Teramo è la città delle opportunità.
Non un caso di opportunità.
Non una questione di opportunità.
Semplicemente la capacità di prendere al volo le opportunità attraverso una lettura personale dell'etica e della morale pubblica.
Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici dell'AdSU ( Azienda per il Diritto agli Studi Universitari) al settimo articolo declama " 1. I dipendenti si astengono dal partecipare all’adozione di decisioni od attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di loro parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbiano rapporti di frequentazione abituale, ovvero di soggetti od organizzazioni con cui gli stessi o il loro coniuge abbiano causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui siano tutori, curatori, procuratori o agenti, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui siano amministratori o gerenti o dirigenti. I dipendenti si astengono in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull’astensione decide il dirigente".
Tutto meraviglioso.
Tutto reale.
Infatti all'adsu di Teramo, pochissimi impiegati e un dirigente regionale a fare il direttore tutto è vissuto come le tavole di Mosè.
Legge biblica.
Infatti e due, il 26/06/2014 si delibera l'atto di indirizzo per le borse di studio ai figli dei dipendenti.
Il due Luglio del 2014 il direttore, Silvano Binchi firma il bando di concorso per le borse di studio.
Il 29 Luglio si liquida la stessa borsa di studio al vincitore.
Il figlio del Direttore.
Capita...a Teramo.
Questione di opportunità.
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