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Dacia Maraini sul Borsacchio

3 minuti

Sul Corriere della Sera di oggi, per la seconda volta, la nota scrittrice Dacia Maraini torna sull’argomento Borsacchio con un articolo dal titolo eloquente: “Sviluppo come alibi per cementificare”.
Il nocciolo dell’argomentazione è tanto semplice quanto condivisibile: “C’è chi si riempie la bocca della magica parola sviluppo. Ma è cieco e sordo chi pensa che lo sviluppo consista solo nella moltiplicazione delle case e nelle gettate di asfalto. Oppure è in malafede e usa la comoda parola per nascondere le ingordigie di grossi investitori. Ormai lo sanno tutti: lo sviluppo non sta nel costruire su ogni angolo di costa rimasto intatto, ma al contrario nel preservare la bellezza, l’integrità dell’ambiente che oltre a proteggere il territorio da allagamenti, slavine, desertificazione, dà vita al turismo e quindi porta anche guadagni. I turisti cercano l’ombra degli alberi, la pace di una spiaggia pulita, un mare non inquinato. E la gente del luogo lo sa. Sono gli speculatori che fingono di non sapere. E gli amministratori pubblici che usano in malafede la parola sviluppo”.
Orbene. A prescindere dal merito delle questioni oggetto della nuova legge regionale di riperimetrazione della Riserva, questa Redazione è pregiudizialmente contro ogni forma di intervento edilizio e/o urbanistico all’interno del vecchio e del nuovo perimetro del Borsacchio perché siamo convinti che il futuro dello sviluppo sia esattamente quello della decementificazione e della tutela e salvaguardia di ogni metro quadro di natura.
Le argomentazioni giuridiche e capziose di tutti i portatori di interessi privati, dagli imprenditori ai politici, non ci interessano.
Il futuro della Provincia di Teramo e della Regione Abruzzo si gioca proprio su quella striscia di spiaggia rimasta intonsa dalle brame edilizie, finto-turistiche e pseudo-progressiste che propagandano come sviluppo quello che è un vero e proprio suicidio ambientale quanto economico.
Tre le linee di azione che ci permettiamo di proporre:
- immediata sollecitazione al Governo Monti affinché impugni dinanzi alla Corte Costituzionale, ai sensi dell’Art. 127 della Costituzione, la Legge regionale Abruzzo di riperimetrazione della Riserva (pubblicata sul BURA del 4 luglio 2012) che ne retrocede l’area escludendone buona parte delle zone di pregio naturalistico che, guarda caso, coincidono con le zone di interesse turistico-speculativo;
- costituire un presidio permanente in loco dei comitati ambientalisti e dei cittadini, al fine di attuare una tutela visiva costante del territorio e denunciare ogni azione comunque modificativa dello status quo;
- concordare ogni forma di protesta possibile da sottoporre alle istituzioni, ai Comuni ed alla Regione, al fine di ridiscutere la cancellazione della nuova legge regionale e sollecitare l’istituzione degli organi di gestione della Riserva
.
Ogni omissione, indifferenza e/o condiscendenza agli appetiti degli affaristi che hanno mire sul Borsacchio significherà negare per sempre ai nostri figli la possibilità di godere dell’ultimo tratto della costa teramana non toccato dall’uomo.

La Redazione de “I Due Punti”
 

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Commenti

ruffini sto giro ci hai cacato.
Purtroppo non credo che la riserva del Borsacchio si possa salvare. In questo caso la politica è stata debole e miope; in più all'orizzonte mi par di vedere grembiuli e compassi.....
Povera signora Maraini! Ma che le hanno raccontato gli pseudo-ambientalisti locali! Un mare di bugie. Il Consiglio regionale ha approvato la modifica del perimetro della riserva per togliere zone gia' edificate: quartiere Annunziata, contrada Giammartino, abitato di Cologna, campeggi e case, come voluto dal Consiglio comunale di Giulianova, di Roseto e dalla Provincia di Teramo (più democrazia di cosi' non si puo'). La foce del Tordino e la striscia di spiaggia di Cologna sono gia' tutelate dalle leggi e non possono assolutamente essere edificate. La pineta privata Mazzarosa resta nel perimetro come tutta la pianura e la collina in cui si amplia la zona tutelata, tutte le aree di pregio di valenza paesaggistica e naturale sono rimaste inalterate. Si e' solo arginata l'ingiustizia di chi ha sopportato per 7 anni "norme di salvaguardia" per essere stato arbitrariamente e senza ragione inserito in un parco approvato di notte in una finanziaria. Se la Maraini vuole verificare la invito a mie spese e constatera' come ha fatto la II commissione regionale che dopo aver visto ha approvato la mia legge di riperimetrazione. Mi auguro solo che ora si attui il parco rimasto lettera morta per sette anni e le associazioni ambientaliste locali abbandonino inconfessabili interessi di pochi ( vedi villa estromessa dal parco de presidente WWF Dante Caserta da restiire al demanio perche' circondata dalle acque e i terreni di Roseto sud del Presidente del comitato Borsacchio Celommi) e la voglia di carrozzoni su cui costruire piccole rendite parassitarie. Se la Maraini viene a Roseto sapra' molte più cose ...
Gentile architetto rabuffo per completezza andrebbe detto alla signora Maraini che la Riserva e' nata per sottrarre un ampio tratto di costa dalla edificazione del Villaggio Maresca, con innegabili vantaggi anche per gli stessi proprietari dei villaggi che oggi osteggiano la Riserva. Andrebbe anche detto che e' stata esclusa dalla riserva anche la parte della Pineta Mazzarosa locata ad un villaggio (a proposito: e se la locazione non viene rinnovata che fine fa detta porzione di pineta??) ed in precedenza oggetto di sequestro per abusiva edificazione come lei ben sa. Dovrebbe cennarsi anche all'area abusivamente, allo stato attuale, adibita a parcheggio lungo la statale 16 che con dovizia millimetrica e' stata esclusa dalla Riserva similmente ad una fetta di terreno che corre lungo la ferrovia. Dovrebbe infine precisare che le stesse amministrazioni pubbliche, con la Municipalita' di Roseto in testa, hanno preferito dilapidare due anni orsono 240 mila euro nella redazione di un PAN che non e' stato e mai lo sara' adottato. Conviene essere cosi' puntuali con la signora Maraini o glielo facciamo sapere a tarda notte come sono state fatte le votazioni in merito alla riperimetrazione in regione??
Un grazie a Dacia Maraini e a "I due punti" che sostengono questa battaglia di tutela del nostro ultimo, integro e straordinariamente bello lembo della nostra costa! Ci troviamo purtroppo, come sempre, di fronte all'intelligenza menomata o fallita della nostra classe politica che non riesce ad elaborare una corretta idea di sviluppo e di futuro per noi e per i nostri figli. Se i veri assassini della nostra Riserva oggi si chiamano Rabbuffo, Chiodi o Pavone, ieri, quando si poteva approvare tranquillamente il PAN con il vecchio perimetro, si chiamavano Di Bonaventura e tutti gli esponenti del monocolore del PD che ha amministrato Roseto nella passata consiliatura. Costoro, non dimentichiamolo, avevano portato in Consiglio comunale un Piano di Assetto Naturalistico con l'introduzione nel cuore della Riserva di ben 40mila mq di edificato. Questo tentativo di brutale cementificazione non fu portato a termine dal PD che, non disponendo del numero sufficiente di voti, si accontentò invece di stralciare l'approvazione del PAN dall'ordine del giorno di quel consiglio comunale del 21 ottobre 2008 . A quella votazione, del tutto illegittima, parteciparono cinque consiglieri (Cialoni, Prosperi, A. Frattari, Tacchetti e lo stesso sindaco Di Bonaventura) in conflitto d'interessi, i quali, solo per tutelare il tornaconto personale e quello di un noto costruttore teramano, decisero di riporre nel cassetto il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva del Borsacchio. I cementificatori di ieri hanno così passato il testimone ai cementificatori di oggi, questi ultimi forse più cinici ma meno responsabili dei primi che in modo fraudolento avevano inserito tra gli obiettivi del loro programma elettorale "l'approvazione della Riserva del Borsacchio".
@Sig. Rabuffo. Alcune puntualizzazioni per evitare di "dire bugie" come da Lei affermato. L'applicazione della democrazia, avviene attreverso il rispetto delle procedure e delle normative vigenti, sia nazionali che sovranazionali, onde evitare che impugnative e vizi di forma possano causare ritardi e vincoli a discapito dei cittadini, così come già accaduto negli anni precedenti, i primi di maggio e rischia di accadere ancora visto che per le norme nazionali riferite alle aree protette, i pareri delle amministrazioni interessate dovevano essere rese in sessione congiunta "mi sembra che si dica conferenza dei servizi" e non separatemente. Quindi mi sorge qualche dubbio sulla democraticità delle decisioni prese. Per quanto riguarda la protezione delle aree, il suo rimarcare l'impossibilità di edificare lungo il Tordino e nella zona della costa di Cologna, meglio dire spiaggia perchè lungo la costa si sta edificando senza alcuna programmazione, denota il limite di porre il focus solo su una parte del problema. Mi pregio di informarLa che la protezione di un territorio, si attua non solo limitando la cementificazione, ma anche e non solo preservando gli abitat dall'inquinamento e da interventi di pseudo bonifica che possano recare danno ai residenti e agli ecosistemi, così come è accaduto nel mese di giugno nell'alveo del Tordino. Per quanto riguarda le aree escluse dal perimetro, premettendo che anche se antropizzate possono in ogni caso convivere con la riserva senza alcun limite, se non quelli dettati dall'incuria dei politici di turno, noto che: mentre non tutte le escluse sono già antropizzate, sicuramente sono tutte di pregio per eventuali interventi urbanistici, poiche site o in prossimità del mare, o in posizione panoramica. Nel particolare la collina a sud della vallata del Tordino non è ancora antropizzata. Una parte della pineta Mazzarosa, quella esclusa dal perimetro è oggetto di speculazioni edilizie con relativo processo penale in corso etc. La parte che invece è stata aggiunta, si autoprotegge, sfido chiunque a costruire sui calanchi di Roseto, un'ampliamento che può rappresentare un buon sistema per fregiarsi della nomina di veri ambientalisti agli occhi di cittadini poco attenti. Giusto per farlo sapere ai lettori, pur criticando fortemente l'operato della precedente amministrazione Rosetana che non ha saputo/voluto valorizzare questa risorsa, la Riserva è stata instaurata in quella famosa nottata da lei citata, da una giunta ormai in agonia del suo stesso colore politico, con presenti alcuni personaggi che oggi criticano e additano quella scelta. In tutto il dibattito che si è sviluppato intorno alla riserva, non ho sentito nessun riferimento alle dinamiche economiche e imprenditoriali che si potrebbero sviluppare conservando quest'area, dinamiche che ritengo di gran lunga più importanti per i cittadini che vivono il territorio, strette in un momento di crisi drammatica e di penuria occupazionale. Al riguardo non mi sembra che Lei sia di Roseto o viva stabilmente in queste zone, buffo che sappia meglio di noi cosa è giusto fare. Per concludere la informo che lo scrivente non ho nessun interesse particolare, non desidera rendite a scapito della collettività, e che queste accuse mosse da un politico di razza come Lei , in un momento in cui l'antipolitica la fa da padrone, suonano un tantino strane. Il mio interesse come quello di tanti altri, è quello di poter continuare a fruire come facevo da bambino di uno dei pochi ambienti incontaminati ancora disponibili e soprattutto permettere di far ciò anche ai nostri figli e nipoti.
La mancanza di onestà intellettuale da parte del Consigliere Rabuffo non stupisce più nessuno. Persiste nell'affermare il suo punto di vista -molto parziale- volendolo farlo passare per obiettivo. Infime le sue esternazioni su persone serie e per bene come Dante Caserta (si informi meglio, la casa è della sorella; e poi, dovessimo giudicare i figli per le colpre dei consanguinei non so dove potremmo finire ...) e dell'Avv. Fabio Celommi, professionista e persona seria ed equilibrata. Per il Consigliere Rabuffo, targato FLI e sapientemente collocato in Consiglio Regionale tantoi per non dar troppo disturbo al Presidente della Regione Abruzzo, parlano i tristi primati collezionati dall'attuale classe dirigente parlano i numeri, già a suo tempo pubblicati su altra testata web. E' tutto (per il momento).
Puntuale e necessaria la precisazione di Andrea Bellini!
Peccato che prima o poi i palazzinari cominceranno a chiedere varianti specifiche sulle aree che hanno sbloccato. Quale scusa inventeranno Mastromauro, Pavone e gli 'amici della cazzuola' che siedono in Consiglio regionale, allora? La balla di Venturoni (unico a dire quello che pensa) che l'edilizia porta sviluppo per i nostri figli? Questa presa in giro mi offende. Non è più tempo di specchietti e perline.
precisazione @ Andrea Bellini: il gruppo di progettazione del PAN ha avuto solo un acconto per il lavoro svolto e consegnato nel lontano giugno 2008 (mi sembra di ricordare intorno ai 50.000 euro); il resto del compenso pattuito (230.000 euro IVA e previdenza compresi) non è stato mai erogato nonostante l'incarico fosse stato espletato come da contratto.
Mi sembra che l'unico che non si arrampichi sugli specchi o che non si sia chiuso in un imbarazzante silenzio, sia proprio il consigliere Venturoni che, dopo il primo voto sulla riperimetrazione della riserva, ha ammesso di aver contribuito a porre le basi per uno sviluppo anche (solo) edilizio della zona "per il futuro dei nostri figli". Ma non sono più gli anni 50, siamo andati sulla luna e nei Paesi civili il turismo sostenibile è un fattore essenziale per la crescita del pil.
Sono stato chiamato personalmente in causa da Berardo Rabbuffo che, nel suo commento, accusa me e l'amico Dante Caserta, di avere "inconfessabili interessi" nella vicenda; io in particolare perchè sarei proprietario di "terreni di Roseto sud". Premesso che io non sono proprietario di alcun terreno a Roseto sud, ma che questo appartiene a mio padre; premesso inoltre che tale terreno, coltivato a grano e comunque inedificato, si trova a 7/8 chilometri di distanza dalla Riserva del Borsacchio; ciò che non riesco a comprendere, nelle parole di Rabbuffo, è in che cosa consisterebbe l'"inconfessabile interesse". Per quale ragione l'essere figlio del proprietario di un terreno, posto peraltro a tanti chilometri di distanza, dovrebbe "motivare" la difesa di un'area protetta? Ritengo che spargere a piene mani menzogne, insensate dicerie ed insinuazioni, come è solito fare il consigliere regionale Rabbuffo, contribuisce certamente a gettare discredito e fastidio verso le stesse Istituzioni che i politici rappresentano.
Amo l'Italia, ma sempre piu' spesso per le vacanze scelgo l'estero. E il motivo non sono tanto i costi piu' bassi, ma il fatto di trovare l'ambiente naturale molto meno compromesso, occupato, invaso. Specialmente le coste, che in Francia, Croazia, Grecia, sono per la maggior parte dotate di spiagge libere e non occupate da mostri piccoli e grandi di cemento. Per non paralre degli onnipresenti capannoni che hanno devastato la maggior parte del territorio e sono per la maggior parte desolatamente vuoti. Come me la pensano un numero sempre maggiore di amici e conoscenti. Questo 'e il motivo perche' il turismo in Italia perde colpi, quindi la battaglia contro il cemento e' anche una batatglia per il futuro economico di moltre regioni italiane. In un paese civile, anziche' escludere dla riserva le poarti antripizzate, si procereebe ad abbattere qunato costruito, e magari mettere in carcere gli autori degli abusi. Gia', in un paese civile...
Nel suo commento al post, il consigliere regionale Berardo Rabbuffo, evidentemente a corto di argomentazioni, prova a screditare chi non la pensa come lui. Nel farlo riporta però elementi palesemente falsi. Io non possiedo alcuna abitazione né a Cologna, né in tutto il Comune di Roseto degli Abruzzi. L'unico mio collegamento personale con Cologna è una casa di proprietà di mia sorella, che peraltro risale ad oltre 40 anni fa (quindi ben prima della riserva). Non si capisce quindi quali sarebbero i miei "inconfessabili interessi", considerato che io mi sono battuto, all'interno del movimento in difesa della Riserva del Borsacchio, contro la riperimetrazione voluta da Rabbuffo che ha escluso, tra le altre cose, proprio gran parte del territorio di Cologna Spiaggia. Non essendo la prima volta che questo accade, ritengo che l'attacco che mi è stato rivolto - al pari di quello altrettanto pretestuoso rivolto all'Avv. Celommi - vada inquadrato come un tentativo (peraltro maldestro) di gettare discredito sulle persone, trascurando completamente il merito della questione: un comportamento che non fa certo onore a chi è chiamato a ricoprire la carica di consigliere regionale e che non ha nulla a che fare con il confronto tra persone che la pensano in maniera differente. Da ultimo segnalo al consigliere Rabbuffo - che sicuramente deve controllare meglio le sue fonti - che non sono Presidente del WWF Abruzzo da circa quattro anni.
"inconfessabili interessi" ci sta sempre bene... Dante... mi meraviglio di te...
IL SINDACO DI ROSETO ENIO PAVOVE CHIEDA SCUSA ALLA SCRITTRICE DACIA MARAINI CHE, DALLE PAGINE DEL PIU' IMPORTANTE QUOTIDIANO NAZIONALE, HA PRESO ANCORA UNA VOLTA LE DIFESE DELLA RISERVA NATURALE DEL BORSACCHIO Il Sindaco di Roseto Enio Pavone, che sino ad ora e nel corso degli ultimi 7 anni nulla ha fatto come Amministratore Comunale di ieri e di oggi per rendere attuativa la Legge che già dal 2005 istituisce la Riserva Naturale Regionale del Borsacchio, in risposta “provocatoria e offensiva” a Dacia Maraini ha dichiarato che quanto scritto dalla nota Scrittrice è “tutto falso”. E, non soddisfatto, appesantisce la sua posizione dichiarando ad un quotidiano locale che le affermazioni della Maraini che parla di cementificazione e di amministratori pubblici che usano in malafede la parola sviluppo, “sono solo ipotesi strumentali e prive di fondamento”, ribadendo tra l'altro che “il vero obiettivo dei vari movimenti ambientalisti è di colpire alcune strutture ricettizie delle zona, nei confronti dei quali è stato messo in atto un vero e proprio processo alle intenzioni, basato sulla convinzione che, se fossero restate fuori dal perimetro, i proprietari le avrebbero trasformato in tanti appartamenti sul mare. Invece non è affatto così, anche perché non è previsto dal PRG”. Chiunque abbia letto i due interventi di Dacia Maraini sul Corriere della Sera a difesa della Riserva del Borsacchio e dell'ambiente naturale della fascia costiera rosetana, non può negare che ciò che ella afferma è la pura “realtà dei fatti e degli atti concreti” accaduti a Roseto in questi anni, e tutti in Abruzzo hanno potuto verificare che l'impegno “naturalistico e culturale” che Dacia Maraini sta da anni profondendo a difesa e tutela degli angoli e dei Paesi più belli della nostra Regione, è un impegno appassionato, a ragion veduta, storicamente fondato: le denunce di Dacia Maraini non sono “ipotesi strumentali e prive di fondamento” come si permette di affermare, purtroppo sfiorando un ridicolo autogol, il Sindaco di Roseto. In questi lunghi 7 anni, sono cambiate le compagini amministrative. Si sono avvicendati sindaci ed amministratori dei due Comuni di Roseto e Giulianova, si sono dati il cambio tre governatori regionali, due presidenti di Provincia, eppure non è stato nominato l’organismo di gestione, peraltro gratuito, dell’area naturale protetta, non è stato adottato un piano di assetto naturalistico (PAN) degno di questo nome e non è stata neppure apposta lungo i confini della riserva e sulle strade di accesso la segnaletica prescritta. In compenso, grazie a cotanta inettitudine amministrativa, i finanziamenti che la Regione Abruzzo ha assicurato a tutte le altre Riserve in questi anni, non sono arrivati alla Riserva Borsacchio perché un organo di gestione non è mai stato insediato. In sette anni abbiamo perso quasi un milione di euro e la Riserva non è diventa ancora un’opportunità di sviluppo per la intera comunità rosetana: nel frattempo, chi ci ha veramente guadagnato e chi ci guadagnerà ancora? Pio Rapagnà – ex Parlamentare rosetano