Sì, avete letto bene.
Il nuovo Codice aziendale di comportamento dei dipendenti della ASL, deliberato fresco fresco dal Dott. Rolleri (lo trovate qui: http://www.aslteramo.it/codice_disciplinare_circolari_regolamenti/codice_aziendale_comportamento.pdf ), viola due delle Carte fondamentali a tutela dei diritti dell'Uomo: la Dichiarazione Universale e la Costituzione Italiana.
Il Codice di comportamento della ASL, all'art.10 e all'art. 13, nell'intimare ai dipendenti di "non pubblicare sulla rete internet (forum, blog, social network) dichiarazioni inerenti la propria attività lavorativa, se queste sono lesive dell'immagine aziendale" e di "non avere rapporti diretti con la stampa relativamente all'attività della ASL di Teramo, se non autorizzati dalla Direzione Strategica", fermo restando il divieto di rendere dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'Amministrazione, di fatto comprime uno dei diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti a tutti gli esseri umani: la libertà di manifestazione del pensiero (art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo: http://www.interlex.it/testi/dichuniv.htm e l'art. 21 della Costituzione Italiana: http://www.governo.it/rapportiparlamento/normativa/costituzione.pdf ).
Quale sarà, dunque, la sottile linea di confine tra la propria libertà di espressione e la lesione dell'immagine aziendale? Quale, quella tra la manifestazione del proprio pensiero e le offese all'azienda?
Se un dipendente dovesse dichiarare, per esempio, che il Direttore Generale ha adottato una delibera che viola le leggi dello Stato Italiano (magari anche dimostrandolo, carte alla mano, come in questo caso) starebbe ledendo l'immagine aziendale? Starebbe offendendo la ASL?
E se, sempre per esempio, un dipendente dichiarasse che i servizi igienici del proprio Reparto non sono a norma, chi starebbe offendendo?
Il mio consiglio ai dipendenti ASL: TAPPATEVI LA BOCCA E GIU' LE MANI DALLE TASTIERE!
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