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Ruzzopoli...la responsabilità dei CDA e dei dirigenti...seconda puntata

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Sarà la Procura di Teramo, che indaga sul caso Ruzzo da tempo, da quando l'acqua non esisteva e si beveva solo il vino allungato con la gassosa, a fare chiarezza sulle responsabilità amministrative e penali, qualora dovessero esserci le condizioni, dei debiti della Ruzzo Reti.
La redazione de I Due Punti conduce la propria inchiesta sull'acquedotto teramano da circa tre anni e i dubbi sul coinvolgimento della dirigenza e di uno specifico apparato amministrativo della società in house, risultano inevitabili.
Si parla di un dipendente sospeso.
Per quale motivo?
Si parla di altre indagini interne.
Poi ancora...un pò di storia....

Delibera Cipe n 47 del 29/9/2004.
Potenziamento acquedotto del Ruzzo del Gran Sasso Lato Teramo.
Finanziamento di 25 milioni di euro.
Chi ha firmato il collaudo?
Perchè il raddoppio del potabilizzatore non funziona?
Perchè fu staccata la luce?
Perchè dopo la firma del collaudo teorico la stessa fu riallacciata?
Come hanno potuto fare un collaudo senza l'energia elettrica?
Perchè ora non c'è neanche il contatore?
Perchè la messa in esercizio ha dimostrato che il raddoppio non era stato realizzato a regola d'arte?
Chi pagherà?

La UIl.
Di Giammartino, segretario provinciale interviene sul ruolo dei dirigenti.

"Nel mese di agosto dello scorso anno, abbiamo trasmesso un voluminoso dossier sulle attività della società acquedottistica alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo, per il tramite del Comando Provinciale della Guardia di Finanza.
Mentre, nel successivo mese di settembre abbiamo inviato ai Sindaci aderenti alla società in house providing “Ruzzo Reti spa” apposita e separata relazione, con la quale, fra le altre cose, abbiamo proposto una serie di quesiti da indirizzarsi al Management (tre Dirigenti e ciascuno per la propria parte e competenza), alla Governance (i vari Consigli di Amministrazione succedutisi nel tempo), e, soprattutto, la proprietà pubblica (36 Sindaci della Provincia di Teramo, aderenti alla Società per azioni), che in quanto tale, avrebbe dovuto svolgere il ruolo istituzionale con maggior  prudenza e con rafforzato rigore ed attenzione, non soltanto per salvaguardare il pubblico interesse e legittimare il principio di legalità, ma soprattutto per tutelare i Bilanci Comunali di competenza per evitare possibili negative “sorprese”, specie nella fase del  “consolidamento”.


In Italia i dirigenti pubblici che portano un ente virtuoso a una simile situazione debitoria... avranno il coraggio delle dimissioni?
Verranno mai indagati?


A Teramo la politica che ha trasformato una società in House in un assumificio pagherà mai?
A Teramo la politica e i colletti bianchi complici in queste distruttive gestioni economiche pagheranno mai?
A Teramo i bilanci firmati dai membri dei CDA verranno controllati mai?
...per ora chi paga....sono gli utenti.
 

...e non finisce qui...


 

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Complimenti Giancarlo...