Il nostro pensiero corre veloce, immediato, d'istinto alle vittime dell'ultimo incidente nel canale di Sicilia.
La tragedia peggiore di migranti, di profughi nella storia dell'umanità.
Oltre settecento morti con poche decine di superstiti.
Un lungo viaggio senza ritorno in un peschereccio salpato dalla punta est di Tripoli.
Uomini trattati da animali come gli animali non andrebbero mai trattati. Stipati come carne da macello.
Merce.
Il Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera aveva raccolto l'sos lanciato dal capitano-aguzzino del peschereccio.
Il nuovo mercato.
La tratta degli esseri umani.
I dati e le statistiche sono aberranti per un mercato in continua crescita.
"Secondo Gil Arias Fernandes, vicedirettore di Frontex, l’agenzia europea che si occupa del pattugliamento delle frontiere della Ue, nei primi 4 mesi del 2014 c’è stato un aumento del 823% di arrivi di migranti verso l’Italia rispetto allo stesso periodo del 2013. Da gennaio ad aprile 2014 si sono registrati 25650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria".
Tutti ci guadagnano con i profughi.
I mediatori, gli scafisti e anche le coop o le associazioni onlus italiane.
Non tutti, ovviamente, sono animati dagli stessi principi economici.
Vi ricordo che a quelle donne, a quegli uomini, a quei figli dell'Africa che riescono a raggiungere il nostro Stivale va una minima parte della somma stanziata dalla comunità europea.
Circa due euro e cinquanta al giorno.
L'Italia è lasciata sola e si divide tra i diritti dei cittadini italiani, che non vogliono subire pregiudizi o veder diminuire le risorse economiche a disposizione degli enti locali e i diritti umani di chi richiede asilo politico.
Arriveranno a Teramo centinaia di "rifugiati" ( vi sono da tempo ospitati oltre cento persone sotto la protezione del programma internazionale) e dovranno essere monitorati da un tavolo tecnico composto dalla Prefettura, dal Comune, dall'Asl e dalla Procura.
Montorio ha saputo di dover ospitare poche decine di persone quasi in tempo reale creando non pochi imbarazzi all'intera Amministrazione comunale.
Nessuno conosce i tempi della loro permanenza.
Diverse donne con bambini e uomini continuano a vagare per strada durante il giorno senza una meta ben precisa e senza un'assistenza mirata.
Ci sono giunte molte segnalazioni.
Ci scrive una nostra lettrice " Giancarlo hai notizia dei 40 profughi ospitati a Montorio? Un paio di loro oggi hanno cercato di infilarsi dentro la macchina di mia sorella. Io sono per l'accoglienza però così no".
Che profilassi hanno fatto?
Quali analisi mediche?
Come sono stati trovati al loro arrivo dalla squadra medica dell'asl di Teramo?
Ci piacerebbe conoscere il piano integrato sociale della Prefettura di Teramo e della Provincia di Teramo.
Vi ricordo che la Provincia di Teramo ha un gruppo di mediatori culturali eccellente.
Come si affronterà l'emergenza profughi?
Come e cosa si potrà comunicare ai cittadini teramani?
Quali controlli sanitari?
Quali controlli sulla sicurezza visto che la maggioranza degli ospiti non ha documenti?
Quando la Procura di Teramo darà notizia dell'inchiesta dei carabinieri sullo spaccio di droga in città e sulla nuova manodopera a basso costo?
Una soluzione?
C'è chi proprone il pattugliamento delle coste libiche e africane sotto la bandiera europea.
C'è chi vorrebbe autorizzare i profughi a lasciare l'Italia per esser ospitati da altri paesi Europei.
Un problema comune potrebbe rendere tutti molto più sensibili.
Nel frattempo (Cit. Lucia-Verticelli) consigliamo a noi stessi, alle scuole, agli amici e ai lettori, la lettura di Awas Ahmed....
Awas Ahmed è somalo, rifugiato in Italia.
Racconta il senso della fuga e il perché abbiamo bisogno di guardare oltre Lampedusa cambiando prospettiva.
A chi chiede: «Non era meglio rimanere a casa piuttosto che morire in mare?», rispondo: «Non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati e perseguitati. Restare vuol dire morte certa, partire vuol dire morte probabile. Tu che sceglieresti? O meglio cosa sceglieresti per i tuoi figli?». Due giovani ieri sono stati uccisi a Mogadiscio perché si stavano baciando sotto un albero. Avevano vent’anni. Non festeggeranno altri compleanni. Non si baceranno più.
A chi domanda: «Cosa speravate di trovare in Europa? Non c’è lavoro per noi figurarsi per gli altri», rispondo: «Cerchiamo salvezza, futuro, cerchiamo di sopravvivere. Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte sbagliata e soprattutto voi non avete alcun merito di essere nati dalla parte giusta».
A chi chiede: «Come si possono evitare altre morti nel Mediterraneo?», rispondo: «Venite a vedere come viviamo, dove abitiamo, guardate le nostre scuole, informatevi dai nostri giornali, camminate per le nostre strade, ascoltate i nostri politici. Prima dell’ennesima legge, dell’ennesima direttiva, dell’ennesima misura straordinaria, impegnatevi a conoscerci, a trovare le risposte nel luogo da cui si scappa e non in quello in cui si cerca di arrivare. Cambiate prospettiva, mettetevi nei nostri panni e provate a vivere una nostra giornata. Capirete che i criminali che ci fanno salire sul gommone, il deserto, il mare, l’odio e l’indifferenza che molti di noi incontrano qui non sono il male peggiore».
Testimonianza raccolta dalla Fondazione Astalli
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