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Abruzzo: Il Solare non scotta se ti spalmano gli incentivi

di Susanna Ciminà
6 minuti

L’epoca degli incentivi sulle rinnovabili scrive il suo GAME OVER.
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.144 del 24 giugno 2014 il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 dal lungo nome “Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea”.

Se il nome non mente, si tratta di un provvedimento eterogeneo, con all’interno diverse disposizioni in materia di energia per tagliare le bollette elettriche delle piccole e medie imprese. Nobilissimo intento, se il tutto non fosse intimamente legato al fare cassa grazie alle misure previste dall’articolo 24 all’articolo 30 del presente decreto ….e tra le misure svetta la rimodulazione degli incentivi per impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200kW.

 Al di là di delle polemiche e dell’ovvio gioco delle parti fra le categorie economicamente colpite e le istituzioni, nel tentativo di tirare una coperta comunque troppo corta, la domanda che devono porsi gli imprenditori e tutti i professionisti del settore dovrebbe essere : … è un finto tramonto o l’alba di una nuova era?

Il decreto, più conosciuto come “Spalma Incentivi”, potrebbe subire modifiche in Parlamento durante l’iter di conversione in legge, che deve avvenire entro 60 giorni.
Le norme contenute del pacchetto taglia-bollette andranno ad alleggerire la bolletta delle piccole e medie imprese, con una riduzione stimata del 10%,  degli utenti in media e in bassa tensione con potenza allacciata superiore a 16,5 kW, esclusi clienti residenziali e l'illuminazione pubblica.  
C’è un alert chew è molto importante sottolineare e cioè, che i benefici non sono cumulabili con gli sgravi alle “imprese a forte consumo di energia (art. 39 del decreto – legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, in legge 7 agosto 2012, n.134).

Per gli impianti fotovoltaici sopra i 200 kW, dal primo gennaio 2015, le tariffe saranno rimodulate su 24 anni anziché su 20, con le riduzioni stabilite nella tabella seguente. Si precisa che le riduzioni subiranno variazioni in base agli anni residui di incentivazione, dal 25% per un periodo residuo di 12 anni al 17% per un periodo residuo di oltre 19 anni:
Gli operatori potranno accedere a finanziamenti bancari per un importo massimo pari alla differenza tra l’incentivo spettante al primo gennaio 2015 e l’incentivo rimodulato. Tali finanziamenti, “possono beneficiare, sulla base di apposite convenzioni con il sistema bancario, di provvista dedicata o garanzia concessa dalla Cassa depositi e prestiti". L’ultimo comma del provvedimento, dispone che le Regioni e gli enti locali, dovranno adeguare i permessi rilasciati alla nuova durata degli incentivi.

Chi non aderisce alla rimodulazione subirà una riduzione dell'8% dell'incentivo per la durata residua del periodo di incentivazione. C'è tempo fino al 30 novembre 2014 per scegliere e la riduzione dell’incentivo che partirebbe dal 1 gennaio 2015.A partire dal secondo semestre 2014, il GSE pagherà gli incentivi, per tutte le taglie di impianti FV incentivati, con rate mensili pari al 90% della producibilità media, per poi fare un conguaglio entro il 30 giugno dell'anno successivo. Anche le reti di utenze private ed i Sistemi di Efficienza di Utenza , che potrebbe ricomprendere anche l’impianto fotovoltaico domestico, dovranno concorrere al pagamento degli oneri generali di sistema con il 5% dell’energia elettrica consumata.

Insomma la vicenda del fotovoltaico si riassume citando Alessandro Marangoni (Althesys:“i ricavi calano più dei costi: Fotovoltaico 2013/2012 Costi -14,5%, Ricavi -18,3%”.

E si chiuse il sipario.

Considerazioni Finali.

L’Abruzzo che ha investito moltissimo nel fotovoltaico (sia in termini di investitori autoctoni che stranieri), con una numero di impianti di circa 11937 ed una potenza installata di circa 609 MW….si spera non venga investita dalla forza travolgente del decreto. 
Di certo  non ci sono pasti gratis.
D’altro canto il potere si riprende sempre i suoi spazi e comunque la si voglia vedere la sintesi è che l’epoca dei grandi impianti di produzione è brutalmente tramontata, lasciando un significativo parco di impianti sui quali diventa sempre più importante l’attività di manutenzione e di controllo…attività per altro che comporta un costo fisso e crescente. Il settore dei piccoli impianti sta continuando la sua corsa e sarà sicuramente pionieristico negli anni a seguire, offrendo sempre più spazio a nuove intersezioni con nuove tecnologie.

Le ESCO avranno un ruolo dominante nei prossimi 10 anni, soprattutto se riusciranno a mantenere saldo il contatto con le medie aziende assumendo un ruolo strategico per l’offerta che si propone. Essendo i margini fortemente diminuiti, è necessario lavorare per volumi e sulle economie di scala. E’ necessario fare squadra, perché da soli si arriva prima, ma insieme si arriva più lontano.

In questo panorama è utile che ciascuno,
in particolare le piccole imprese e i professionisti del settore, riflettano accuratamente sulle competenze maturate, sui loro punti di forza e di debolezza, iniziando a pensare al posizionamento che vorranno avere in un mercato in fase di riorganizzazione e consolidamento. Il posizionamento sul mercato è un punto chiave che và approfondito e riorganizzato per permettere una “reinvenzione dei ruoli” delle aziende presenti sul territorio.

Dopo Cristo si è fermato ad Eboli, il nuovo romanzo dell’estate è il decreto si è fermato a Roma.

E speriamo ci resti spalmato...e amato.


Fonti[www.qualeenergia.it; www.gazzettaufficiale.it; Rapporto Statisico GSE Rinnovabili; edilportale.com]

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Commenti

Un titolo da fuori di testa. Ho apprezzato da imprenditrice storica del mio Abruzzo, il tentatatio ben riuscito di spiegare i cavilli del presente con un futuro post quotidiano. Vicino. Ho trovato da amante del sole e delle creme, il titolo assolutamente estivo e furbo. Bravissimi.
D.ssa Ciminà il solito studio da secchiona. Ci vorrebbero altri simili esempi per una comunicazione a 360 gradi. L'Italia dovrebbe ripartire da questo tipo di informazione. Una nuova educazione.
Leggete..." BRUXELLES - La battaglia sul provvedimento 'spalma incentivi' sulle rinnovabili, contenuto nel decreto varato dal governo dedicato alla riduzione del prezzo delle bollette, sbarca a Bruxelles. L'europarlamentare verde lussemburghese, Claude Turmes, ha presentato un'interrogazione parlamentare in cui chiede alla Commissione europea la verifica della compatibilità del decreto legge "spalma incentivi", una volta diventato legge, con il Trattato sulla Carta europea dell'energia. "La Carta europea dell'energia - spiega Monica Frassoni, co-presidente del partito Verde europeo e coordinatrice di Green Italia - impone ai paesi firmatari di fornire agli investitori 'condizioni stabili', per garantire lo sviluppo degli investimenti, senza che vengano penalizzati da cambiamenti inaspettati nelle condizioni giuridiche ed economiche sulla base delle quali erano stati effettuati". Secondo Frassoni "queste condizioni verranno meno nel momento stesso in cui lo "spalma incentivi" dovesse diventare legge: un'efficace spauracchio che allontana i futuri investitori, senza oltretutto punire gli eventuali speculatori che sono già scappati col bottino". Di conseguenza "chiediamo a Renzi - conclude la leader dei verdi Ue - di rivedere il decreto 'AmmazzaRinnovabili' e riportare l'Italia e l'Europa nella giusta direzione", che per il partito europeo significa puntare "verso tre obiettivi ambiziosi e vincolanti di riduzione delle emissioni di CO2 (55%), efficienza energetica (40%) e utilizzo delle rinnovabili (45%) entro il 2030".