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San. Nicolò è un dormitorio

di Giancarlo Falconi
1 minuto

San. Nicolò è un quartiere dormitorio. Tutto tace. Il più popoloso tra i quartieri teramani (quasi diecimila abitanti) continua a sopportare il proprio stato di degrado, di passaggio, di abbandono. Sporcizia, rotonde fantasma, semafori fantasma, stop fantasma, precedenze fantasma. In mezzo il nulla reale. Eppure sono convinto che ci sia un'identità, un senso di appartenenza a questa famiglia numerosa dei Sannicolesi, che li porterà a protestare, a chiedere un intervento serio ed efficace. Le foto parlano da sole. Sono le stesse, identiche a quelle di sei mesi fa. Non cambia niente a parte il tempo e il periodo. Nulla è mutato. La responsabilità va divisa tra l'Amministrazione comunale e i residenti, che muti, silenziosi, diventano complici. Le poche voci che si levano sembrano usignoli. Ci vorrebbe un comitato di quartiere dai toni più alti sempre più alti. Avete dalla vostra parte il potere dei numeri. Siete in tanti e a tanta politica fate gola. Purtroppo. Imparate a ragionare come i nostri cari rappresentanti. Segnatevi chi vi ha fatto tante promesse. Destra o sinistra che sia. Chiamateli. Annotate i loro no. Le loro scuse. Avete un peso.Usatelo.

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Commenti

Hai ragione Falconi. Colpa nostra che li abbiamo eletti.
grazie puglia ,grazie canzio, grazie di giovangiacomo tornate tornate..............
purtroppo questo ci meritiamo, le persone di san nicolò invece di essere compatti e votare persone del paese disperdono i voti e poi è così che va a finire, alle ultime elezioni solo due consiglieri uno di maggioranza e uno di opposizione, prendiamo esempio da alcuni paesi dove c'è veramente senso di identità che mietono assesori non solo al comune ma anche in provincia e in regione.
caro anonimo ti sbagli di grosso ,nella maggioranza ci sono ,due grandissimi personaggi di san.nicolo il grandissimo di giovangiacomo,ed il grande ciclista angelo puglia ed infine il grandissimo consigliere canzio che vuoi di piu' dalla vita.........la colpa non e' nostra cosa dobbiamo fare di piu' oltre che comunicare ai giornali e ai diretti interessati le cose che non vanno a san.nicolo'?falli tornare con le loro faccie d'angelo fanno solo pena.
Io personalmento ho mandato diverse mail al caro sindaco Brucchi per far presente il degrado in cui versa l'unico spazio riservato ai piccoli, logicamente non ho avuto risposta, devo inventarmi scuse per non portare il mio piccoletto in quel luogo dove non si può più giocare ma solo farsi male.
San Nicolò, motore economico della Val Tordino, e maggiore contribuente nelle casse comunali di Teramo deve per l'ennesima volta denunciare un diffuso malcontento, una sgradevole sensazione di abbandono che, malgrado le molte richieste fatte agli attuali e passati amministratori per una maggiore attenzione alle realtà più contingenti e irrinunciabili della frazione, non hanno dato finora nessun riscontro. Anzi dai responsabili traspare una sorta di mal di pancia ogniqualvolta ci si prova a richiamarli sul tema scottante di San Nicolò. Quando non è il fastidio, invece, è l’indifferenza a stendere un velo pietoso sull’argomento. Per tali motivi i sannicolensi si sentono dimenticati e ingiustamente abbandonati dagli amministratori locali. “Dimenticati”, qui sta a significare il non essere tenuti nella giusta considerazione, il troppo tempo sprecato nel non fare di San Nicolò, maggior centro abitato sul territorio comunale, una realtà più adatta alle sue esigenze. Sarebbe, infatti, senz’altro superfluo, se non fosse per questa annosa indifferenza, tornare ancora una volta a sottolineare che San Nicolò, come già detto maggior contribuente del bilancio comunale, rappresenta da anni la realtà più produttiva del teramano e della Val Tordino e che le sue esigenze sono quelle di ogni grande centro abitato. Difatti è davvero incomprensibile e inspiegabile considerarla tuttora alla stregua di una realtà disarticolata e priva di bisogni presentandola come piccola frazione di passaggio e/o dormitorio. Non è così! Non è affatto così. E non si esagera nel dire che la gente è arrabbiata contro chi si ostina a non voler prendere coscienza dei suoi problemi. E’ incazzata quanto basta per avvertire i responsabili competenti che è da tempo stufa di questa incresciosa situazione e che dice basta all’indifferenza, basta ad essere considerata macchina produttiva, basta a dover rinunciare ai servizi e alle strutture che gli spettano. Due sono i punti che più stanno a cuore alla comunità e che ancora una volta torna a richiedere. Primo punto, una politica infrastrutturale che riqualifichi l’aspetto urbano, fermo ancora ad una urbanizzazione selvaggia e informe, tipica dei grossi centri cresciuti in poco tempo e a cui mancano riferimenti urbani storici. Secondo punto, legato al primo, riguarda la realizzazione di luoghi pubblici di ritrovo per giovani, adesso costretti a spostarsi altrove per vivacizzare le loro serate, e di centri culturali come una biblioteca, un cinema o altro centro adibito a fare e diffondere cultura sul territorio. Per concludere San Nicolò non si sente affatto vittima, non soffre di vittimismo e non è posseduta dallo spirito di rassegnazione, è solo molto arrabbiata nel vedere insoddisfatte le sue sacrosante richieste.