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L’Abruzzo è una regione “gasata”

di Susanna Ciminà
14 minuti

L’Abruzzo è una regione “gasata”.
Nunc est bibendum!

“Favorisce Champagne? “No, grazie.
Il nostro paese sta per stappare un giacimento di gas da 5-8 miliardi di metri cubi l'anno, …un volume paragonabile all'intera produzione nazionale attuale…!
Il Ministero dello Sviluppo economico ha firmato il decreto che sblocca e incentiva l'uso del biometano per i trasporti e per il riscaldamento.
Ed in Abruzzo siamo assolutamemte …“gasati”di gas!
Il Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili, che sicuramente è meno poetico di una citazione di oraziana memoria, prevede l’obbligo di integrare il biometano nella rete del gas naturale, incentivandolo attraverso una tariffa dedicata.

Vediamo di cosa si tratta…
L’attualissimo Dm Sviluppo economico del 5 dicembre 2013, promuove, in modo particolare, l’uso efficiente della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e degli scarti del settore agro-industriale, ponendo pertanto le basi per lo sviluppo di un modello di filiera biogas-biometano che risponda a requisiti di sostenibilità economica ed ambientale e permettendo quindi l’apertura di nuovi intrigantissimi mercati.

Va sottolineato che…la frazione organica dei rifiuti solidi urbani, essendo ampiamente disponibile sul territorio abruzzese e godendo di un elevata resa in termini di produzione di biogas, rappresenterebbe un substrato ottimale per la nascita di una nuova filiera e consentirebbe, inoltre, di abbattere i costi di gestione e di smaltimento dei rifiuti stessi.
Parallelamente, lo sviluppo delle tecnologie di purificazione del biogas per l’ottenimento di biometano  favorirebbero l’ampliamento del mercato sia per le aziende del settore automotive che per le aziende dell’ambito agroindustriale.

Insomma roba che farebbe “gasare” anche una sottiletta sottovuoto!

Ripartiamo dall’ABC. Cos’è il biometano?
Con il termine biometano ci si riferisce ad un biogas che ha subito un processo di raffinazione ed ha raggiunto una concentrazione di metano pari al 95%.
Il biogas, d’altra parte, è prodotto attraverso la decomposizione biologica, in ambiente privo di ossigeno, di sostanze organiche in un processo conosciuto come Digestione Anaerobica (che per semplicità chiameremo DA nella trattazione).
La DA può avvenire sia in un ambiente controllato (digestore alias vasca) con una produzione di biogas contenente tra il 55 ed il 65% di metano, sia nelle discariche a seguito della decomposizione dei rifiuti, con una percentuale di metano pari al 45%, quindi leggermente inferiore rispetto a quello ottenuto da ambiente controllato. L’idea di ricavare risorse spendibili da un rifiuto è assolutamente allettante.

Produrre il biometano.
Bando alle chiacchiere…le principali materie prime utilizzabili nel processo di digestione anaerobica sono:

-il refluo di fogna;
-i reflui zootecnici;
-i rifiuti alimentari di origine commerciale o domestica (forsu);
-i Rifiuti da giardinaggio e gestione del verde;
- Le produzioni agricole di scarto.

Insomma roba che puzza!!!!

Tuttavia, la materia prima più comune in Europa è il refluo di fogna, utilizzato in un trattamento di digestione anaerobica, integrato al processo di depurazione.
Udite, udite, udite….in Gran Bretagna circa il 75% dei reflui fognari è trattato in questo modo, ed il gas che ne deriva è utilizzato per produrre calore ed elettricità…
-sono inglesi, qualcuno potrebbe dire-….
Ritentiamo …..a Lille, in Francia, il sistema fognario cittadino è fonte di materia prima per produrre biogas che è successivamente raffinato per essere utilizzato come combustibili per gli autobus. 

Perché non cambiamo prospettiva… ed iniziamo anche Noi  a vedere le fogne come risorsa?!
Le altre fonti di materia prima, riportate nell’elenco, non sono integrate in un sistema di raccolta così capillare come per i reflui civili ed è quindi necessario affrontare le problematiche relative alla loro raccolta di volta in volta. D’altra parte, 
per utilizzare il rifiuto alimentare (forsu) è basilare separarlo dalle altre tipologie di rifiuto; per questo è conveniente realizzare un impianto di DA integrato in un sito di trattamento dei rifiuti.

Ma come nasce il biometano?
Il biometano viene prodotto attraverso un processo costituito da: pre-trattamento o fase di selezione, triturazione e miscelazione della materia prima per renderla più appetibile al digestore; digestione o processo principale durante il quale la sostanza organica è trasformata in biogas e digestato; e raffinazione o processo in cui il biogas grezzo è trasformato in un combustibile ad alto contenuto di metano (≥ 95%) eliminando l’anidride carbonica e le altre impurità.
E’ interessante segnalare che il 
 processo di digestione dura circa 15-20 giorni a seconda della materia prima e della tecnologia utilizzata.

Dura meno di un’attesa per una visita medica all’ospedale ….mmmm intrigante.
Il Biometano è anche un carburante.
Il biometano può essere bruciato per produrre calore o elettricità, servizi assai cari ai cittadini.
Ma la sua potenzialità non si esaurisce qui….infatti può essere impiegato negli stessi veicoli che utilizzano comunemente il gas naturale.
A proposito di questi ultimi ,le tre tipologie di auto, che sono attualmente in commercio sono:
-Veicoli Bi-Fuel (Bi-fuelled) : tecnologia più diffusa ed utilizzata per le automobili e veicoli promiscui alimentati a gas o a benzina.
-Veicoli dedicati a gas : veicoli questi,  dotati di un motore a ciclo Otto (accensione per scintilla) ottimizzato per funzionare con il solo metano. Tale tecnologia è utilizzata spesso nel caso di veicoli pesanti come gli autobus…se fossi nelle Province…ci farei un micropensierino…
-Veicoli dual-fuel : tecnologia a gasolio che utilizza un motore diesel e funziona con una miscela di gas e gasolio (solitamente 70% gas e 30% gasolio).

D’altra parte…se  paragonato ad un veicolo a gasolio, un veicolo a gas è meno efficiente di un 15-20%, a causa della minor densità energetica del gas compresso, che ne costituisce il combustibile; c’è anche da dire che questo problema è stato parzialmente risolto con la produzione di gas liquefatto.
Di fatto le problematiche principali legate all’utilizzo sia del biometano che del metano di origine fossile sono però legate sia al minor contenuto energetico che si traduce in minor percorrenza con un litro di combustibile, sia  alla rete di distribuzione che è sicuramente limitata rispetto a quelle dei combustibili liquidi tradizionali. Questo spiega come mai i principali utilizzatori di gas siano le flotte di veicoli dedicati come camion o autobus.
Con i dozzinali problemi che abbiamo con la manutenzione degli autobus…non ci sembra il caso di farci un pensierino.. magari si usa un mezzo sostenibile…magari!

Il biometano è rinnovabile.
Il biometano è rinnovabile - affermazione forte- qualcuno potrebbe dire…dimostriamolo…
In termini di emissioni dirette di anidride carbonica,  il biometano presenta delle emissioni pari al 20% in meno rispetto alla benzina ed al 5% in meno rispetto al gasolio. Inoltre, essendo legato alla trasformazione di rifiuti organici, elimina una fonte potenziale di emissioni di metano che si verrebbe a creare nel momento in cui questi rifiuti subiscono la decomposizione nelle discariche. A suo favore c’è inoltre da dire, che in qualità di combustibile gassoso provoca emissioni di particolato molto basse ed un livello accettabile di emissioni di ossidi di azoto ( NOX  ) , sempre se considerato a valle di un opportuna linea di trattamento fumi.

Insomma, il  biometano è sostenibile e si sostiene da solo, molto più di come noi sosteniamo il gasolio.
La Ricerca: Il caso studio.
Un caso studio molto interessante da riproporre…
Il progetto Agrengest,, condotto con il supporto economico della regione Lombardia, è stato sviluppato da molti esperti del settore afferenti anche al Politecnico di Milano ed ha affrontato il tema degli investimenti nel settore dell’agro- energia in Lombardia. A conclusione della ricerca sono emerse alcune interessanti  considerazioni, di cui si riportano quelle più rilevanti:

-La recente introduzione di una nuova tariffa incentivante modifica sostanzialmente il quadro economico, rendendo assai più vantaggiose le prospettive economiche per queste realizzazioni.
-Le applicazioni agro-energetiche, oggi più comuni per aziende di grandi estensioni, potrebbero estendersi a quelle di minori dimensioni, grazie alla costituzione di società consortili o cooperative, permettendo così di sfruttare un benefico effetto “scala”.
-Gran parte dei progetti internazionali per il contenimento delle emissioni di gas serra attribuiscono alla biomassa un ruolo fondamentale, paragonabile a quello dell’energia eolica, e nettamente più rilevante, almeno per i prossimi decenni, rispetto ai contributi attesi dall’energia solare.
-La biomassa ha, rispetto all’energia eolica e solare, un fondamentale pregio, spesso non sufficientemente evidenziato: diversamente da queste, può essere facilmente accumulata ed utilizzata quando l’utenza lo richieda. Questa caratteristica rende l’energia elettrica da biomassa intrinsecamente più pregiata rispetto a quella prodotta direttamente da sole e vento.


Il decreto “gasato”.
Lex mia cara lex. Il legislatore con il Dm Sviluppo economico del 5 dicembre 2013 ha inteso promuovere l’uso del biometano prioritariamente nei trasporti come biocarburante, privilegiando quello ottenuto principalmente da sottoprodotti di scarto, serbando un occhio di riguardo per gli impianti più piccoli e più alla portata delle imprese agro-zootecniche.
Le modalità di incentivazione previste sono 3, a seconda che il biometano sia immesso in rete, usato per la cogenerazione o venduto come carburante per i trasporti. Per l'immissione in rete il produttore ha diritto per 20 anni a una tariffa premio pari al doppio del prezzo del mercato del gas naturale nel 2012, meno il prezzo mensile del gas stesso, se vende il gas direttamente sul mercato".

Molto interessanti, come anticipato, gli incentivi per il biometano usato come carburante da autotrazione. Lo strumento individuato è quello del rilascio, per 20 anni, dei certificati di immissione in consumo di biocarburanti (Decreto Mipaaf 29 aprile 2008 e successive integrazioni). Il dlgs 28/11 ha già stabilito che ai biocarburanti ottenuti da sottoprodotti o da rifiuti sia riconosciuto il raddoppio dei certificati di immissione. Per il biometano per autotrazione, secondo il decreto, le matrici che danno diritto al  raddoppio sono la frazione biodegradabile dei rifiuti urbani, i sottoprodotti vari, le alghe e materie di origine non alimentare opportunamente descritti dal decreto.

Condizione necessaria per il riconoscimento di questa maggiorazione è che l’autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’impianto di produzione di biometano contenga l’indicazione di utilizzo esclusivo di una o più materie sopra richiamate .Interessante poi il bonus che dovrebbe spingere le aziende agricole a diventare direttamente distributori di carburante: qualora il produttore di biometano lo immetta al consumo attraverso un nuovo impianto di distribuzione per autotrazione realizzato a proprie spese, senza l’utilizzo della rete di trasporto del gas naturale, potrà avere diritto per 10 anni a una maggiorazione del 50% dei certificati di immissione al consumo.

Infine, ci sono gli incentivi al biometano usato per la cogenerazione. Va considerato che questa modalità consente una generazione elettrica con un’efficienza nettamente superiore a quella ottenuta direttamente dal biogas. L’utilizzo del biometano per la generazione elettrica sarà sottratto alle procedure di aste e registri, pur rientrando nei tetti massimi di spesa previsti per le rinnovabili non fotovoltaiche. Il testo contempla la possibilità di riconvertire in tutto o in parte alla produzione di biometano un impianto a biogas esistente. Questa condizione sarà però penalizzata riconoscendo gli incentivi in misura pari al 40% se il biometano è immesso in rete o destinato alla generazione elettrica, o in misura del 70% se destinato ai trasporti.

Nell'attesa che entrino in vigore le norme europee per le specifiche di qualità del biometano per uso nell’autotrazione e per l’immissione nelle reti, il biometano introdotto nelle reti del gas naturale potrà essere soltanto quello derivante dalla digestione anaerobica di prodotti biologici e sottoprodotti, con la temporanea esclusione di quello prodotto dai rifiuti solidi urbani (Forsu) se non differenziati, da gas di discarica e dagli altri processi di depurazione e trattamento di fanghi e rifiuti.”
2 paroline…

L’Abruzzo è una regione “gasata”.
Si certo… anche la gassosa a casa della nonna, il prosecco stonato, lo champagne rileccato, la serata di Dumbo dopo il circo, la camminata cammellante di un sindaco imborghesito lo sono…ma l’Abruzzo …lo è di più.
Lo è nelle numerosissime discariche, che sbuffano vendetta, annegate sotto il peso dei loro rifiuti…
lo è nelle fogne che chiedono un polmone ausiliario di manutenzione e che diventano le “case popolari” dei topini…
lo è negli scarti alimentari prodotti dall’agricoltura e che finiscono per alimentare i già strabordanti cassonetti della spazzatura..
lo è nella coscienza di un popolo che chiede un’idea che sia diversa da una  finta promessa per “ripartire”..
lo è nei rifiuti del giardinaggio di quei giardini che non c’erano, né ci sono né ci saranno..
lo è il quelle parole sempre troppo difficili per descrivere una realtà che di difficile ha solo la semplicità,
lo è…in tutti noi,  che siamo “gasati” del desiderio di tornare a desiderare, dalla voglia di sperare di poter sperare, dal pensiero di sognare di poter sognare….

Alziamo i calici…. A tutto gas!


Fonti:
[www.gse.it; Dm Sviluppo economico del 5 dicembre 2013 ;Progetto Agrengest; Comitato termotecnico Italiano;www.qualenergia.it; www.gazzettaufficiale.it; Decreto Mipaaf 29 aprile 200; DM 6/7/2012]
 

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Allora, in termini pratici cosa bisognare? Studia un percorso e sottoponilo alla politica di questo territorio forse ora il momento è propizio perchè si prospetta il cambiamento. Se non ora quando? Renzi non firmerà il rilascio di nuove concessioni per li introspezioni alla ricerca di idrocarburi se gli facciamo credere che in Abruzzo vive anche gente che ragiona con la testa ( quella sulle spalle)!!
Interessantissimo!!!! É sempre bello leggere questi articoli, scritti in maniera semplice ma con rigore, che informano davvero. Peccato che in tv si parli sempre di altro!!!!!!! Ricavare metano dalle fogne!?!? Questa proprio non la sapevo!!! Fantastico!! Inoltre mi sembra un'ottima idea incentivare queste produzioni perché, per quel poco che so a riguardo, il metano é un combustibile che ha un impatto ambientale ridotto rispetto a combustibili come carbone, oli combustibili ecc. Perché non provarci?!
Scritto molto bene e chiaro. Magari può essere l'input per cominciare a rimettere a posto le reti fognarie, gli impianti di depurazione dei reflui (evitando così di fare brutte figure con i turisti sulla costa) , le discariche e a ripensare tutto il ciclo dei rifiuti. Magari.
Una bella penna. L'informazione pulita e trasparente: grazie Susanna! Quanto potenziale è "sotterrato" in Abruzzo? Ogni tuo articolo è una piacevole scoperta! È la soluzione migliore che si possa adottare nell'immediato: fiduciosa che si agisca tempestivamente!
Finalmente noto con piacere commenti aperti all'innovazione! La produzione di biogas a partire dal refluo di fogna, rifiuti alimentari e scarti derivanti dall'industria agricola fa parte dello scenario energetico del futuro. L'obiettivo è quello di minimizzare gli sprechi ed essere in grado di sostenere una richiesta di energia sempre maggiore in un'ottica sostenibile. Gli esempi virtuosi di Inghilterra e Francia lasciano capire che queste innovazioni non sono pure fantasie ma possono trovare applicazioni efficienti. L'Italia non deve essere da meno. C'è ancora molto da fare ma la strada da percorrere è proprio lì davanti ai nostri occhi.
L'Ing Ciminà ama la natura, la vita e quindi anche l'energia. Essa è un bene prezioso, un dono che non va sprecato. La Dott.ssa ci ricorda che la nostra terra va difesa: reciclare i rifiuti è un nostro dovere, anche morale. Proteggere l'ambiente sfruttando i "gas" ottenendone in cambio energia si può e si deve fare. Forza allora, che ognuno di noi faccia la sua parte!