo stesso silente Primo Cittadino di Atri durante l'Asl di Chiodi e Varrassi, ora sembra casualmente più coraggioso.
Un caso che al Governo ci sia il centro sinistra e lui punti alla governo della Provincia di Teramo per il centro destra?

Atri scenderà in strada con i propri figli, con le proprie attese, con tutta una società civile che si sente presa in giro dalla ruota della politica
Piccoli vagiti, pianti più forti, la sinfonia di un punto nascita.
Chi vuole fare abortire l'intero reparto?
Chi lotta per l'Ospedale San Liberatore?

Macera, Marchione, Reitano, Marchese,
in sintesi i due comitati per la difesa dell'Ospedale San Liberatore di Atri.
D'Alfonso, Paolucci, Monticelli, Gatti, i quattro politici chiamati a una presa di posizione nel discorso introduttivo e documento ufficiale del comitato.
Quattro politici che hanno un comun denominatore....hanno preso voti ad Atri o hanno fatto campagna elettorale in difesa e per il potenziamento dell'Ospedale San Liberatore.

Prime parole di fuoco, dirette e sincere...
"...rivolgiamo i nostri moniti e le nostre proposte all’attuale  Assessore alla Sanità Paolucci dal quale gradiremmo, prima di lasciarsi andare a dichiarazioni incaute che non tengono in alcun modo in considerazione l’importanza, la professionalità ed i numeri del nostro reparto, nonché la particolarità orografica del nostro territorio, che intraprenda una linea politica sanitaria che vada finalmente e realmente in direzione dei cittadini e dei loro bisogni e necessità, cosi come manifestava espressamente tre anni fa in qualità di segretario regionale del pd quando sostenne la mobilitazione organizzata a tutela del nostro presidio.

Così come ci rivolgiamo all’attuale presidente della Regione Abruzzo nonché Commissario ad Acta per la sanità Luciano D’Alfonso, che si è dimostrato così sensibile da presentarsi all’indomani della sua elezione nel cimitero atriano per rendere omaggio a Emilio Mattucci, uomo e politico che ha dato lustro al nostro nosocomio fino a farlo diventare il terzo ospedale d‘Italia, e che oggi dovrebbe con la stessa sensibilità tenere in piena considerazione l’ospedale di Atri e preservarlo da un definitivo depotenziamento, che va ormai avanti da anni e sta vivendo una lenta agonia.

Così come ci rivolgiamo al rappresentate del nostro territorio all’interno dell’attuale maggioranza politica regionale, Luciano Monticelli, il quale in passato si è sempre battuto concretamente, e che ora deve continuare a sostenere questa battaglia come sta facendo anche contro le posizioni del suo partito aspettandoci, in caso non venissero accolte le proprie istanze e quelle dei cittadini che rappresenta, un gesto forte e di protesta quale le sue dimissioni dal consiglio Regionale.

Cosi come ci rivolgiamo in ultimo al Vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Gatti, il quale nonostante la mole di voti che ha preso nel nostro territorio, rimane silente invece di prendere anch’esso una posizione forte ed inequivocabile a tutela del nostro presidio.     

E ...poi la Storia e le richieste...

"Ritenendo comunque in ogni caso che tale situazione sia dovuta ad una politica sanitaria scellerata ormai indistinguibile tra centrodestra e centrosinistra, che gestita in questo modo rischia solo di portare congestionamenti negli ospedali pubblici dei capoluoghi e conseguentemente ed inevitabilmente favorendo le cliniche private, noi riteniamo di credere ormai solo alla voce dei cittadini, che devono finalmente influire grazie alla loro partecipazione sulle scelte politiche; pertanto chiediamo che il nostro punto nascita non venga chiuso in considerazione che, negli anni precedenti è sempre stata a ridosso della soglia numerica richiesta per legge di 500 parti e potenzialmente nell’attuale anno dovrebbe superare abbondantemente questo limite.

Chiediamo che il nostro punto nascita non venga chiuso in quanto la riorganizzazione prevista comporterebbe una totale scopertura di questo servizio nella cosiddetta area vasta che comprende la zona costiera tra roseto e Montesilvano e le zone interne quali la Vallata del Fino e del Vomano, a conferma che la città di Atri gode di una posizione territoriale strategica e non dimenticando che gli unici due punti nascita previsti in Provincia sono entrambi posti vicino ai confini con le Marche.

Chiediamo che il nostro punto nascita non venga chiuso tenendo conto dell’alta professionalità e degli elevati standard qualitativi presenti nel nostro reparto che, nonostante la mancata piena operatività della parto-analgesia, ha sempre mantenuto un numero di parti  pressochè in linea con la soglia prevista; tutto ciò ulteriormente confermato dalle numerose testimonianze pubblicate sulla nostra pagina facebook da parte di giovani mamme, donne, genitori, che hanno vissuto la loro esperienza di parto nel nosocomio atriano e che ringraziamo pubblicamente".

Il Primario del Reparto di Ostetricia e Ginecologia di Atri, il dott. Sciarra è deciso e passionale.
Un intervento non politico ma con la Politica dei numeri.
Cifre alla mano ha dimostrato una media nel quinquiennio 2009/2013 di oltre 510 nascite.
Ben al di sopra del tetto minimo dei 500 parti.
Poi tutto il necessario per sopravvivere e primeggiare.
Atri si salverà perchè rappresenta la vita per oltre centomila cittadini.

Ercole Mongia scrive direttamente sul computer de I Due Punti.
Potevano farlo tutti.
Era aperto nel primo esperimento di interattività.
Un registro delle visite...

"Sono un cittadino di Atri e da circa 20 anni assisto allo spolpamento dell’ospedale di atri. Voglio fare due piccole considerazioni:
Ci hanno inculcato il taglio delle spese.
La sanità assorbe oltre il 60% delle risorse regionali pertanto bisogna tagliare,risparmiare e ridurre la possibilità di avere una sanità d’eccellenza di cui ogni cittadino ha il diritto.
Ma siamo veramente convinti che la sanità gravi così tanto sulle casse regionali? Ma se un cittadino ha una vita sana e una sanità di eccellenza può essere un peso economico per la Regione?
Dove vanno a finire tutte le risorse regionale?
Nelle cliniche private?
Nelle prestazioni gonfiate?
Ho visto mamme con il pancione e genitori con bambini in braccio di una tenerezza infinita…
NON TOCCATE IL SAN LBERATORE DI ATRI....

Un bambino di pochi giorni piange.
Un altro di pochi mesi sorride.
Un altro sta per nascere....ad Atri e così sarà....
Noi con loro....fiocco rosa e azzurro....magari da domani tutti gemelli....


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Commenti

bei tempi: MACERA, MIMI' CIAKAREST, MATTUCCI ECC.ECC quelli si che erano BEI TEMPI .........................................................avete rovinato ATRI VERGOGNATEVI.
Monticelli presto tornerà in stazione a fere i biglietti dei voti che perderà. Dicono che sia quasi finito alle mani con D'Alfonso, se fosse vero sarebbe bene che i cittadini lo sapessero, anche perché riguadagnerebbe tantissimi voti. Luciano dailu nu schiaff a D'Alfonso e Paolucci che s'arpiene.
Finalmente il Popolo è sceso in "piazza" a difesa dei propri diritti. Non deve finire qui! Adesso con carrozzine e figli, alla Regione, per manifestare il proprio dissenso ad una scelta, le cui motivazioni, ieri sera, sono state smontate pezzo per pezzo, e che pertanto non può essere giustificata in alcun modo!
Caro Luciano Monticelli, credo che una partecipazione popolare di questo tipo non si era mai registrata prima d'ora ad Atri. La tua posizione mi sembra troppo attendista anzi ibrida. Mi spiego non stai con i cittadini atriani e contestualmente ti stai facendo odiare da D'Alfonso e Paolucci che già da prima delle elezioni non avevano un buon giudizio della tua persona. Secondo i ferrovieri e ferrotranvieri che si sono riuniti per darti sostegno e qualche consiglio, dovresti dare un segnale forte contro questa scellerata decisione già presa e riconfermata dal Governatore durante la visita all'ospedale di Teramo alla tua presenza . Anche li non ci sono state tue dichiarazioni in merito tanto che sembri una papera muta eppure noi ti conosciamo come un combattente. Ti allego l'indirizzo e mail dell'articolo dove la Dott.ssa ripete al Governatore che bisogna chiudere i punti nascita sotto a 1000 nascite . Leggi, rifletti e commenta: http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2014/09/06/news/teramo-blitz-… Luciano non perdere la coincidenza attento agli scambi sarebbe la fine della politica.
Monticelli tu che ne pensi di quanto dichiarato durante la visita di D'Alfonso ? "Il primario del reparto di Ostetricia, Anna Marcozzi, ha rimarcato «l'auspicabile chiusura dei piccoli punti nascita per dare servizi migliori alla regione puntando ai centri che facciano più di mille nascite l'anno»"
Condivido pienamente cio' che si sta facendo in difesa del San Liberatore di Atri, bravi tutti coloro che si stanno battendo, comunque l'ennema minaccia da parte dei politici sul nostro Ospedale. Chiedo a tutti voi politici: Pensate all'interesse della collettivita' in questo caso di Atri e dintorni o soltanto al vostro tornaconto di interessi? Adesso basta l'Ospedale di Atri dovete lasciarlo funzionare come sempre anzi invece di minacciare chiusure insensate o di ridurre l'attivita' di alcuni reparti come l'urologia e la psichiatria togliendo a questi la degenza perche' non cercate una soluzione per potenziare i servizi rinforzando il personale in reparti come la medicina e quant'altro necessita per fare in modo che il servizio possa essere prestato al meglio. No forse questa e' una missione troppo grande per voi: la via piu' facile e' eliminare il punto nascita e man mano fare in modo che la struttura rimanga vuota. La voce dei cittadini atriani e anche quella dei cittadini dei paesi limitrofi credo che l'avete sentita e continuerete a sentirla, vi chiediamo di ascoltarla cioe' di renderla concreta. Ancora una volta vi dico: Basta! il San Liberatore non si tocca anzi restiutite la degenza ai reparti che ho elencato sopra, basta con i tagli sul personale, basta con minacce insensate di chiusura fate lavorare il personale medico paramedico e ausiliario come e' giusto lavorare e sopratutto ricordatevi della collettivita' che non deve pagare per i vostri errori e se le risorse economiche scarseggiano toglieteli dalle vostre tasche che sono super piene. BASTA IL SAN LIBERATORE DI ATRI NON SI TOCCA!!!