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La Provincia di Teramo è alla frutta. Chi pagherà le bollette?

di Giancarlo Falconi
1 minuto

La Provincia di Teramo è alla frutta.
Siamo alla frutta e non per responsabilità del Presidente Di Sabatino o di tutti i presidenti delle Province italiane.
Purtroppo, ridotti a essere semplici liquidatori.
Siamo alla frutta e forse al caffè ma non sappiamo chi pagherà il conto.
Non ci riferiamo al disavanzo di tre milioni e 700mila euro.
Non ci riferiamo alla legge di stabilità e ai quasi 2 miliardi di tagli per il 2016.
Non ci riferiamo al fatto che chiudere il bilancio sarà impossibile.
Non ci riferiamo al fatto che nessun Ente Pubblico è pronto ad assumere l'onere economico di assorbire un impiegato, un funzionario o un dirigente provinciale.
Scommettiamo?
Basta telefonare singolarmente a ogni sindaco.
Saranno costretti mentre i concorsi per i neo laureati o diplomati bloccati tra le pieghe di una nuova emigrazione.
I nostri sono i conti della serva.
Fatti con un vecchio abaco e di quelle bollette non pagate.
Bollette come quelle che pesano sulla nostra tavola, tra gas, luce ed acqua.
Quasi centomila euro e con i dirigenti a inseguire gli spiccioli lasciati tra le pieghe di un divano.
Ci sarà l'ultimo attento controllo di tutte le residue entrate...affitti compresi.
C'è qualche imprenditore che non paga le rette degli immobili della Provincia di Teramo?
Chi chiederà il conto dopo il caffè?

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Ma sarà vero che un ente privatistico per un ufficio in centro, luce, riscaldamento ed acqua conpresi paga meno di cento euro al mese?