Premessa culturale
E' molto probabile che la società, pur in un periodo di grande sviluppo tecnico scientifico, stia vivendo un momento storico di oscurantismo.
Diverse sono le manifestazioni che avvalorano questa ipotesi: si possono, per esempio, citare la presa emotiva di allarmi non del tutto giustificati (uno dei più sintomatici è stato il "millennium bug"), il successo della medicina alternativa, la diffusione di pratiche magiche e di superstizione … la negazione dell’esistenza del cancro e del HIV, il proliferare del gioco d’azzardo… e chi più ne ha più ne metta.
Nel labirinto dei mille “non detti”, è inevitabile ritrovare la punta dell’iceberg di questo modo di pensare: un attacco chiaro e silenzioso alla scienza e alla tecnologia, presentate, il più delle volte, come nemiche dell’uomo e della natura.
E’ bene, dunque, fare qualche precisazione.
Nel contesto attuale dello sviluppo umano, la scienza ha un ruolo ben definito, ossia quello di spiegare i singoli fenomeni fisici, mentre la tecnologia ha il compito di trarre dalla conoscenza scientifica criteri e metodologie atte a creare, modificare, migliorare i processi produttivi tendendo, in ultima analisi, ad un miglioramento del benessere generale.
Il confine tra le due aree è grigio, non ben definito. E proprio questo, può essere inevitabile causa di confusioni.
La scienza e la tecnologia sono sinonimo di progresso intelligente, se utilizzate nel modo corretto. Demonizzarle, enfatizzando il più delle volte, sospetti del tutto infondati, favorendo atteggiamenti emotivi privi di ogni ragionevole giustificazione, è l’inizio del baratro per una società che ha voglia di crescere.
E’ innegabile, che ad oggi, l'attacco alla scienza ed alla tecnologia viene da diversi settori, spesso tra loro non affini ma comunque convergenti.
Un attacco sottile, puntuale e soffocante.
Ne vogliamo parlare? E parliamone…
Sono coinvolte, tutte le forme di integralismo religioso, che temono un’erosione di antiche e consolidate credenze e paventano l'espansione di conoscenze che possano minare il loro potere ed anche l'integralismo ambientale (ambientalismo) che non si rende, spesso, conto che l'ecologia non è credibile senza un sicuro riferimento a basi scientifiche rinunciando agli effetti emotivi.
Non vanno, in ultima istanza, dimenticati tra i “potenziali” nemici di queste scienze, coloro che hanno difficoltà a capirle (e sono i più), le reputano in qualche modo disumane e temono un ambito di conoscenze riservato a un gruppo elitario che potrebbe acquisire troppo potere…
Il risultato?
In Italia, l’opinione prevalente fa risultare i tecnici e gli scienziati come aridi, zotici, presuntuosi e senza cultura.
In Italia gli eroi sono i tronisti le ballerine ed i fannulloni ….forse stiamo vivendo il Carnevale delle coscienze.
L’ecologismo e le opinioni della gente, la percezione del rischio
Dagli anni ’70, con l’aumento del benessere, le società sviluppate hanno avviato la maturazione di una grande sensibilità nei confronti dello stretto legame invenzioni - ambiente.
E’ stato evidente (e la storia insegna) come già questo “legame” di non facile comprensione, sia stato ulteriormente complicato dalla connessione che spesso si tende a “orecchiare” tra impatto ambientale e salute dell’uomo .
E’ bene sottolineare che il comprendere a fondo tale connessa fenomenologia, richieda sofisticate conoscenze non solo di fisica ma anche di chimica, biologia e medicina.
Ma tornando al tema, si stava narrando appunto, che tutto è iniziato negli anni ’70, quando nacquero i primi movimenti ambientalistici che hanno avuto il merito di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, nei paesi sviluppati, sul problema della protezione dell’ambiente.
Dov’è dunque il misfatto?
Ahinoi, purtroppo è subito comparso un difetto congenito a quasi tutti questi movimenti: quello di non basarsi sull’ecologia (branca molto complessa della scienza) ma di privilegiare aspetti emotivi ed irrazionali, puntando su paure spesso immotivate e dando i natali all’ecologismo che è una IDEOLOGIA e non una scienza!!!
Per l’ambientalismo integralista, infatti, basta una sola pubblicazione, fra mille contrarie, che ipotizzi un sospetto pur remoto di danno all’ambiente o alla salute dell’uomo per osteggiare o demonizzare, ad ogni costo, una qualsiasi innovazione tecnica (tipico è il caso dei campi elettromagnetici o degli OGM).
E questo perché è accaduto?
Semplice. La psicologia della gente, ovvero dell’individuo inglobato in un gruppo, presenta i seguenti caratteri singolari:
• è molto più influenzabile del singolo;
• ha attenuato il senso di responsabilità;
• è più suggestionabile;
• ha attenuato il desiderio di verità e indulge al catastrofismo.
In questo contesto è facile inculcare, nella pubblica opinione, un rifiuto aprioristico di ogni rischio, che per principio è ineliminabile.
Basta innescare una piccola mina, lanciarla e scatenare il caos.
La gente trovandosi ad essere disorientata, dunque, quando s’imbatte nel rischio opta in genere per la risposta più facile, basata su percezioni od informazioni incomplete: tutto deve rimanere allo stato attuale, niente deve cambiare (la famosa sindrome BANANA Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything) In simili ambienti anche le scoperte del mitico Prometeo (l’uso del fuoco) sarebbero state osteggiate e combattute…
Si potrebbe anche arrivare alla messa al bando dell’ossido di idrogeno vista la sua pericolosità (annegamenti, componente delle piogge acide, mancata efficacia dei freni delle automobili, ustioni,….)… ma non è altro che l’acqua.
Insomma niente è come appare, basta saper guardare il fondo…. senza raschiarlo!
Il confronto rischio – opportunità
E’ facile intuire come, l’interazione con una pubblica opinione, così orientata e carica di preconcetti sia difficile e defatigante e l’atteggiamento, colpevole, degli uomini di scienza sia spesso di rassegnazione e di “stacco”.
I decisori politici d’altra parte, non possono non tener conto della situazione di caos ingeneratosi tra la gente e spesso per comprensibili ragioni elettorali (di breve periodo cinque anni) non hanno il coraggio di assumere posizioni chiare e ponderate .
In questo contesto, oltre a gravi mancanze etiche e morali, si intreccia un problema di tempi.
Le modifiche al sistema di vita, che potrebbero essere apportate dai grandi progetti, hanno tempi di impatto più lunghi delle legislature. Risulta così difficile per i politici fare scelte impegnative ed incisive a lungo termine ed avviare i relativi progetti operativi….senza scontentare gli elettori.
Con una logica duale, questo riguarda anche le azioni di sviluppo e ricerca: non impegnarsi in azioni concrete a breve-medio termine tecnologicamente perseguibili, ma sviluppare temi di ricerca a lungo termine proiettate in un futuro lontano pertanto poco valutabili (ad esempio nel campo dell’energia da fusione nucleare, magari “fredda” e idrogeno).
E’ questa una scelta che fa comodo agli integralisti, che puntano sempre all’utopico futuribile e, purtroppo, a non pochi ricercatori che vedono l’occasione buona per acquisire facili finanziamenti di cui sarà sempre difficile verificare la produttività.
I nostri antenati impiegarono 14 anni a costruire il traforo del Frejus (1857-1871), 7 anni a realizzare il traforo del Sempione (1898-1905), 10 anni a realizzare il canale di Suez (1859-1869): erano lungimiranti e guardavano ad un orizzonte che travalicava il ciclo elettorale ….loro erano eticamente sani, loro pensavano al futuro dei loro figli e dei loro discendenti.
Loro erano loro. Ed il passato non torna mai.
Il problema dell’informazione (o della disinformazione)
Tenere informata la società, sui fatti della scienza e della tecnologia, sempre più vasta, complessa ed articolata, è un’azione molto difficile e piena di insidie.
E’ d’altro canto evidente, non solo l’opportunità, ma l’urgenza di tale operazione.
Bisogna avere coraggio.I danni crescenti che la disinformazione provoca, genera spesso“ epidemie giornalistiche” che hanno poteri illimitati sull’opinione pubblica.
E’ necessario dunque agire e farlo da subito.
La via naturale per tale processo è sicuramente la corretta formazione scientifica nelle scuole, affiancata da un’opera di divulgazione di alto taglio, prevista anche per chi è ormai fuori dai percorsi scolastici o fuori dagli studi scientifici e tecnici.
La proiezione di una società orientata “al credere senza provare”, vede sempre più i cittadini e gli studenti ridotti a consumatori esperti, capaci solo di cogliere i messaggi pubblicitari e di divenire abili utilizzatori di prodotti ad elevato contenuto tecnologico, che sono prodotti in isole di eccellenza non italiane, ideati da persone che la scienza la studiano correttamente e poi la applicano alla tecnologia.
La mancanza di una valida cultura scientifica e tecnica, particolarmente evidente in Italia, genera poi nell’opinione pubblica una grande confusione e risulta altresì semplice pilotare il “gruppo” su posizioni preconcette e senza riscontro scientifico. I risultati di questa disinformazione evidenzieranno i loro effetti a lungo termine e possono essere molto gravi per lo sviluppo del paese.
Poi…è anche vero… che gli scienziati ed i tecnici si incontrano solo nei loro conclavi, dove si usa un linguaggio comprensibile solo a loro, inaccessibile ai più, ed i cui discorsi sono pubblicati dai media in modi parziali e spesso fuorvianti.
Bisogna solo provare a venirsi incontro… basta saper tendere la mano e non ritrarla.
Possibili conclusioni
Le considerazioni precedenti, sono state ovviamente sviluppate nell’ottica dell’uomo di scienza/ tecnologo, e si è mirato ad evidenziare il contrasto spesso emergente, tra scienza ed opinione pubblica prevalente.
La condivisone intelligente del sapere è la più alta forma di altruismo pubblico.
Bisogna avere la forza di imparare a condividere nel modo corretto.
In una prospettiva futura, sarebbe augurabile riuscire a far crescere un nuovo modello culturale, in cui la conoscenza dei problemi fosse saldamente ancorata alla scienza/tecnologia riuscendo ad isolare le frange “più estreme” che fanno dei problemi ambientali un tabù, su cui si può accendere una rumorosa polemica.
Tutti possono e devono contribuire.
E’ un processo, questo, lungo e faticoso ma irrinunciabile…strettamente legato ai problemi della formazione scolastica, della divulgazione scientifica e più in generale del livello culturale prevalente in entrambe le parti.
Non va poi dimenticata la “credibilità” del gruppo.
Una proposta?
Per esempio, l’approccio potrebbe seguire un percorso simile:
• istituire dei tavoli di lavoro o delle assemblee in cui si ricerchino elementi basilari condivisi da entrambi e fare di essi il comune punto di partenza;
• ottenere accurate informazioni dei diversi punti di vista e studiare attentamente le tesi della parte avversa;
• discernere le posizioni razionali e scientificamente giustificabili dai tabù.
In ogni caso scienziati e tecnici non devono mai, per nessuna ragione, rinunciare a presentare un’informazione serena, corretta e comprensibile, non devono mai rinunciare alla loro professionalità, non devono mai strumentalizzare la loro missione.
Ed i politici? Beh, loro sono i maggiori responsabili delle scelte di lungo periodo e forse dovrebbero avere il coraggio di allontanarsi dalla demagogia, privilegiando le corrette informazioni scientifiche nel processo decisionale che è di loro competenza.
Rita Levi Montalcini, qualche anno fa diceva:
“Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.”
Troviamo, dunque, il coraggio di accendere un fiammifero in galleria (…purché esista la ventilazione!!!..)
Anche una piccola luce, infatti, ha il potere di illuminare….e la scienza e la tecnologia hanno bisogno di tante piccole luci.
Enrico Malusardi, Susanna Ciminà
Fonti
[Documenti del gruppo “Galileo”; “La Termotecnica” settembre 2014; “Corriere del Mezzogiorno edizione Bari e Puglia” articoli di Chicco Testa 18-09-2014, 07-05-2014]
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Commenti
agli ignoranti e a quelli che dovrebbero tenere la bocca cucita: http://it.wikipedia.org/wiki/Teoremi_di_incompletezza_di_G%C3%B6del e se non siete in grado di capire, fatti vostri. d'altronde un blog di abruzzesi si rivolge a gente tipo razzi, appunto razza di pecore che non siete altro!!!