L'Abruzzo è dei cantastorie.
L'Abruzzo è dei Trovatori.
L'Abruzzo è dei politici e degli attori.
L'Abruzzo della Politica Fantasy.
(G)Ufi, ermellini, falchi ed aquile sono tutti pronti a salpare sull’arca dei “Non è” delle promesse.
Chi sale e chi scende. Chi dice e non dice. Chi non sa, ma crede. Chi urla e si compiace. Chi si butta e cade.
Ahinoii, per l’ennesima volta l’arca è salpata, portando con sé tante millantate promesse, tante serafiche proposte, ma non un programma sui temi, non uno…anzi perdonate non UN programma.
Da solerti passeggeri, abbiamo ascoltato, passivi, senza fare i conti con le direttive comunitarie e nazionali.
A poppa una voce grida: “Saremo la regione dai fiumi puliti”, a prua si risponde “l’unica sostenibile trasparente e piena di turisti”, al mozzo “ i nostri mari faranno risplendere l’Europa del turismo”. Manca solo Peter Pan, Trilly e Capitan Uncino.
Eccola, la (non) politica del sì, nata solo per ricercare il consenso locale giorno per giorno senza la minima strategia.
In materia di energia, soprattutto, è inutile parlarsi addosso, senza poi dire che l’unica verità è che la Regione può fare poco e sempre meno…che il potere si stà riprendendo gli spazi, che esiste una certa riforma del Titolo V della Costituzione in materia di energia, che disarmerà i superpoteri dei “bei discorsi”…. e se tutto si verificherà, a noi resterà solo il terzo canto del gallo. Ma senza il gallo.
Scopriamo di cosa si tratta…
Il Titolo V della Costituzione: “lui chi è”?
Il titolo V della Costituzione è quella parte della Costituzione che disciplina le Autonomie Locali, Regioni, Provincie e Comuni nonché la loro competenza a legiferare in determinate materie in base al riparto di competenze definito nel nuovo testo dell’art. 117.
La materia “energia” con la riforma del 2001 è rientrata nella legislazione concorrente Stato-Regioni, ma a partire dalla sentenza n. 303 del 2003, la Corte Costituzionale ha riaccentrato in capo allo Stato gran parte delle funzioni normative ed amministrative elaborando il modello della “sussidiarietà negoziata”.
L’inserimento dell'energia tra le materie a legislazione concorrente ha creato numerosi conflitti istituzionali tra potere centrale e potere locale, conflitti che hanno aumentato in maniera esponenziale il contenzioso davanti alla corte Costituzionale, la quale si è più volte espressa apportando significative modifiche alla disciplina nazionale e regionale di tale materia.
Chi ha il potere legislativo in materia di energia, lo Stato o le Regioni?
La legge n. 239 del 2004 ("Riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia") ha inciso notevolmente sul riparto di competenze tra Stato e regioni in materia di energia, attraverso il riassetto dei poteri amministrativi, attribuendo allo Stato il compito di elaborare le linee guida della politica energetica ed i meccanismi di raccordo con le autonomie regionali. E’ lo Stato, quindi, che esercita i compiti e le funzioni amministrative necessarie a promuovere il funzionamento unitario dei mercati dell’energia.
Nel settore della produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, l’Ente Regione lascia il passo allo Stato per esigenze di carattere unitario e non solo.
Parlare di energia significa spaziare all’interno di un contesto vasto, che coinvolge una pluralità di materie: ambiente, sicurezza, sanità, urbanistica, che si sbilancia fortemente a favore dello Stato.
L’arca dei “non è” e l’Abruzzo…
Per i motivi sopra citati la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’ l’art. 2 della legge 7 giugno 2013 della regione Abruzzo, che consentiva la localizzazione e la realizzazione di centrali di compressione a gas solo al di fuori delle aree sismiche classificate di prima categoria previo studio particolareggiato della risposta sismica locale attraverso specifiche indagini geofisiche, sismiche e litologiche di dettaglio, in quanto in palese contrasto con l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione e con la legge n. 239 del 2004, fungendo da ostacolo per lo sviluppo della rete dei gasdotti di interesse nazionale, ed invadendo la competenza esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza.
La pietra tombale.
Il 31 marzo 2014 è stato approvato il disegno di legge di riforma del titolo V, che riporterebbe la competenza in materia di energia in capo allo Stato introducendo nuove disposizioni per la realizzazione delle grandi infrastrutture e semplificazione dell'iter autorizzativo.
Il testamento prima del naufragio.
Premesso che la Riforma del Titolo V in tema di energia, ha giocato al gioco dell’oca fin dalla nascita: è partita dando poteri allo Stato, è proseguita elargendo superpoteri alle Regioni, ha prodotto un buco nero di contenziosi, si chiuderà con un ritorno del pacchetto poteri- danni, allo Stato… ci spiegate come si fanno a fare promesse, se questo è il quadro?!
Bypassando il nuvolone di critiche, di malcostumi, di ruberie, di truffe che hanno riguardato questo pezzo di Storia italiana…. Ci spiegate, anche alla luce dell’illegittimità dichiarata dalla Corte Costituzionale, come fate a promettere che avrete il potere di:
- 1) fermare la costruzione degli impianti per l'estrazione di idrocarburi al largo della Costa Adriatica;
- 2) paralizzare il gasdotto Tap(Trans Adriatic Pipeline) in Puglia;
- 3) scardinare il progetto dell’elettrodotto di Terna che unirà Italia e Montenegro;
- 4) gestire la realizzazione di nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti;
- 5) zittirvi sulle centrali a biomasse ed i rigassificatori.
Come si fa, a parlare di energie rinnovabili, senza un minimo di programmazione?
Bisogna avere il coraggio di combattere questo sistema, perché non basta più dichiarare senza la minima strategia.
Secondo l’Osservatorio Nimby Forum nel 2012 in Italia sono stati contestati 354 impianti, relativi soprattutto alle fonti rinnovabili: in particolare , la contestazione ha riguardato la Lombardia (54 impianti), il Veneto (52 impianti), la Toscana (38 impianti), l’Emilia Romagna (30 impianti) ed il Nostro Abruzzo (27 impianti); con costi che, ogni anno, si attestano intorno ai 20 miliardi di euro di mancati investimenti.
Chiaramente questo, è un problema che ha una scala nazionale, chiaramente nessuno vuole accusare nessuno, c’è solo la pavida richiesta di mostrare coerenza nei discorsi e di ricercare un dialogo efficace e di soccorso.
C’è voglia di verità, non basta l’entusiasmo.
L’arca dei “Non è”, ormai, è salpata, e non le sarà dolce naufragare in questo mare. Soprattutto se a bordo ci sono i (g)ufi
A chi governerà un sentito augurio di una speranza futuribile per l’Abruzzo.
A chi sarà governato il più sentito augurio di aver dato uno strumento di comprensione e di critica.
Il voto consapevole.
Susanna Ciminà
Alessandra Di Giuseppe
Fonti:
- - C. Buzzacchi, M. Campagna, G. Pizzanelli, L. Salomoni, Il prisma energia: integrazione di interessi e competenze, Giuffrè ed.
- - XVI legislatura dossier “Il contenzioso Stato Regioni”, 2011
- - legge 23 agosto 2004, n. 239
- - Giurisprudenza costituzionale - Sentenza n. 383/2005)
- - Sentenza Corte Costituzionale n. 119 2004 www.giurcost.org/decisioni/2014/0119s-14.html
- - Disegno di legge Costituzionale “Riforma Titolo V della Costituzione” www.governo.it/governoinforma/documenti/DDL_costituzionale_31%20marzo_2014.pdf
- - Corriere del Mezzoggiorno; Il Centro; www.nimbyforum.it; Piano Strategico SNAM
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