Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo e l'Ass. all'Ambiente, Rudy Di Stefano, hanno inaugurato con una festa assolata e colorata il lungo fiume di Teramo.
Il merito è senza dubbio dell'assessore Di Stefano, coadiuvato dal settore ambiente e dal vigile ecologico, Vincenzo Calvarese.
Due ostacoli.
La mancata manutenzione dall'epoca del secondo Sperandio e l'inciviltà dei teramani.
Mentre il duo istituzionale s'imbrodava e si lodava tra parole di circostanza, il club vacanze di una decina di cittadini italiani di etnia rom, ha continuato a bivaccare di possesso in un tratto di lungofiume.
Sotto il ponte San Francesco...
Una discarica.
Rifiuti organici disseminati per centinaia di metri.
Un odore nauseabondo.
Buste di plastica e resti di cibo nascosti tra i cespugli e inghiottiti dall'omertà dei rovi.
Rovine di civiltà.
Pochi minuti con il maestro Luigi per comprendere che questa non può essere Teramo.
Qui non c'è nulla del senso dell'ospitalitàa ma neanche del senso dei trovatori.
Panni stessi lungo le pietre calde del fiume e il giorno trascorso tra accattonaggi vari fino a sera a far di conti con uomini e furgoni.
Sfruttamento?
Ricapitolando...
Le leggi, le norme, il regolamento comunale, l'occupazione di suolo pubblico, l'immondizia e il porta a porta, hanno valore solo per i tartassati cittadini teramani, gli altri, hanno il diritto, di sporcare, prendere possesso, chiedere l'elemosina, insistere e insistere tanto, in particolare con anziani e donne.......tanto nessuno interviene...nessuno ti protegge, nessuno sanziona.
Pavidi.
Qui siamo a Teramo...libero materasso.... per libera tenda.
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